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Ferrazzano

pag. 338 – Questa è la fedele riproduzione del romanzo Ferrazzano pubblicato da Luigi Natoli in appendice al Giornale di Sicilia a partire dal 30 ottobre 1932 con lo pseudonimo di William Galt. In quest’opera lo scrittore palermitano narra di Ferrazzano, comico del ‘700 quale maschera del teatro siciliano. Di lui si sa poco. Forse è anche realmente esistito, e alcune sue storie tramandate dal popolo, Natoli le riporta nel romanzo imbrigliando ad arte il personaggio fra realtà e fantasia... “Egli era l’anima di tutti, ne interpretava ciò che aveva di più caratteristico, lo spirito, mettendone in caricatura i difetti; or grossolano, or fino e sottile; ora pigliava batoste che mandavano il pubblico in visibilio, or le dava con non minor festa. Era insomma tutto quanto il pubblico”.

... E Natoli fa questo, ci porta nel ‘700, ci dice le strade e i palazzi, ci racconta di duchi e di principi, di duchesse e di marchesi, ci parla di cavalier serventi, criticando un’etica che non c’era e un’estetica che pretendeva di essere in ogni luogo, proprio come oggi, più o meno, e lo fa con Ferrazzano, un uomo che è forse esistito o forse no, che forse è colui che è esistito o forse no, un comico esilarante e picaresco, comunque, che la gente ama, ma che di esilarante e picaresco ha ben poco, stando alla narrazione di Natoli, un uomo ordinario, furbo quanto basta, che vorrebbe solo una quotidianità serena, in compagnia della figlia acquisita Floristella, un uomo che è invece invischiato in una trama arditissima, piena di colpi di scena, con un finale degno di un noirista contemporaneo. – Rosario Palazzolo, scrittore palermitano.

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