Chi siamo
La pasticceria è stata inaugurata nel 1915 dal famoso maestro di origine bavarese Gustavo Pfatisch nato nel 1887 a Fossano e presto giunto a Torino . Nel 1921 l'attività venne trasferita nella sede attuale di via sacchi. Il palazzo scelto dal fondatore era uno splendido edificio liberty firmato dal famoso architetto Pietro Fenoglio nel 1903 con soffitti delle abitazioni e delle scale riccamente decorati in stile floreale.
Nel 1926 il locale e la facciata vennero raddoppiate con l’eliminazione di un muro maestro interno che rese necessaria la costruzione di due pilastri per sostenere la volta. Il negozio venne costruito in stile rigido ispirandosi all’art deco che furoreggiava all’epoca. La facciata è in massello di noce nazionale con inserti di onice e il portinsegna con lettere di bronzo e lo zoccolo in marmo verde alpi.
L’interno, rimasto intatto dalla fondazione, composto sempre da una struttura in massello di noce con specchiere e piani di cristallo e banchi coperti di marmo screziato con inserti di radica di noce, due lampadari di Murano di inizi del ‘900 e ante interne alle vetrine con vetri givré.
L’arredamento venne curato dalla ditta Dosio e i marmi vennero procurati dai fratelli Catella .
Contemporaneamente nel seminterrato il fondatore attrezzava una fabbrica completa per la produzione del cioccolato a partire dalla fava di cacao che veniva tostata a carbone. I macchinari rappresentavano quanto di meglio esistesse allora della ditta LEHMAN e BUEHLER : tostino, rompi/separa cacao in legno di fine ‘800, mescolatore a macine di granito, raffinatrice a cinque cilindri e 4 conche piane dove il cioccolato dopo 72 ore di lavorazione usciva liscio e perfettamente armonizzato e pronto per il confezionamento.
La fabbrica, chiusa da qualche anno a causa delle normative avverse rappresenta ora un perfetto museo del cioccolato di inizio del secolo scorso in attesa di fare ripartire qualche macchinario dopo la messa a norma definitiva dei locali. Ora la produzione continua nel laboratorio di pasticceria come una volta con gianduiotti, tavolette, creme da spalmare e pralineria.
Nel 1934 la conduzione passava a Carlo Ferraris , già socio di Gustavo Pfatisch , e da allora appartiene sempre alla stessa famiglia. Nel frattempo il fondatore rilevava la pasticceria dei fratelli Bosello di Corso Vittorio Emanuele 76 che nel 1963 veniva ceduta ai Peyrano che affiancavano al loro nome quello di Pfatisch creando nei decenni successivi molti equivoci sulle rispettive denominazioni.
Riparate le ferite dei bombardamenti della II guerra mondiale , l’attività riprendeva in espansione. Nascevano nuove torte come il famoso Festivo , la meringata al cioccolato eletta simbolo della pasticceria; veniva lanciata negli anni 50 del secolo scorso, la pasticceria salata che oggi può vantare ottanta tipi diversi di salatini freschi e le rinomate torte gastronomiche di canapéés. Si preparano ancora i marroni della Val di Susa , più precisamente di Villarfocchiardo , sbucciati a mano dopo lunghe ore di bollitura e sottoposti a otto giorni di canditura continua, per ottenere un prodotto completamente diverso da quello industriale ormai diffuso ovunque.
La pasticceria è stata dichiarata locale storico d’Italia al pari di altri illustri nomi di cui è ricca la città di Torino , rappresentando un esempio quasi unico di locale rimasto intatto dalla fondazione e frequentato in passato da personalità come i principi e le principesse Savoia , il Duca d’Aosta , la contessa Calvi di Bergolo , la contessa di Mirafiori , Mario Soldati , Indro Montanelli , Norberto Bobbio e molti altri.
Ultimamente nel locale e nel laboratorio sono state girate svariate scene della fiction “ Il grande Torino ” con Michele Placido , Beppe Fiorello , Tosca d’Acquino per la regia di Claudio Bonivento e di "Enrico Mattei" per la regia di Giorgio Capitani .