Sei in: Glossario

CRONOBIOLOGIA



La Cronobiologia è una branca della Biologia che studia il modo in cui i ritmi naturali del nostro organismo (il ritmo psichico, fisico ed emotivo) subiscono l’influenza dei ritmi del Sole e della Luna. Gli studi sulla Cronobiologia si concentrano principalmente sul ritmo circadiano , un ciclo di processi fisiologici che dura 24 ore e che interessa ogni parte del corpo umano.


La cronobiologia è una disciplina scientifica antica, che è stata utilizzata per identificare i cicli di crescita delle piante commestibili e, in seguito, per seguire i cambiamenti del corpo di una donna durante la gravidanza. La prima osservazione scientifica formalmente codificata della cronobiologia risale al XVIII secolo, quando l’astronomo francese Jean Jacques d’Ortous de Mairan registrò per la prima volta i movimenti delle foglie delle piante che si girano per esporre la massima superficie al sole e stimolare la produzione di clorofilla.


I tre cicli base della Cronobiologia

Ritmi Infradiani (dal latino “ infra “, che significa “sotto” e “ dies “, che significa “giorno”) sono ritmi che durano più di 24 ore. Questi ritmi si ripetono ad intervalli di qualche giorno, di settimane, di mesi o addirittura una volta all’anno. Un’oscillazione, dunque, dura più di 24 ore. Ne sono un esempio i ritmi stagionali, come la migrazione degli uccelli, ma anche i ritmi lunari che seguono le fasi della luna (circa 29,5 giorni) e i ritmi semi lunari (circa 14 giorni) normalmente associati ai cicli delle maree.


Anche ritmi imprevedibili, ossia quei ritmi che non hanno corrispondenza nell’ambiente, come il ciclo riproduttivo delle donne, sono considerati ritmi infradiani.


Ritmi Ultradiani (dal latino “ ultra “, che significa “sopra” e “ dies “, che significa “giorno”) sono ritmi biologici che durano meno di 24 ore. Molte delle funzioni fisiologiche dell’organismo umano sono un esempio di ritmo ultradiano. Questi ritmi si ripetono a cicli multipli nell’arco di una giornata.


Un adulto, per esempio, ha un ciclo di fatica e riposo di circa 2 ore. I ritmi ultradiani regolano le funzioni fisiche, emotive e spirituali. Spesso durano diverse ore e comprendono l’ingestione di cibo, la circolazione del sangue, la secrezione di ormoni, le varie fasi del sonno e la curva di rendimento dell’organismo. Questi processi sono radicati nel nostro corpo in un milione di modi. Alcuni durano appena pochi secondi, come il controllo del respiro; alcuni addirittura millesimi di secondo, come molti dei processi che avvengono nelle cellule del sistema microcircolatorio.


I ritmi delle maree (circa 12,5 ore) che seguono ripetuti flussi e riflussi hanno una funzione speciale per molti abitanti di località in cui si pratica il surf.


Ritmi Circadiani (dal latino “ circa “, che significa “approssimativamente”, e “ dies “, che significa “giorno”): Ritmi che durano circa 24 ore. Per esempio: il ciclo sonno/veglia degli esseri umani, il movimento delle foglie. Molti effetti dei ritmi circadiani influiscono direttamente e immediatamente sugli esseri umani; per questo sono quelli maggiormente studiati. Pertanto, tutto ciò che segue si riferisce ai ritmi circadiani.


La quasi totalità delle funzioni umane (temperatura corporea, pressione arteriosa, battito cardiaco), segna un andamento ritmico è stato dimostrato negli anni ’50 da alcuni ricercatori francesi che stavano studiando i livelli di secrezione del potassio con le urine e scoprirono che essi seguivano un ritmo regolare della durata di circa 24 ore concordavano con quelli di altri ricercatori ed il quadro che ne venne fuori è che, al contrario di quanto si pensava fino ad allora, la quasi totalità delle funzioni umane (ad esempio la produzione ormonale, l’andamento della temperatura corporea, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, dell’umore) ha un andamento ritmico.


p297_0_01_02 I ritmi biologici, scoperti da Franz Halberg, seguono – in prima approssimazione – una curva sinusoidale, ossia una doppia curva che cresce fino ad un massimo (acrofase) e poi scende fino a un minimo, variando intorno ad un valore mediano che si chiama mesor .


La doppia curva crescente, decrescente, poi nuovamente crescente e decrescente si completa in un periodo di tempo ben definito.


I ritmi con un periodo compreso tra le 20 e le 28 ore vengono definiti circadiani.
Quelli con un periodo inferiore alle 20 ore, come da esempio le fasi del sonno, vengono definiti ultradiani .


I ritmi con un periodo superiore alle 28 ore si chiamano infradiani ; tra questi ultimi va ricordato il ciclo mestruale che avendo una durata pari a quella del ciclo lunare viene definito “circalunare” .


In particolare, il ritmo circadiano , (dalle parole latine “circa” e “dies” = “ciclo di quasi un giorno”) è il componente fondamentale di quello che potremmo chiamare “orologio biologico” . Come detto, questi sono i ritmi che hanno un andamento sinusoidale che si completa (inizio e fine del ciclo) in un tempo compreso tra le 20 e le 28 ore .


Molti sono i parametri biologici studiati in medicina che presentano un ritmo circadiano, con momenti, nell’arco delle 24 ore, di massima (acrofase) e di minima espressione (più o meno dopo 12 ore). Anche quelli di più comune ed insospettabile rilievo nella medicina classica, come l’emocromo, possono variare a seconda dell’ora nella quale vengono studiati.


Ci si è domandato cosa regola nell’organismo l’andamento dei cicli.


La risposta è stata trovata sia all’interno di esso che all’esterno. Si è infatti osservato che i ritmi circadiani sono regolati da una sorta di orologio biologico, localizzato in una struttura del sistema nervoso centrale denominata ipotalamo .


Tuttavia è stato osservato che anche stimoli esogeni , cioè esterni all’organismo, possono alterare i ritmi circadiani. Il più importante tra questi è l’alternarsi del giorno e della notte , cioè della luce e del buio, che condiziona tutte le abitudini della società umana. In tal senso basti soffermarsi sul fatto che la maggior parte delle attività dell’uomo moderno si svolgono di giorno quando c’è luce e la temperatura dell’ ambiente è più elevata. Ad ulteriore dimostrazione dell’influenza dei fattori esogeni basta ricordare la desincronizzazione e la successiva risincronizzazione dei ritmi circadiani dopo un cambiamento di fuso orario. Ciò prova che l’orologio biologico è essenzialmente sincronizzato sull’alternanza di luce e buio.


L’andamento del ritmo circadiano “dell’umore” , di un individuo, mostra come lo stato d’animo migliore coincida con le ore pomeridiane e serali . Un altro problema fondamentale, strettamente connesso all’esistenza dei ritmi circadiani, è il cambiamento di fuso orario. Trasferirsi da un continente all’altro costringe i soggetti a mangiare ad ore diverse da quelle alle quali è abituato e, principalmente, a cambiare l’ora di addormentamento e di risveglio. Egli avrà la sensazione che il suo giorno si sia allungato quando si sposta verso ovest (per esempio andando in America) e che, invece, si sia accorciato andando verso est (Australia).


Il cortisolo è soggetto ad una secrezione basale pressoché costante nelle 24 ore, con picco massimo (acrofase) registrato intorno alle primissime ore del mattino (3-4) e picco minimo che coincide con le prime ore di riposo notturno (22-24).


La concentrazione plasmatica del GH o somatotropina raggiunge la propria acrofase intorno alle 24 e fa registrare i suoi valori minimi dalle 8 alle 20.


Il testosterone ha il suo apice intorno alle 2-3 del mattino, mentre il picco minimo si registra intorno alle 18.


Il TSH , il principale ormone che regola le funzioni tiroidee, ha un andamento del tutto simile a quello del testosterone.


Sono molti anche i malesseri che tendono a seguire ritmi circadiani ovvero una cadenza prossima alle 24 ore. Ad esempio di notte chi ha subito importanti operazioni chirurgiche va più facilmente incontro a complicazioni, come pure aumenta la secrezione acida dello stomaco (attenzione all’ulcera, soprattutto tra le 22.00 e le 2.00) e compaiono più facilmente attacchi d’ asma , intorno alle 4.00 , orario in cui il corpo riduce al minimo la produzione di sostanze bronco-dilatatrici naturali.


I rischi di ictus e infarto aumentano nelle prime ore del mattino , quando sale la pressione del sangue e sempre intorno alle 6.00 le persone diabetiche sono maggiormente a rischio di crisi ipoglicemiche poiché i livelli di insulina raggiungono i valori minimi.


Ma, dopo aver superato le insidie della notte, il momento del risveglio può rivelarsi poco piacevole per chi soffre di emicrania, che spesso si presenta in questa fascia di orario, e ancor di meno lo è per chi soffre di raffreddore da fieno, i cui sintomi (naso chiuso, lacrimazione, difficoltà a respirare) sono massimi al risveglio. Sempre tra le 7.00 e le 9.00 è maggiore il numero di casi di angina pectoris, rispetto alle altre ore del giorno.


Ma anche la seconda parte della giornata riserva le sue sorprese: tra le 17.00 e le 19.00 si possono manifestare i malesseri – come il mal di testa – legati all’aumento della pressione sanguigna, mentre le ultime ore della sera sono quelle più a rischio per le emorragie cerebrali.


In media però le modificazioni più importanti sono le seguenti:



Per maggiori informazioni visita il sito alla pagina: //www.erboristeriarcobaleno.it/ritmi-circadiani/


Immagini