Strutture in acciaio
FORZA E LEGGEREZZA sono le sensazioni immediate che si provano nella visione delle strutture in acciaio impiegate in progetti di elevato valore architettonico ed ingegneristico; la ricerca di nuove forme e le esigenze di duttilità e “libertà” degli spazi esaltano l’impiego dell’acciaio nelle costruzioni moderne che permette di limitare gli ingombri delle strutture ed ampliarne le luci libere.
L’esigenza sempre più attuale di controllare la SOSTENIBILITÀ e l’impatto ambientale sia dei processi industriali che delle costruzioni realizzate e la sempre maggiore sensibilità sul tema da parte dei progettisti e degli operatori del settore, rendono l’acciaio al vertice della classifica dei materiali da utilizzare grazie alla sua ELEVATA RICILABILITÀ, inoltre la facilità e la velocità di montaggio in cantiere delle strutture prefabbricate limitano i costi di gestione ed apprestamento; la FLESSIBILITÀ delle strutture in acciaio e dei componenti prefabbricati permette infine la possibilità futura di adeguamento e riqualificazione degli spazi, di ampliamento, di sopraelevazione, per mezzo dello smontaggio e del successivo rimontaggio e per mezzo della massima libertà nella formazione di attacchi, sostegni ed irrigidimenti in opera.
Esempi di strutture in acciaio sono le capriate, strutture idonee a coprire luci elevate senza l'interposizione di pilastri:
ALCUNI ESEMPI DI CAPRIATE A TRALICCIO PER STRUTTURE IN ACCIAIO
Di seguito si riportano alcuni esempi di Capriate a traliccio per strutture in acciaio.
Le capriate più comuni sono i tipi INGLESE e POLONCEAU per falde con forte pendenza e i tipi WARREN e MOHNIE ' per falde a pendenza minima.
N.B. Nei disegni sottostanti vengono evidenziate le aste compresse (in rosso) le aste tese (in blu) e le aste scariche (in grigio).
La capriata tipo "Inglese" è una capriata realizzata con una struttura reticolare composta da correnti superiori inclinati, da un corrente inferiore orizzontale e da aste di parete consistenti in montanti ortogonali al corrente inferiore e diagonali disposti in modo alternato in modo da risultare compressi.
Capriata Tipo "INGLESE"
La capriata tipo "Polonceau" è una capriata realizzata con una struttura reticolare composta da 2 correnti superiori inclinati, su questi correnti si realizzano poi due strutture reticolari aventi la geometria di una capriata inglese disposte con il colmo verso l'interno della capriata stessa e collegati tra loro da un elemento teso che costituisce la parte centrale del corrente inferiore.
Capriata Tipo "POLONCEAU"
La capriata tipo "Warren" è una capriata realizzata con una struttura reticolare composta da un corrente superiore orizzontale o poco inclinato, da un corrente inferiore orizzontale e da aste di parete consistenti in montanti ortogonali al corrente inferiore e diagonali disposti in modo alternato in modo da risultare uno teso e l'altro compresso. I montanti possono anche non essere presenti.
Capriata Tipo "WARREN" a falde orizzontali
Capriata Tipo "WARREN" a falde orizzontali senza montanti
Qualora il corrente superiore non sia orizzontale i diagonali possono essere soggetti a caratteristiche di sollecitazione diverse da quelle del caso di corrente superiore orizzontale.
Capriata Tipo "WARREN" a falde inclinate
Capriata Tipo "WARREN" a falde inclinate senza montanti
La capriata tipo "Mohniè" è una capriata realizzata con una struttura reticolare composta da un corrente superiore orizzontale o poco inclinato, da un corrente inferiore orizzontale e da aste di parete consistenti in montanti ortogonali al corrente inferiore e diagonali disposti in modo da risultare tesi.
Capriata Tipo "MOHNIE'" a falde orizzontali
Qualora il corrente superiore non sia orizzontale i diagonali ed i montanti possono essere soggetti a caratteristiche di sollecitazione diverse da quelle del caso di corrente superiore orizzontale.
Capriata Tipo "MOHNIE'" a falde inclinate
BIBLIOGRAFIA:
[1] a.v., Manuale di Ingegneria Civile, Zanichelli/ESAC, Bologna, 1997
[2] Furiozzi B., Messina C., Paolini L., Prontuario per il calcolo di elementi strutturali, Le Monnier, Firenze, 1993