Benessere psicologico
Perchè mai dovrei andare da uno psicologo?
“Ce la faccio benissimo da me. Non ho voglia di perdere tempo per capire qualcosa che posso capire da solo . Non sono mica matto o stupido!”
Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta qualcosa di simile.
Per parlare di consulenza psicologica e dei motivi per cui richiederla vorrei prima sfatare un mito -o meglio ristrutturare una credenza condivisa – nel caso decidiate di incontrare me o uno dei miei colleghi..bé, non siete matti, deboli o poco intelligenti.
Immaginiamo ad esempio di vivere una situazione più che spiacevole, una situazione che comporti una perdita in termini affettivi, come la fine di una relazione, un trasferimento o un fallimento della propria efficacia personale.
Situazioni quotidiane, siamo esseri umani, eppure quando le viviamo possiamo provare una fatica bestiale nel riprendere la vita di tutti i giorni.
E la sentiamo proprio quella fatica, la potremmo quasi visualizzare:
” é come avere un sacco pesante legato alla caviglia. Me lo porto ovunque vada. Ma io ci voglio riuscire, ne voglio venire a capo, voglio capire dove ho sbagliato. Penso e ripenso a quello che ho fatto così una volta capito me la scrollo di dosso tutta questa fatica e starò finalmente meglio.”
Poi accade qualcosa di curioso, più pensiamo a tutto ciò più ci sentiamo stanchi, demotivati, usciamo meno, sono sempre meno le attività in cui ci coinvolgiamo perché “ tanto sbaglio sempre tutto !”
Vi è mai capitato? Vi siete ritrovati in qualche passaggio?
Ecco, quello che ho appena descritto è ciò che spesso ascolto in studio. Tra le righe è presente anche uno dei principali meccanismi di mantenimento di questa sofferenza, il rimuginare. Lo potremmo definire come un pensiero inconcludente che non soltanto gira in tondo ossia non trova la via d’uscita in un’azione pratica ma che ci trascina anche verso il basso, influenzando negativamente il nostro umore .
Grazie alla terapia – nello specifico cognitivo comportamentale – si può agire in modo diretto sul rimuginio riducendo la sofferenza e prevenendo la possibilità che un brutto periodo si traduca in depressione, evitandoci costi emotivi ben più alti.
Quindi, ricapitolando, quanto è debole o poco intelligente una persona che si prende cura di sé?