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Immigrati che lavorano in italia sono 2 milioni pari al 9,1% degli occupati


Il Rapporto Annuale sull'Economia dell'Immigrazione 2011 è stato presentato l'8 novembre a Milano presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Milano Bicocca nel convegno dal titolo “Gli stranieri: quale valore economico per la società?”. Il Rapporto è stato realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri.

Mercato del lavoro straniero - Tabelle

Stranieri: un valore economico per la società

Sono il 9,1% degli occupati, dichiarano 40 miliardi di € e pagano 6 miliardi di € di Irpef

Gli stranieri rappresentano una risorsa per il territorio nazionale: in Italia si contano oltre 2 milioni di lavoratori immigrati (il 9,1% del totale degli occupati), in sede di dichiarazione dei redditi notificano al fisco 40 miliardi di € (pari al 5,1% del totale dichiarato) e pagano di Irpef quasi 6 miliardi di € (pari al 4,1% del totale dell’imposta netta). Ma rappresentano la parte di popolazione che maggiormente ha subìto gli effetti negativi della crisi (il tasso di disoccupazione straniero è passato dall’8,5% del 2008 all’11,6% del 2010), mostrano livelli di povertà più elevati (il 37,9% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà) e le loro retribuzioni sono inferiori di 300 € rispetto ai lavoratori italiani.

Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2011

Il mercato del lavoro

. Dal 2008 al 2010 si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di 3,5 punti percentuali passando dall’8,1% all’11,6% e raggiungendo 274mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel biennio considerato un nuovo disoccupato su quattro ha origini straniere. Per quanto riguarda gli occupati (che sono oltre 2 milioni di soggetti), per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti (86,0%), giovani, inquadrati come operai (89,9%), dalla bassa qualifica professionale, nel settore del terziario (51,3%) e in aziende di piccola dimensione (il 53,4% lavora in imprese con meno di 10 persone).

Retribuzioni dei dipendenti

. Un dipendente straniero guadagna al mese (dato quarto trimestre 2010) una cifra netta di 987€, quasi 300€ in meno rispetto al collega italiano. Ha più possibilità di portare a casa una retribuzione più elevata l’immigrato che lavora nel settore dei trasporti (1.348 € al mese) a scapito di chi lavora nel settore dei servizi alle persone (724 € al mese), dove sono occupate maggiormente le donne.

Redditi dichiarati e Irpef pagato

. In Italia si contano complessivamente 3,2 milioni di contribuenti nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2009) che dichiarano oltre 40 miliardi di €: tradotto in termini relativi, si tratta del 7,9% di tutti i contribuenti e del 5,1% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.507 € (7mila in meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2009 i nati all’estero hanno pagato di Irpef quasi 6 miliardi di € (pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.810 € a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 64,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5% dei nati in Italia.

Livelli di povertà

. Il 37,9% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2008), contro il 12,1% delle famiglie italiane. Il reddito percepito non permette loro di risparmiare, dal momento che i consumi superano, anche se di poco, le entrate familiari. Entrate che provengono per il 90% da lavoro dipendente e che vengono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto, dal momento che appena l’11,3% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza.

Disagio economico

. Le famiglie straniere dichiarano maggiori difficoltà economiche rispetto a quelle i taliane (dati 2008): il 24,8% dice di arrivare a fine mese con molta difficoltà (contro il 16,7% di quelle italiane), il 24% è stata in arretrato con il pagamento delle bollette (vs 11,2%), il 58,8% non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 750 € (vs 30,2%) e il 52,6% non può permettersi una settimana di ferie (vs 38,6%).



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