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Il cioccolato è, in assoluto, suprema soddisfazione della gola, massima voluttà del palato, superbo godimento per edonisti convinti e golosi impenitenti. Lo è tanto più quando è prodotto in modo artigianale da un pasticciere provetto, dotato di passione e fantasia. Un maestro, ossia, in grado di ricavare un accattivante campionario di forme e di gusti. Come Peppino Berardi  che ha fatto della sua pasticceria omonima di Ruvo un vero e proprio tempio dedicato al cioccolato. Un angolo unico nel panorama italiano della cioccolateria, dove squisitezze e peccati di gola sono sempre all’ordine del giorno per tutto l’anno.
Peppino Berardi è appassionato del suo lavoro, tanto da averne fatto un'arte. Dalle piccole praline alle tavolette, dai grossi modelli cavi allo squisito nocciolato, i suoi prodotti sono l'espressione di un piacere che non conosce limiti. Un arcobaleno di sapori che talora diventano vere e proprie sculture, da gustare però solo con gli occhi: farne partecipe il palato sarebbe un sacrilegio. Il contatto fra Giuseppe Berardi e il cioccolato comincia molto presto quando il piccolo Peppino, all'età di otto anni, inizia a frequentare come praticante le pasticcerie del suo paese natale, Ruvo di Puglia. A diciassette anni la passione si fa sempre più importante: Peppino Berardi si trasferisce in Svizzera, a Sion, per frequentare il laboratorio-scuola di pasticceria e cioccolateria diretto dal professor Roberto Muller. «In Svizzera – racconta Peppino – ho imparato le basi. Sappiamo tutti che è il Piemonte la patria del cioccolato, ma gli elvetici sono stati i primi a sviluppare un’industria cioccolatiera. Questa si è sviluppata sull’esperienza delle prime botteghe che lavoravano il cioccolato in modo artigianale. Io volevo per l’appunto imparare l’arte del cioccolato puro quando gran parte della gente, qui in Italia, consumava soprattutto surrogati industriali». Terminata la scuola, pochi anni dopo avvia a Ruvo la sua Pasticceria che in breve tempo si afferma a livello regionale. Berardi è un pasticciere provetto, per molti anni consulente speciale della ditta Carpigiani, produttrice di macchine per la pasticceria. Il maestro del cioccolato pugliese riceve anche numerosi riconoscimenti, fra cui il premio “Dino Villani 1997" indetto dalla Accademia Italiana della Cucina. Ma la sua vera passione è sempre rimasta il cioccolato. Specializzatosi in materia, nel giro di qualche anno la sua produzione ha assunto rinomanza in tutta Italia e anche all'estero. «Quando ho aperto la mia prima pasticceria nel 1971 – racconta Berardi – avevo a disposizione un locale di 50 metri quadri e spesso mi capitava di mangiare quello che io stesso avevo preparato. Mancava, in realtà , una cultura del palato. Pian piano, con sacrifici, sono riuscito ad abituare la mia clientela alla differenza tra il cioccolato del negoziante e quello artigianale. Oggi ho un grosso laboratorio, con venti validi collaboratori, e spediamo in tutto il mondo il nostro cioccolato, anche in Canada e negli Stati Uniti». Peppino Berardi ha conosciuto anche un periodo di fama televisiva che lo ha fatto conoscere, insieme alle sue ricette e alla sua maestria, ai telespettatori di tutta Italia. È infatti stato ospite fisso di una nota trasmissione Rai dedicata alla cucina e con la società editrice della tv di Stato ha anche pubblicato diversi libri dedicati ai dolci.
Ma quali sono le specialità della Pasticerria Berardi ? Mille sapori, mille forme, mille tipi diversi di intendere il cioccolato. In primis le praline: mille gocce di desiderio profumate al Sale rosa dell’Himalaya, Basilico, Olio extra vergine d’oliva, Tabacco cubano, Pepe e grappa torbata, Aceto balsamico, Lampone, Fragola e aceto balsamico,  The verde, Rhum e arancia, Gianduja e finocchietto, Peperoncino, Cognac e tutte le origine uniche tipo Gujave, Madagascar, Ecuador, Guaranda, Mexico..... Farcite di creme golose o interamente di cioccolato, con un'anima di ciliegia, di nocciola, di caffè, le praline sono semplicemente superbe, stuzzicano il palato con il loro arcobaleno di sapori non prima di aver appagato anche l'occhio con il loro aspetto invitante e carico di promesse.
Tra le ghiottonerie di Berardi, spicca sicuramente una sua particolare creazione: il mandorlaccio. «Si prepara con mandorle rigorosamente pugliesi. Pochi sanno che le nostre mandorle sono le migliori del mondo. Con il mandorlaccio ho voluto creare un dolce tipico della nostra regione che potesse andare al di là della singola ricorrenza e proporsi come prodotto per tutto l’anno. Le mandorle vengono miscelate con il cioccolato bianco per dar vita a un sapore non particolarmente dolce ma incredibilmente gustoso». Il mandorlaccio è un dolce realizzato secondo un’antica ricetta che da tempi remotissimi si tramandava nelle campagne pugliesi. L’origine del dolce, realizzato con mandorle tritate e miele, risale ad epoca pre-romana, probabilmente appula, ed è presumibilmente legata ad antichi riti di rinascita e fecondità . L’antica tradizione appula è sopravvissuta nelle campagne pugliesi fino al secolo scorso, attraverso la realizzazione di un dolce; quindi, caduta in disuso la tradizione, non s’è più parlato di Mandorlaccio fino a quando Giuseppe Berardi non ne ha fatto rivivere la fragranza riportando in tavola il dolce della tradizione pugliese. A tal proposito, il Mandorlaccio è stato oggetto di importanti riconoscimenti quale, quello ricevuto dalla Regione Puglia inserendolo nell’elenco dei prodotti tipici pugliesi.
La maestria di Peppino Berardi si segnala anche nei  prodotti a stampo su disegno rifiniti e decorati a mano, ovvero quegli elementi che abbelliscono la tavola nelle occasioni importanti e nelle ricorrenze. Non mancano poi per le grandi occasioni le uova di Pasqua, l'agnello pasquale, le campane, il Babbo Natale, l'abete natalizio e perfino un panettone, un po' speciale, rigorosamente di cioccolato e pieno di golosi cioccolatini. E poi l'immagine di S. Nicola, e qualunque altra la fantasia riesca a suggerire. Con il cioccolato il maestro Berardi non crea solo leccornie per golosi, bensì realizza anche opere d'arte, vere e proprie sculture adatte più a soddisfare il piacere degli occhi che quello del gusto: tra i suoi lavori si segnalano il p esce sul fondo , il guerriero barbaro e, non ultima, una libera interpretazione di Castel del Monte .
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Numero di iscrizione nel registro delle imprese: 23978
Numero R.E.A.: 159929
Tipo Impresa: Ditta individuale
Capitale Sociale: € 76133,25