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Ancora sentenze con il doppio risarcimento per il contratto a termine sanato

La Corte d'Appello di Roma, con la sentenza n. 267 del 2012, interviene con una pronuncia originale in tema di contratti a termine. L’originalità è rispetto alla normativa in vigore; infatti, i giudici della Corte d'appello hanno stabilito un doppio risarcimento per i lavoratori che ottengono la trasformazione del contratto a termine in rapporto a tempo indeterminato. All'indennità sostitutiva, già disposta con il Collegato lavoro (legge 183/2010), va aggiunto – si evince dalla sentenza - l’ulteriore risarcimento consistente nelle retribuzioni che il dipendente avrebbe percepito a partire dalla data di deposito del ricorso giudiziale.

La pronuncia non tiene conto della sentenza n. 303 (9 novembre 2011) della Corte Costituzionale, scaturita proprio da sparute decisioni del tenore di quella in esame, che spiega: “..il danno forfettizzato dall'indennità copre il periodo che corre dalla scadenza del termine fino alla sentenza”.

Si ricorda che il Collegato lavoro, dichiarato costituzionalmente legittimo dalla Consulta, stabilisce che: “Nei casi di conversione del contratto a tempo determinato, il giudice condanna il datore di lavoro al risarcimento del lavoratore stabilendo un'indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell'articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604”.

Essendo omnicomprensivo, il risarcimento esclude qualsiasi altro indennizzo.


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