Anticorruzione, anac:
C’è ancora molto da fare nell’applicazione della Legge Anticorruzione 190/2012 . È quanto emerge dal monitoraggio effettuato dall’Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche.
L’Anac ha fatto il punto della situazione sul primo anno di vita della Legge Anticorruzione, lamentando, a livello politico, la poca determinazione nell’applicazione delle misure per la prevenzione e il contrasto della corruzione.
Come si legge nel rapporto, nonostante i reiterati solleciti dell’Autorità, non tutti i Ministeri, gli enti pubblici nazionali, le Regioni, e gli enti locali hanno nominato il responsabile della prevenzione della corruzione.
Allo stesso tempo, molte amministrazioni hanno mostrato l’intenzione di mettersi in regola, anche se più che atteggiamenti orientati al risultato ha prevalso la “logica dell’adempimento”.
Un insieme eterogeneo di soggetti, inoltre, con interpretazioni ‘mirate’ e poco sistematiche della normativa, hanno invocato presunte specificità per cercare di eludere l’applicazione della legge.
Rimangono poi incerti i confini dell’applicazione della normativa sulla trasparenza alle società partecipate dalle Pubbliche Amministrazioni, a causa dei riferimenti poco chiari sia alle “attività di pubblico interesse disciplinate dal diritto nazionale o dell’Unione Europea” a cui si applica il regime della trasparenza, sia alle società quotate e loro controllate a cui non si applica la trasparenza. Per questi motivi, secondo l’Autorità sarebbe opportuno definire la soglia minima della quota di partecipazione pubblica alla quale collegare gli obblighi di trasparenza.
La situazione è aggravata anche dall’insufficienza delle risorse dell’Autorità, che non riesce a tenere il passo con i nuovi compiti, e dalla mancanza di differenziazioni in relazione alla dimensione o alla tipologia delle amministrazioni. Dove esiste un solo dirigente, ad esempio, non è possibile attuare la rotazione delle figure dirigenziali.