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Piano anticrisi

PIANO ANTICRISI


Dopo il nuovo allarme dell’Fmi bisogna trovare un’intesa su interventi cruciali in grado di ridare fiducia ai mercati e disinnescare il rischio di collasso del sistema finanziario internazionale: questo il delicatissimo compito a cui sono chiamati i leader dei 15 Paesi dell’Eurogruppo a poche ore dalla riapertura de mercati. All’indomani dei risultati del G7 di Washington e gli avvertimenti lanciati dal Fondo monetario internazionale tocca ora ai 15 Paesi che condividono la moneta unica europea, riuniti sotto la regia del presidente di turno dell’Ue, il francese Nicolas Sarkozy, dimostrare di essere compatti nel passare all’azione. Un’azione coordinata in sei punti che prevede un’adeguata liquidità alle istituzioni finanziarie, garanzie sui prestiti, la ricapitalizzazione efficiente delle banche in difficoltà da parte dei governi, la revisione delle regole, il coordinamento delle procedure tra i governi europei. È quanto prevede la bozza del piano concertato dell’eurozona contro la crisi che i 15 Paesi hanno iniziato a discutere al summit in corso a Parigi. Il documento sollecita anche “un ulteriore azione di coordinamento” e afferma “l’impegno ad agire insieme con misure coordinate”. La garanzia dei governi sui prestiti interbancari fino al 31 dicembre 2009 è una delle misure contenute nella bozza di conclusioni del vertice straordinario dell’Eurogruppo. Il documento prevede anche la possibilità per i governi di fornire alle istituzioni finanziarie i capitali necessari per assicurare il buon funzionamento dell’economia e di impegnarsi per le ricapitalizzazioni degli istituti di credito in difficoltà. In questa ottica i governi renderanno disponibili per un periodo di tempo limitato garanzie, assicurazioni, acquisti diretti e altri simili accordi sui nuovi debiti a medio termine nelle principali banche. In tutti i casi, si legge ancora nel documento, queste azioni dovranno essere strutturate in modo tale da evitare ogni distorsione di mercato e ogni possibile abuso a danno di chi non ne beneficerà. Per assicurare che questa indicazione venga rispettata, recita il documento, il prezzo di questi strumenti dovrà riflettere le normali condizioni di mercato e ne dovranno beneficiare tutte le istituzioni finanziarie presenti sui territori nazionali. Inoltre i governi potranno imporre ulteriori condizioni ai beneficiari di queste misure, condizioni che potrebbe comprendere anche un adeguato supporto all’economia reale. Infine questo schema sarà limitato nel tempo e nell’ammontare e sarà applicato sotto stretta sorveglianza delle autorità finanziarie fino al 31 dicembre 2009. I leader dell’Eurogruppo intendono inoltre “creare e rafforzare le procedure che permettono lo scambio di informazioni” tra i governi, la presidenza di turno, il presidente della Commissione europea, il presidente della Bce e il presidente dell’Eurogruppo. Nel documento si dà mandato al Consiglio europeo di presentare una proposta mercoledì “per migliorare la gestione della crisi tra i Paesi europei”. Al prossimo Consiglio Ecofin, con il sostegno della Commissione e in cooperazione con la Bce, spetterà di riferire sull’applicazione di queste nuove misure. Il premier inglese, Gordon Brown, che ha incontrato Sarkozy prima della riunione dell’Eurogruppo (di cui egli non fa parte) era stato esplicito: l’appuntamento di Parigi rappresenta il “momento della verità”. La posta in gioco, ha aggiunto, “non potrebbe essere più alta”. Brown nei giorni scorsi ha sottolineato più volte la necessità di un “approccio globale” che è invece venuto a mancare una settimana fa, quando la riunione del G4 svoltasi sempre a Parigi si concluse rimarcando ancora una volta divisioni interne, soprattutto a causa della contrarietà della Germania alla nascita di un fondo comune per il salvataggio del settore bancario. Ma oggi lo scenario è mutato. Il cancelliere tedesco Angela Merkel, dopo lo tsunami che ha investito i mercati finanziari nel corso della settimana, approda alla riunione dell’Eurogruppo con un atteggiamento più conciliante. Lei e Brown, secondo le informazioni filtrate sulla stampa, si appresterebbero a varare, lunedì, a livello nazionale, importanti misure destinate a salvare le banche in crisi e ridare fiato al sistema creditizio. In questo scenario ha quindi preso quota la possibilità che da Parigi scaturiscano precise indicazioni operative. Innanzitutto per sbloccare la crisi di liquidità che ha colpito il sistema fornendo garanzie pubbliche comuni sui prestiti interbancari. E ufficializzando le modalità di intervento pubblico nel settore bancario sull’esempio di quanto già deciso e annunciato da Londra nei giorni scorsi. Ma anche ammettendo la necessità di intervenire rapidamente per creare un unico sistema di sorveglianza europeo su un settore creditizio e finanziario ormai integrato e prendendo atto che il costo della crisi peserà negativamente sul rispetto dei vincoli in materia di finanza pubblica fissati dal Patto di stabilità. “Da molto tempo la Commissione chiede un più grande coordinamento economico nella zona euro. Noi abbiamo bisogno di un coordinamento senza precedenti per rispendere a questa crisi che è senza precedenti”. È quanto ha dichiarato il presidente dell’esecutivo europeo Josè Manuel Barroso in occasione del vertice dell’Eurogruppo a Parigi. “La Commissione”, ha sottolineato Barroso in una nota, “ha lavorato duro per garantire che le misure prese nella zona dell’euro e negli altri Stati membri siano efficaci e si rafforzino reciprocamente. Dobbiamo costruire su quello che i ministri delle Finanze del G7 hanno deciso con un programma più dettagliato a livello europeo”. Intanto l’agenzia francese Afp ha rivelato alcune indiscrezioni sul piano predisposto da Gordon Brown. Lunedì le contrattazioni della Borsa di Londra potrebbero essere sospese per tutta la giornata. Successivamente le 4 principali banche del Regno Unito, vale a dire Royal Bank of Scotland, HBOS, Lloyds TSB e Barclays, annuncerebbero ufficialmente la loro intenzione di aderire al piano del governo che le seminazionalizzerebbe, inserendo nel contempo nel loro capitale circa 64 miliardi di euro. Successivamente Brown annuncerebbe al sistema bancario britannico l’esistenza di un fondo statale di altri 320 miliardi di euro a garanzia dei prestiti interbancari.


PARIGI - I quindici Paesi della zona euro garantiranno i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. E' quanto deciso oggi a Parigi dal vertice straordinario dell'Eurogruppo. L'accordo è flessibile, nel senso che ogni Paese deciderà in concreto come porre in atto queste garanzie. In particolare verranno varate misure straordinarie contemporaneamente dai Consigli dei Ministri di Italia, Francia, Austria e Germania.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha espresso l'auspicio che misure analoghe vengano adottate da tutti i Paesi dell'Unione Europea: domani ne parleranno in Lussemburgo i ministri degli Esteri dell'Ue, in vista del vertice fissato per mercoledì e giovedì a Bruxelles. L'Unione Europea chiederà inoltre agli Stati Uniti di organizzare un vertice internazionale per definire una riforma complessiva del sistema finanziario globale.

Tra le misure approvate, ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, c'è la sospensione del 'mark to market': "Con le decisioni prese oggi si sospende la regola del mark to market secondo cui le aziende dovevano abbattere il valore patrimoniale in bilancio e possono rimanere sui valori precedentemente dichiarati".


Misure flessibili. Nel pomeriggio era circolata tra i giornalisti che hanno seguito il vertice di Parigi una dettagliata bozza in sei punti dell'accordo finale. Tuttavia questa bozza, della quale il governo francese ha poi negato la paternità, sembra essere stata accantonata alla fine per un accordo più flessibile, che stabilisce i principi di fondo e lascia a ciascun governo il compito di stabilirne le concrete applicazioni. "Gli Stati membri devono agire in un quadro comune, coordinando le loro azioni. - ha detto nella conferenza stampa finale il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso - Crediamo che sia molto importante assicurare questa coerenza, anche con i Paesi membri che non fanno parte della zona euro, come il Regno Unito, per restaurare la fiducia nei mercati".


Le garanzie. "I governi daranno garanzie pubbliche per il rifinanziamento del sistema bancario", ha confermato Nicolas Sarkozy al termine del vertice di Parigi. Il rifinanziamento delle banche sarà "limitato" alla fine del 2009 e "alle condizione di mercato", ha aggiunto Sarkozy specificando che "ogni Paese membri "potrà rafforzare il capitale delle proprie banche". "Bisogna ridare liquidità alle banche, perché diano finanziamenti a medio termine, soprattutto alle famiglie e alle piccole imprese: per questo stiamo varando questo piano, che tutti i paesi applicheranno, anche se con flessibilità", ha sottolineato Sarkozy.

Accordo non trovato sulle cifre. Il presidente francese ha ammesso che gli 'Euroquindici' si sono divisi sulle cifre del piano europeo anticrisi, riferendo che alla fine saranno annunciate singolarmente domani dai governi nazionali. "Abbiamo discusso tra di noi per annunciare delle cifre, in modo da dare credibilità al piano", ha detto Sarkozy, spiegando che alla fine ci si è limitati a fissare dei principi che saranno messi in pratica domani dai governi nazionali, in maniera concertata. "Il tempo delle cifre è domani", ha aggiunto il capo dell'Eliseo.


Nessun regalo alle banche. "Non faremo regali alle banche - ha sottolineato Sarkozy - Gli stati faranno pagare gli interventi al loro giusto prezzo. I management che falliscono saranno messi da parte, non dovranno avvantaggiarsi da questo piano".


Berlusconi: "Da noi nessuna ricapitalizzazione". Il premier Berlusconi ha spiegato che in Italia non ci saranno ricapitalizzazioni: "Riteniamo che dopo Unicredit non appaia oggi la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni". Il presidente del Consiglio si è mostrato ottimista sulla situazione italiana: "La nostra posizione è ottimale, molto meglio degli altri Paesi".


"Il piano ridarà fiducia ai mercati". Berlusconi si è detto fiducioso sulla reazione del mercato al piano dell'Eurogruppo: "Immagino che i mercati possano prendere atto e che i provvedimenti decisi oggi possano ridare fiducia agli investitori". Analogo auspicio è stato espresso dal premier inglese Gordon Brown, che non ha partecipato al vertice, non facendo parte dell'Eurogruppo, ma ha incontrato poco prima il presidente Sarkozy: "In pochi giorni tornerà la fiducia nel sistema bancario", ha detto, lasciando l'Eliseo.


( 12 ottobre 2008 ) Fonte: La repubblica


Via libera del Cdm straordinario:
aiuti statali per le banche a rischio
ROMA
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legge contenente provvedimenti per la stabilità delle banche e del risparmio. Domani mattina il ministro dell’Economia Giulio Tremonti riferirà alla Camera sulla crisi dei mercati finanziari internazionali.

La norma approvata dal governo prevede un fondo da 20 miliardi di euro per il salvataggio delle banche. «In Italia non fallirà nessun istituto», assicura il premier Berlusconi: «Questo decreto - ha detto il premier - conferma quello che avevo detto agli italiani già mercoledì a Napoli. Il sistema bancario italiano è patrimonializzato a sufficienza, ha liquidi a sufficienza, non ci sono problemi di ricapitalizzazione». «Nessun risparmiatore rischia», ha aggiunto il presidente del Consiglio invitando gli italiani a «stare sereni perché da noi ci sono le più forti garanzie» e a quelle «mutualistiche tra le banche» si aggiunge «quella del governo».

Sulla stessa linea il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Il sistema italiano garantisce sui depositi dei risparmiatori nel modo più efficiente in Europa. A questa garanzia aggiungiamo la garanzia pubblica, convinti del fatto che non serve perchè noi impediamo che una sola banca fallisca». Il Tesoro è dunque pronto a intervenire sul mercato per soccorrere le banche qualora eventuali operzioni di ricapitalizzazione non venissero raccolte dal mercato. Ma l’intervento dello Stato, ha spiegato Berlusconi , avverrebbe «attraverso l’acquisto di azioni privilegiate senza diritto di voto, salvaguardando così la privatizzazione delle banche».

Il sistema bancario italiano viene definito «solido» anche dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Tuttavia i riflessi della crisi dei mercati finanziari internazionali «stanno arrivando anche da noi», quindi - spiega Draghi - lo scopo del decreto varato dal governo è quello di «mettere da parte le armi» anche se poi «si pensa di non usarle». Tra gli interventi decisi da governo e Bankitalia per affrontare la crisi finanziaria «c’è una misura della Banca d’Italia che renderà più facile, per le imprese e per le banche, fare dei collaterali, ossia dare delle garanzie a fronte di finanziamenti che la stessa Banca d’Italia farà alle banche», ha spiegato il governatore in conferenza stampa a palazzo Chigi con Berlusconi e Tremonti.
(13.10.08) Fonte: La Stampa