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Consulenti del lavoro protagonisti della contrattazione di secondo livello

Il futuro prossimo dei Consulenti del lavoro? Protagonisti della contrattazione di secondo livello a supporto delle aziende, quali conoscitori delle loro diverse dinamiche produttive e potenzialità di crescita.

Con la definizione dell’accordo del 22 gennaio 2009 , il sistema delle relazioni industriali si evolve con delle novità: un modello contrattuale comune. Il testo firmato dalle parti sociali si compone in 19 punti che intendono perseguire il fine dello sviluppo economico e della crescita occupazionale fondata sull'aumento della produttività e l'efficiente dinamica retributiva . Grande spazio viene dato all a contrattazione di secondo livello necessaria perché collega incentivi economici al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza, efficacia ed altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitività ed ai risultati legati all'andamento economico delle imprese, concordati fra le parti .

Il Consulente del lavoro può essere di supporto alle aziende con lo spostamento del fulcro della contrattazione a
livello di azienda poiché conoscendo le dinamiche del costo del lavoro e dei picchi di attività aziendali, può fare in modo che la retribuzione di secondo livello contempli davvero premi variabili e non semplici incrementi retributivi in aggiunta a quanto deciso dalla contrattazione di primo livello. si dovrebbe permettere che una quota del salario sia messa in rapporto con le variazioni della produttività in base a regole decise a livello nazionale per le imprese in cui non si fa contrattazione, o azienda per azienda.


E’ sempre più chiaro perciò che l’obiettivo fondamentale è il rafforzamento del legame fra salari e produttività , solo così saremo in grado di far decollare la contrattazione di secondo livello. I Consulenti del lavoro, rilevando gli incrementi di produttività a livello di singola azienda, potrebbero attrarre lavoratori nelle imprese che hanno maggiori potenzialità di crescita. Conoscendo le dinamiche del mercato del lavoro potrebbero, inoltre, ridurre la disoccupazione aumentando la domanda di lavoro in aree depresse consentendo un migliore inserimento nel mondo del lavoro di particolari tipologie di lavoratori (donne, giovani, immigrati) e un’organizzazione del lavoro in grado di meglio utilizzare le competenze dei lavoratori con più di 60 anni.