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PLACEBO



Nella medicina moderna, il termine placebo viene usato per indicare qualsiasi sostanza o terapia medica che risulti innocua e priva di attività terapeutica intrinseca.


Placebo Nella suddetta definizione, l'aggettivo intrinseca è molto importante; infatti, il placebo può anche produrre un certo effetto terapeutico, ma questo non dipende dalla sua attività biologica. Ad esempio, un paziente che assume un cucchiaio d'acqua zuccherata credendo che si tratti di uno sciroppo per la tosse può ottenere - per una sorta di auto-condizionamento - un beneficio terapeutico importante.


In questo caso, anche se l'acqua zuccherata non cura in alcun modo la tosse, il convincimento che si tratti di un farmaco efficace innesca nel paziente un complesso di reazioni che lo aiutano a guarire dal disturbo. Questo risultato suggestivo è detto effetto placebo , termine che indica l'effetto curativo di qualcosa che in verità di per sé non ha alcun effetto (come bere un bicchiere d'acqua invece di una medicina, o mandar giù una pillola di amido al posto di un farmaco).


L'effetto placebo è un fenomeno molto più comune di quanto si possa pensare; ad esempio, nelle patologie a rilevante componente psicosomatica - come emicrania, insonnia, colon irritabile, ansia e cefalea - la somministrazione di placebo determina un miglioramento della patologia fino all'80% dei casi.


Minore, ma comunque importante, è il successo del placebo nelle affezioni organiche. Persino certi interventi chirurgici fittizi hanno dimostrato di produrre effetti benefici; anche la chirurgia, quindi, con il suo grande carico emotivo può costituire un potente placebo e dare risultati positivi indipendenti dall'atto chirurgico in sé.


L'effetto placebo non è soltanto una semplice risposta psicologica, ma una reazione biologica complessa.


Se dal punto di vista psicologico il paziente sottoposto a placebo reagisce positivamente alla terapia, il suo sistema nervoso libera specifiche sostanze endogene dalle proprietà auto-curative; tra queste, le più famose sono le endorfine, oppioidi endogeni finalizzati all'attenuazione del dolore, ma anche svariati neurotrasmettitori giocano un ruolo importante nella risposta al placebo.


Lo stesso sistema immunitario è fortemente influenzato dallo stato psicologico del soggetto, per non parlare poi del cortisolo e di altri ormoni strettamente dipendenti dai livelli di stress.


Requisito irrinunciabile affinché l'effetto placebo si manifesti è l' autosuggestione (o la suggestionabilità) di chi lo assume ; il paziente, in altre parole, deve autoconvincersi che sta assumendo una cura efficace e riporvi fiducia, o perlomeno dev'essere indotto a crederlo dal medico che prescrive la cura. In termini pratici, un farmaco omeopatico tende a funzionare molto bene in un paziente che ha un forte senso dell'ecologismo, teme i pericoli di tossicità dei farmaci convenzionali, nutre sfiducia nel sistema sanitario e condanna le speculazioni delle grandi case farmaceutiche.


Già nel secondo secolo dopo Cristo, il medico greco Galeno aveva intuito che un medico guarisce meglio i pazienti quando questi hanno più fiducia nelle sue cure.


Effetto Placebo e Medicine Alternative

L'effetto placebo può rappresentare l'anello di congiunzione che mette, almeno parzialmente, d'accordo fautori e detrattori delle cosiddette medicine alternative.


Al variegato e disomogeneo gruppo delle medicine alternative appartengono tutte quelle pratiche terapeutiche la cui efficacia non è stata sottoposta a verifiche cliniche controllate o non le ha superate. Nel gruppo rientrano ad esempio naturopatia, chiropratica, ayurveda, yoga, ipnosi, agopuntura, omeopatia e medicina tradizionale cinese.


Il fatto che non si riesca a dimostrare l'efficacia di una medicina alternativa attraverso gli studi clinici randomizzati cui si è accennato poc'anzi, non significa per forza di cose che questa sia totalmente inutile per il Paziente.


L'effetto placebo potrebbe quindi spiegare le esperienze positive di medici e pazienti che decidono, con successo, di affidarsi (ad esempio) alle cure omeopatiche; a tal proposito non dobbiamo però dimenticare gli altri fattori indipendenti che concorrono a determinare un miglioramento del disturbo (per esempio, la maggior parte delle persone che utilizza rimedi omeopatici lo fa per malattie di breve durata; in questi casi, sembra che il rimedio omeopatico funzioni, ma in realtà la persona guarirebbe comunque dopo pochi giorni).


Quello che la medicina convenzionale dovrebbe imparare dalle medicine alternative, è la profonda attenzione che queste dedicano alla sintomatologia del paziente e alla sua storia personale e familiare. In queste discipline si viene infatti a creare un rapporto profondo fra medico e paziente, che concorre indubbiamente a determinare l'effetto terapuetico. Effetto terapeutico che, anche quando è garantito dalla somministrazione di terapie convenzionali, può senz'altro giovare del beneficio additivo proveniente dall'effetto placebo (Fonte: //www.my-personaltrainer.it/salute/placebo.html )


//www.erboristeriarcobaleno.it/


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