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Chi siamo

Mission: l'orgoglio della artigianalità reinventata Artigiani, non fornitori

L'artigianato negli ultimi decenni è stato confinato spesso a subfornitura.


Le aziende industriali, per opportunità di razionalizzazione dei costi e per risolvere problematiche sindacali, hanno spesso delocalizzato alcune fasi del proprio processo produttivo, contribuendo a relegare realtà artigianali nel ruolo di subfornitori.


Questo aspetto, se per un verso ha accresciuto la specializzazione e l'innovazione tecnologica, le procedure ed il modo di fare azienda, dall'altro ha depauperato l'artigianato di alcuni aspetti essenziali.


Il patrimonio artigianale

Noi artigiani abbiamo perduto buona parte della nostra capacità di leggere e interpretare il mercato dei consumi e dei bisogni, ritenendo che l'industria potesse avere un punto di osservazione più alto e specialistico.


Conseguentemente abbiamo dimenticato la nostra capacità di convertire i bisogni in prodotti tramite una progettualità antica e sapiente, continuità della storia delle antiche botteghe artigiane.


Abbiamo perduto le “vetrine”, cioè la possibilità di mostrare concretamente le nostre intuizioni, le nostre invenzioni e i nostri piccoli lavori, quelli costruiti fuori dagli orari di lavoro, nei sabati e nelle domeniche sottratti alle nostre famiglie.


Abbiamo spesso perduto la nostra capacità di studiare un progetto, di fare modelli, di ipotizzare un mercato, di vendere un prodotto e di avere dati di post vendita da riconiugare.


Abbiamo ignorato la nostra capacità di umanizzare il lavoro, l'orgoglio di essere artigiani, di potere insegnare ai giovani a lavorare e di trasmettere loro antiche conoscenze tecniche e comportamentali.


Ieri

In passato un'azienda artigianale era una piccola comunità dove si lavorava fianco a fianco, imparando un mestiere e codici comportamentali: l'apprendista imparava con l'obiettivo di diventare un buon operaio, l'operaio capitalizzava la conoscenza per potere diventare a sua volta un artigiano.


I vecchi operai e gli artigiani vivevano a contatto con i giovani apprendisti, gli uni avevano l'esperienza e gli altri l'energia: entrambi miravano a meritarsi il rispetto reciproco.


Oggi

Oggi, in questa fase di crisi economica dove l'industria diminuisce o annulla le commesse per fronteggiare il momento difficile, noi artigiani non sappiamo come e dove collocarci, perché non siamo più abituati a pensare e a leggere la realtà: non sappiamo reinventarci.


Crediamo che una azienda artigiana debba riappropriarsi di questo patrimonio di conoscenze perdute, sfruttando la grande opportunità che oggi consente nuove strategie di comunicazione, la rete.


Da qui ricominciamo a tornare sui banchi di scuola, a studiare, a capire, a scambiarci le nostre esperienze e i nostri piccoli segreti sulle tecnologie applicative, a confrontarci e a riacquisire la nostra antica e perduta fisionomia.


Ci auguriamo che 220254.it, un coraggioso tentativo di ritrovare l'orgoglio di una artigianalità reinventata, sia condiviso da chi, come noi, crede nel rinnovamento, nella onestà intellettuale, nel confronto, nel lavoro e nell'uso di codici etici e commerciali corretti; per chi, come noi, fa della propria vita la speranza di costruire piccole cose di utilità e rapporti veri fra le persone.



Numero di iscrizione nel registro delle imprese: 02077500359
Numero R.E.A.: 249635
Tipo Impresa: Societ? in accomandita semplice (s.a.s.)
Capitale Sociale: € 16000
Numero dipendenti: Microimpresa (meno di 10 dipendenti)
Fatturato: dai 100.000 ai 250.000 di euro
Numero di iscrizione all'Albo: RE-249635
Albo di riferimento: : impresa artigiana