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Le chiese parte 2

Navate

L'interno della chiesa era costituito da una grande sala rettangolare, suddivisa per mezzo di colonne o pilastri. Queste suddivisioni presero il nome di navate , dalla metafora che assimilava la chiesa alla nave di Cristo, dove a ciascun membro viene assegnato un posto ben preciso in base al ruolo da lui svolto. Il numero delle navate era sempre dispari ma non era fisso: una, tre, cinque, sette, nove. La maggior parte delle basiliche era a tre navate; erano poche quelle a cinque navate ( San Pietro in Vaticano ); ancora meno quelle a sette ( Santa Monica a Cartagine ) ed a nove ( Damus-el-Karita sempre a Cartagine).


Le colonne o i pilastri sorreggevano arcate a tutto sesto oppure una trabeazione continua e lineare, spesso riutilizzando elementi di reimpiego . Un esempio di trabeazione rettilinea splendidamente realizzata in laterizio rivestito di mosaici è nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma. In Oriente e a Ravenna , sin dal V secolo al di sopra delle colonne, comincia ad apparire un elemento architettonico nuovo di forma tronco-piramidale: il pulvino . Collocato sopra il capitello , conferisce uno slancio ancor maggiore alle arcate e diverrà caratteristico dell' architettura bizantina . Soprattutto in Africa settentrionale e in Grecia , erano frequenti gli esempi di colonne binate, cioè raddoppiate.


Già dagli inizi del IV secolo , la larghezza delle navate si basava su un rapporto proporzionale 2:1, cioè la navata maggiore era normalmente larga il doppio delle navate laterali. Tale rapporto andò progressivamente alterandosi nel corso del V secolo , quando le navate laterali andarono sempre più restringendosi fino a raggiungere una larghezza inferiore alla metà di quella centrale. Inoltre, nelle chiese greche si trova frequentemente una divisione più marcata tra le navate laterali (o navatelle) e la navata centrale: le colonne poggiano su un muretto continuo che, ad eccezione di alcuni passaggi, chiude ogni comunicazione fra gli intercolumni.


Matronei

Al di sopra delle navate laterali, alcune basiliche paleocristiane presentavano un piano soprelevato, illuminato da finestre proprie, lunghe quanto le navate sottostanti e talora estese anche alla facciata interna ("tribune ad U", come in San Demetrio a Salonicco ). Queste gallerie furono chiamate anche "tribune" o matronei perché, secondo un'opinione diffusa, erano destinate ad accogliere le donne: appartenenti a comunità religiose e di clausura o alle famiglie nobiliari. I matronei si affacciavano sulla navata maggiore al di sopra di arcate sostenute da colonne o pilastri, ed erano chiuse fino ad una certa altezza con parapetti marmorei. L'accesso alle gallerie era assicurato per mezzo di scale poste nel nartece, in una delle torri della facciata oppure in uno degli ambienti situati ai lati delle absidi.


Presbiterio

Era invece riservato al clero lo spazio del presbiterio , situato nella parte terminale della navata maggiore. Detto anche sacrarium e naòs , termine proprio della cella del tempio pagano, il presbiterio, per evidenti ragioni di visibilità, era spesso sopraelevato rispetto al livello pavimentale della chiesa per mezzo di alcuni gradini. Il presbiterio era sempre isolato da cancelli, o dall' iconostasi che ne sottolineavano la sacralità. Gli organismi che lo componevano, fondamentali per le funzioni liturgiche, erano: l'altare, l'abside, la cattedra, i banchi per il clero, l'ambone e i cancelli.


Altare
Altare di chiesa messicana.

L' altare era ed è tuttora il luogo sacro per eccellenza, dove si compie il sacrificio. Ne conosciamo diversi tipi: "altare a mensa", costituito da una lastra marmorea sostenuta da quattro supporti o da uno centrale che richiamano la tavola dell'Ultima Cena; "a blocco", realizzato con un blocco di muratura su cui all'occorrenza si poneva sopra una tavola; "a sarcofago", simile nella forma ad un'arca funeraria; "a cofano ", simile ad una cassetta destinata a contenere delle reliquie.


L'altare poteva essere di marmo, pietra, legno e muratura; poteva essere rivestito di metallo prezioso (oro, argento, bronzo); poteva essere fisso o mobile. Con la diffusione del culto dei martiri e la conseguente proliferazione di chiese erette sopra le tombe venerate, si fece sì che l'altare si trovasse esattamente in corrispondenza della sepoltura sottostante. Dal V secolo l'altare si trasformò esso stesso in sepolcro, per la presenza di reliquie di martiri, vere o per contatto (bende o altri oggetti che erano stati a contatto coi resti del santo), che erano spesso inserite dentro l'altare oppure sotto di esso, in una cavità rettangolare o cruciforme ricavata nel pavimento.


Ciborio

Sopra l'altare s'innalzava spesso il ciborio , un baldacchino sostenuto da quatto colonne con una copertura a piramide o a cupola, alla quale si fissavano quattro veli, che venivano chiusi per nascondere l'altare al momento della consacrazione. I cristiani ereditarono l'idea di sacralità legata al ciborio dal simbolismo della copertura delle sepolture privilegiate o dei troni presente presso molto popoli antichi, e naturalmente dal tabernacolo ebraico. La maestosità di questo elemento fu portata alle sue estreme conseguenze nel Seicento da Gian Lorenzo Bernini , con la realizzazione del famoso ciborio, sorretto da quattro gigantesche colonne tortili in bronzo sulla tomba di San Pietro in Vaticano.


Cattedra e subsellia

La cattedra , sedile con schienale alto e braccioli, forma un insieme inscindibile con l'abside, attraverso la simbologia della cathedra Christi - cathedra Episcopi , nella basilica divenuta la sala del trono divino. Generalmente soprelevata con qualche gradino, era prerogativa delle chiese episcopali, titolari e monastiche, ed era destinata al vescovo, al presbitero o al capo della comunità monastica. Originariamente in legno e perciò mobile, dopo la Pace della Chiesa , fu realizzata in marmo o in muratura, con le facce decorate con croci, monogrammi e scene del Vecchio e del Nuovo Testamento .


Ai lati della cattedra erano i banchi per i presbiteri, o subsellia . Si distinguevano in banchi di tipo circolare, se erano disposti lungo il perimetro dell'abside, e di tipo rettangolare, se erano collocati a nord e a sud dell'altare.


Ambone

L' ambone era una specie di tribuna soprelevata sostenuta da colonne o da un basamento, con balaustra perimetrale, destinata alla lettura dei testi sacri e alle omelie. Esso generalmente aveva l'aspetto di una piattaforma a ferro di cavallo con l'ingresso fiancheggiato da cancelli; il tipo più monumentale era costruito in muratura, ed era munito di due rampe rivolte ad est ed una ad ovest. Solitamente l'ambone era collocato sulla destra della navata maggiore, presso il presbiterio, ma non mancavano casi in cui si trovava in mezzo alla navata centrale. È probabile tuttavia che non tutte le chiese avessero l'ambone, come lascerebbe ipotizzare l'assenza di tracce archeologiche al riguardo in molte basiliche del Nord Africa e della Palestina .


Abside

L' abside era lo spazio della chiesa alle spalle del presbiterio. Nell' architettura romana absidi semicircolari coperte erano largamente impiegate in diversi tipi di costruzioni ( basiliche forensi , ninfei , mausolei , ambienti termali ecc.). Si trattava di uno spazio a pianta semicircolare, coperto da una calotta emisferica in muratura o in blocchi, che ospitava la "cattedra" fiancheggiata dai subsellia . La maggior parte delle basiliche presenta una sola abside in corrispondenza della navata maggiore, ma, in diversi casi, due absidi più piccole si aprono al termine delle navate laterali. L'abside poteva trovarsi alla stessa quota del presbiterio, oppure poteva essere soprelevata mediante gradini ("abside gradata"). Essa poteva essere inoltre sporgente rispetto al muro perimetrale esterno (in questo caso appariva di forma "semicircolare" oppure, come a Ravenna , "poligonale"), o poteva essere chiusa all'interno di un muro rettilineo così da non apparire esternamente.


Particolarmente difficile risulta la soluzione del problema connesso alla presenza della controabside, ossia d'un'abside sul alto opposto della chiesa presente in numerose basiliche dell' Africa settentrionale , della Tripolitania , della Spagna , della penisola balcanica , ecc. Sono state formulate diverse ipotesi per spiegarne la funzione: in linea di massima sembra che avesse una funzione funeraria e legata al culto dei martiri ( martyrium ), ospitando reliquie di santi e martiri e utilizzata come secondo centro di culto.


Col termine pastoforia s'indicano i due ambienti – talvolta provvisti di abside – che si aprivano al termine delle navate laterali, ai lati dell'abside principale. Nell'ambiente di sinistra, detto prothesis , si conservano le offerte dei fedeli, mentre nell'ambiente di destra, detto diaconicon , si custodivano i vasi e i paramenti sacri, come nelle odierne sacrestie .


Transetto

Talvolta, tra le navate e l'abside s'inseriva una navata trasversale, che veniva chiamata transetto per il fatto di trovarsi oltre i cancelli che delimitavano il presbiterio . Il transetto poteva avere la stessa larghezza dell'edificio oppure sporgere oltre il muro perimetrale.


Il Lemerle distingue due tipi di transetto: indipendente , quando le navate si arrestano al transetto; "a navate avvolgenti", quando le navate e i colonnati proseguono a destra e a sinistra del transetto fino a circondare il presbiterio (un esempio è costituito dalla chiesa di Santa Mena in Egitto ). Il transetto indipendente poteva inoltre essere "continuo", cioè senza suddivisioni interne, oppure "tripartito", quando archi e colonne lo dividevano in tre ambienti distinti ma comunicanti.


Sulla funzione del transetto sono state formulate varie ipotesi. Secondo il Lemerle, non essendo sempre presente in tutte le chiese, rispondeva ad esigenze specifiche. Il Sotiriou ritiene invece che fosse in relazione con l' offerta dei doni in vigore fino al VI - VII secolo . Il Krautheimer, infine, attribuisce una funzione diversa ad ogni tipo di transetto. Egli sostiene, per esempio, che nel transetto tripartito la parte centrale servisse da martyrion e fosse riservata al clero , mentre le parti terminali fossero accessibili al clero e ai fedeli che recavano offerte.


Il battistero e la liturgia battesimale

Nelle fonti scritte il battistero viene denominato anche nynphaeum , per la sua affinità con gli edifici circolari adibiti a ninfei e a bagni, oppure tinctorium (dal nome tinctio dato al rito battesimale), o ancora lavacrum .


La cerimonia

La lunga cerimonia dell' iniziazione cristiana , fino a quando non decadde in seguito alla consuetudine di battezzare i bambini appena nati, fu il rito più solenne e commovente della liturgia primitiva. A somiglianza della funzione eucaristica , esso variava da regione a regione, ma in sostanza comprendeva tre fasi distinte: l'esorcismo e la rinunzia a Satana , il battesimo vero e proprio, l'unzione o cresima .


I catecumeni, dopo essersi fisicamente mondati se il battistero era munito di bagni, si sottoponevano dapprima alla pratica dell' esorcismo per essere liberati da ogni maleficio diabolico , quindi pronunciavano la rinuncia a Satana rivolti ad Occidente , sede del peccato e della morte, e la professione di fede rivolti ad Oriente . Compiuti questi preliminari, si spogliavano in un ambiente apposito e, unti con olio consacrato, entravano nella vasca per la triplice immersione od effusione ; poi, dopo il battesimo, ivi stesso o in altro ambiente, venivano unti sulla fronte e sugli organi dei sensi con olio ( crisma ) e con ciò stesso cresimati . Ammessi allora nella comunità dei fedeli, i neofiti indossavano il rituale camice bianco, simbolo dell'avvenuta rigenerazione, ricevevano la benedizione del vescovo e potevano finalmente passare nella chiesa per accostarsi all'Eucarestia.


Il battezzante poteva essere il vescovo , il prete o il diacono ; in origine la cerimonia si svolgeva una volta all'anno, la notte di Pasqua , con grande affluenza di fedeli; più tardi invece, e specialmente in Oriente, si battezzò alla vigilia di Natale , della Pentecoste e via via in occasione delle feste maggiori.


Simbolismo

Ovviamente sia l'ordine liturgico che gli elementi stessi dell'organismo architettonico rispondevano ad una serie di significati simbolici, intesi a celebrare la redenzione dell'uomo dal peccato originale. Tertulliano spiega, ad esempio, con una serie di concetti la ragione della cerimonia nella notte di Pasqua . Essa avviene tra il giorno della morte e quella della Resurrezione di Gesù. La triplice immersione ricorda i tre giorni trascorsi dalla morte sul Golgota alla Resurrezione. Come i pesci, le nostre anime vengono prese nella rete della grazia del Signore.


Questo linguaggio simbolico non veniva espresso solo nei gesti della funzione, ma spesso era esplicitamente ricordato anche nelle iscrizioni che ornavano le pareti all'interno del battistero e soprattutto nella decorazione parietale e pavimentale, che forse più delle iscrizioni parlava direttamente al cuore dei catecumeni.


L'edificio

Riguardo all'effettivo aspetto dei locali destinati alla liturgia battesimale , si ritiene che ci fossero almeno due ambienti: la sala con la piscina ed una camera attigua, posta ad occidente, nella quale il vescovo avrebbe amministrato il crisma , il consignatorium . È quanto s'osserva, per esempio, nella basilica di San Paolo a Coo , dove una prova decisiva verrebbe fornita dalla presenza dell'abside, che lascia supporre l'esistenza della cattedra e quindi del vescovo per il rito della Cresima .


Un altro indizio significativo sarebbe il banco addossato alla parete di uno dei locali dipendenti, destinato probabilmente ad accogliere i catecumeni per l'istruzione prebattesimale, il cosiddetto "catecumeneo". Le sole indicazioni utili dalle fonti letterarie si trovano nelle Catechesi di San Cirillo , ove si distingue chiaramente il vestibolo del battistero vero e proprio, il quale è chiamato sancta sanctorum o sacrarium per Sant'Ambrogio .


Il battistero più antico finora noto è quello rinvenuto all'interno della domus ecclesia di Doura Europos , rimasta in uso dal 232 al 258 d.C. Qui, il battistero è costituito da una sala al pianterreno, con una vasca poco profonda addossata alle pareti, affrescate con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento . La presenza esclusiva della decorazione pittorica solo in quest'ambiente, nonché la sua ubicazione appartata rispetto al resto, indicano che proprio il battistero era il centro del complesso cultuale, la parte più nobile della casa, cui potevano accedere solo gli iniziati, dopo un'accurata preparazione.


A partire dal IV secolo , la posizione del battistero rispetto alla chiesa varia da regione a regione; per esempio, in Occidente è indipendente dalla chiesa, secondo il modello del battistero di San Giovanni in Laterano . Sempre dopo la Pace della Chiesa , troviamo solitamente l'edificio battesimale a pianta centrale.


In tutte le regioni del Mediterraneo orientale ed occidentale gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una ricchissima esemplificazione di battisteri databili fra il IV e il VI secolo a pianta circolare, quadrata, ottagonale, poligonale (talvolta con l'aggiunta di nicchie sul muro perimetrale), a schema stellare o cruciforme. I battisteri conservano generalmente l'orientamento ad est, e non presentavano all'interno un arredo particolarmente ricco. La vasca battesimale è disposta di preferenza al centro dell'ambiente nel mondo occidentale, mentre in Oriente si trovava all'interno dell'abside. La vasca poteva essere scoperta o sormontata da un baldacchino.


Le grandi basiliche costantiniane

Dopo la battaglia del 312 nella quale sconfisse Massenzio , Costantino decise di costruire una cattedrale per la comunità cristiana di Roma, presumibilmente come ringraziamento a Cristo che gli aveva concesso la vittoria, secondo quanto lascerebbe intendere Eusebio di Cesarea .


San Giovanni in Laterano
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Giovanni in Laterano .


Come sito per il nuovo edificio, l'imperatore scelse una ricca zona residenziale nella parte del Celio appena all'interno delle mura aureliane , all'angolo sud-orientale della città ed immersa nel verde. La maggior parte delle sontuose dimore signorili che vi sorgevano erano ormai da tempo di proprietà imperiale, essendo state confiscate da Nerone alla famiglia dei Laterani (da qui il nome della zona). Fra queste dimore, un vasto quadrato era occupato da una caserma degli Equites singulares , le guardie a cavallo imperiali. Costoro nella guerra appena conclusa si erano schierati dalla parte di Massenzio: così il corpo militare venne sciolto, la caserma fu confiscata e rasa al suolo, il sito fu sgomberato ed interrato, e presto vi sorse la basilica di San Giovanni in Laterano , la cui costruzione dovette durare all'incirca dal 313 al 318 d.C.


I rifacimenti successivi non distrussero affatto la fabbrica costantiniana, larghe porzioni della quale sopravvivono sotto l'attuale livello del pavimento o sono state incorporate nell'attuale edificio, parti che sono state riportate alla luce in successive campagne di scavi negli ultimi cinquant'anni. La chiesa comprendeva un vestibolo ( endonartece ) ed era articolata in cinque navate , con transetto e abside sul muro di fondo. L'esistenza del transetto per la fase più antica è stata contestata da alcuni studiosi, ma gli scavi più recenti hanno dimostrato che esso esisteva sin dalle origini, anche se in una forma leggermente diversa da quello attualmente visibile.


I rinvenimenti relativi sia alle strutture originarie che a frammenti della decorazione interna ( marmi e mosaici ), nonché un affresco nella chiesa di San Martino ai Monti che riproduce l'interno della basilica lateranense, documentano lo splendore ed il fasto dell'edificio destinato ad essere – allora come oggi – la cattedrale di Roma, ossia la sede del suo vescovo quindi del Pontefice, e il luogo deputato all'amministrazione dei sacramenti dell'iniziazione cristiana (il battesimo e la cresima , che nella liturgia cristiana venivano conferiti insieme). Dietro la chiesa venne eretto un battistero ottagonale, e nelle vicinanze si trovava la residenza del vescovo e della sua corte.


La basilica lateranense veniva così a spezzare la tradizione edilizia che sino a quel momento era servita (e che ancora continuò a servire) per il culto cristiano in tutto l'impero, quella delle domus ecclesiae . La cattedrale del Laterano era di specie diversa: progettata unicamente per il culto, era assai vasta, potendo contare tremila o più fedeli, mentre lo splendore e la stessa tipologia edilizia proclamavano la sua condizione pubblica più che privata. Tuttavia Costantino, se da un lato rompeva con la passata tradizione edilizia cristiana, dall'altro restava profondamente ancorato alla tradizione architettonica e costruttiva romana , che aveva creato il tipo della basilica .


La tipologia attuata in San Giovanni in Laterano fu ripetuta nelle altre quattro grandi basiliche direttamente legate al nome di Costantino: la chiesa di San Pietro in Vaticano a Roma, quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme , e quella della Natività a Betlemme .


Basilica di San Pietro in Vaticano
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Pietro in Vaticano .


Pianta dell'antica basilica di San Pietro in una stampa di Tiberio Alfarano, XVI secolo

Non si sa tuttora con certezza quando Costantino abbia deciso di costruire intorno alla tomba di San Pietro una gigantesca basilica , capace di contenere migliaia di fedeli ma, con tutta probabilità, la decisione fu presa prima del 324 , come lascerebbero supporre diversi indizi nelle fonti storiche. Per la costruzione dell'edificio venne interrata la necropoli d'età imperiale, lasciando intatta solo la sommità del monumento dell'apostolo, e s'innalzò la grande basilica, orientata ad ovest per ragioni legate alla morfologia del sito. Ultimata nel 329 , le spese e le fatiche affrontate per superare gli ostacoli offerti dal terreno provano che essa fu progettata sin dall'inizio per accogliere la tomba di Pietro, già da lungo tempo oggetto di venerazione, rendendola accessibile alle folle ed assicurando uno spazio adeguato per le funzioni. Si tratta, dunque, di un edificio cultuale con funzione martiriale ( martyrion ), il cui scopo era cioè quello di conservare il ricordo del passaggio terreno – in questo caso la sepoltura – di un santo.


L'edificio serviva al tempo stesso da cimitero coperto e da sala per i banchetti funebri. I pavimenti, messi in luce dagli scavi risultarono coperti di tombe, alcune delle quali contenevano sarcofagi del IV secolo . Questa doppia funzione, di martyrion e di sala funeraria, spiega le dimensioni dell'edificio, che poteva contenere un numero di fedeli maggiore d'un quarto rispetto alla basilica lateranense, che doveva ospitare solo la comunità di Roma.


Eccezionale è anche la pianta. In San Pietro, a differenza che in qualunque altra chiesa dell'epoca costantiniana, le navate non si concludevano nella zona presbiteriale , ma erano tagliate da un transetto continuo, con divisioni interne solo alle estremità laterali di quest'ultimo. In asse con la navata centrale, sul transetto s'apriva un'immensa abside che rappresentava una zona autonoma della basilica, con funzioni proprie.


Il transetto custodiva la tomba dell'apostolo, che costituiva il centro dell'intero edificio. Elevandosi sopra la corda dell'abside, il monumento era isolato da una cancellata di bronzo e sovrastato da un baldacchino sostenuto da quattro colonne tortili percorse da tralci di vite. Il vasto spazio del transetto permetteva così di accogliere le folle che accorrevano a venerare il santuario. Solo durante la celebrazione, sembra, il transetto veniva lasciato al clero come se si trattasse di una zona presbiteriale. L'altare doveva trovarsi all'interno della cancellata, in asse con la tomba, ma il Krautheimer è propenso a credere che fosse mobile o che sorgesse all'incrocio fra il transetto e la navata centrale.


Come per San Giovanni in Laterano, anche per la basilica in Vaticano le descrizioni delle fonti e le arti figurative rinascimentali (disegni ed incisioni) ci hanno lasciato il ricordo dello splendore dell'interno, dove i materiali preziosi e i marmi colorati guidavano il visitatore in un crescendo di monumentalità, dall'atrio fino alla meta del suo pellegrinaggio.


Basilica della Natività a Betlemme
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica della Natività .


L'imperatrice Elena , madre di Costantino, aveva visitato la Terra Santa fra il 325 ed il 326 , e presumibilmente dietro sua richiesta l'imperatore assegnò fondi per la costruzione di chiese in Palestina negli ultimi dodici anni del suo regno. A differenza della basilica vaticana si trattava non di martyria legati al culto dei martiri, ma a luoghi in cui la divinità si era rivelata, ossia di santuari "teofanici".


Sulla grotta della Natività a Betlemme "una basilica costruita per ordine di Costantino" fu vista da un pellegrino nell'anno 333 . Un vasto cortile immetteva in un atrio terminante di fronte alla chiesa con colonne di un gradino più alte, una sorta di propilei. La basilica era a cinque navate , e sul suo lato orientale sorgeva una costruzione ottagonale, soprelevata di tre gradini. Al centro dell'ottagono, altri tre gradini portavano ad una balaustra che circondava un'ampia apertura circolare: qui, attraverso un foro aperto nella volta in pietra della grotta, i visitatori potevano guardare dentro la caverna dove, secondo la tradizione, era avvenuta la nascita di Cristo.


La pianta dell'edificio permette d'individuare la diversa funzione delle sue parti principali. L'immenso cortile antistante doveva servire come luogo di sosta per i pellegrini, e piccolo mercato per le loro necessità. Anche l'atrio era abbastanza ampio ma, di contro, le navate erano piuttosto piccole (appena un quarto rispetto a quelle della basilica lateranense). Bisogna considerare che per tutto il IV secolo la comunità cristiana della Palestina fu molto piccola, ed anche i pellegrini non erano molto numerosi. Nello spazio relativamente piccolo delle navate di Betlemme, quindi, sia la comunità cristiana che i pellegrini potevano trovare agevolmente posto, mentre l' altare doveva trovarsi nella navata centrale, a qualche distanza dai gradini che conducevano all'ottagono, cioè al martyrium vero e proprio. Quindi, come in San Pietro a Roma, martyrium e basilica erano legati l'uno all'altra, pur rimanendo distinti sia nella pianta che nella funzione.


Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa del Santo Sepolcro .


All'imperatrice Elena, durante la sua visita nel 325, fu mostrato un sepolcro scavato nella roccia nel cuore della Gerusalemme romana, che veniva identificato col Santo Sepolcro . Costantino, in una lettera inviata al vescovo di Gerusalemme, ordinò la costruzione di una basilica che fosse "la più bella di ogni altra sulla terra". La chiesa fu consacrata nel 336 . Dell'edificio costantiniano sul Golgota ci rimangono, però, scarsi frammenti. I costruttori isolarono il Sepolcro dalla roccia circostante, circondandolo con un baldacchino sostenuto da dodici colonne, che prese il nome di "Rotonda dell’ Anàstasis ".


Sappiamo da Eusebio di Cesarea che tutto il complesso comprendeva dei propilei, un atrio e la basilica a cinque navate. Fra la basilica e la Rotonda si trovava una corte porticata, che collegava la Rotonda col monte Calvario , il quale si trovava una trentina di metri a sud-est rispetto al Sepolcro. Le varie zone conducevano a quello che era il cuore di tutto il complesso: il Sepolcro di Cristo.


Anche in questo caso, le funzioni erano suddivise fra le varie parti. La messa, tranne che nella settimana della Passione , era celebrata nella basilica, ma le prediche ed il canto degli inni avvenivano nella grande corte, e le processioni partivano dalla basilica per raggiungere la roccia del Calvario ed il Santo Sepolcro, secondo il curioso cerimoniale itinerante del IV secolo di cui ci ha lasciato la descrizione la pellegrina Eteria, venuta dall' Aquitania per visitare i luoghi santi.


Aspetti comuni

San Pietro a Roma , la chiesa della Natività a Betlemme e il Santo Sepolcro di Gerusalemme sono tutte soluzioni parallele di un comune problema: creare un organismo architettonico in grado di contenere la comunità e i pellegrini per la celebrazione del culto e, al tempo stesso, di coprire in modo monumentale un martyrium .


In San Pietro la zona venerata è la stessa tomba dell'apostolo, e tutto ciò che serve alle esigenze del culto è uno spazio adeguato per la circolazione dei pellegrini (il transetto).


Chiesa di Albegno di Treviolo ( BG )

I santuari costantiniani in Terra Santa non contenevano invece tombe, sorgevano dentro le mura ed erano, al tempo stesso, chiese cattedrali per le comunità locali. Pertanto qui si verifica l'abbinamento di una grande basilica (a cinque navate, come la cattedrale di Roma) e di un edificio a pianta centrale, il cui significato simbolico era ancora strettamente legato al ricordo dei mausolei imperiali. Il mausoleo di Diocleziano a Spalato , di forma ottagonale, i mausolei di Costantina e di Elena a Roma , (solo alcuni degli esempi più noti) discendevano a loro volta dal tipo dell' heroòn ellenistico . Perciò ai contemporanei di Costantino dovette sembrare del tutto naturale associare il linguaggio glorificante del mausoleo/ heroòn a quei luoghi che erano stati consacrati dal passaggio di Cristo (Uomo, Dio e Re).


Le grandi fondazioni costantiniane a Roma ed in Terra Santa contribuiscono dunque ad esemplificare le modalità con cui l' architettura e dell' arte del primo cristianesimo si sviluppano dal ceppo della tradizione ellenistico-romana adottandone iconografie e stilemi, ma introducendovi al tempo stesso nuovi significati simbolici che ne trasformano profondamente il contenuto.


Bibliografia
  • P. Testini , Archeologia Cristiana , ottava edizione, Bari 1980
  • F. W. Deichmann , Archeologia Cristiana , Roma 1993
  • R. Krautheimer , Architettura paleocristiana e bizantina , Torino 1986
  • R. Krautheimer, Roma. Profilo di una città 312-1308 , Roma 1981