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EFFETTO PLACEBO



L’effetto placebo è l’effetto psicobiologico dovuto al contesto psicosociale positivo che accompagna una terapia .


Mentre un contesto positivo può produrre effetti positivi e quindi effetti placebo, un contesto negativo può produrre effetti negativi, vale a dire effetti nocebo.


Nel linguaggio corrente il termine placebo è usato per indicare una sostanza o, più in generale, un trattamento inerte che viene prescritto che viene prescritto per compiacere il paziente, in assenza di una reale terapia.


Nonostante il placebo non contenga di per sé un principio attivo, è possibile che il paziente percepisca un reale miglioramento della propria patologia (per esempio una riduzione della percezione del dolore).


Questo è ciò che viene definito effetto placebo. Il gruppo placebo, ovvero il gruppo di soggetti che ha ricevuto il trattamento placebo, è di solito utilizzato nei trial clinici per testare la superiorità del farmaco reale rispetto al trattamento placebo. Nell’ambito dei trial clinici, la domanda a cui tendenzialmente si risponde è “Il farmaco attivo è migliore del placebo?”, senza rispondere direttamente alla domanda “Come può una sostanza senza proprietà attive produrre un effetto positivo?”. Prima di rispondere a quest’ultimo interrogativo, è importante fare chiarezza sulla terminologia usata per definire l’effetto placebo, al fine di evitare confusioni e incomprensioni.


I placebo, infatti, sono tradizionalmente considerati “pillole di zucchero” quando, in realtà, somministrare un placebo a un paziente significa simulare una reale terapia. Durante un trattamento medico, per esempio durante la somministrazione di un antidolorifico, il paziente riceve il principio attivo del farmaco insieme a differenti stimoli.


Questi stimoli rappresentano il contesto psicosociale della terapia, ovvero l’aspetto fisico del trattamento (come la forma e il colore del farmaco), la ritualità del trattamento, l’informazione verbale fornita dall’equipe medica e le aspettative del paziente riguardo all’esito della terapia. Quando il trattamento reale è sostituito da un placebo, il principio attivo del farmaco non è più presente, ma il contesto psicosociale rimane invariato.


L’effetto placebo rappresenta, quindi, l’effetto del contesto psicosociale positivo che accompagna una terapia. Se un contesto positivo può produrre effetti positivi, un contesto negativo può produrre effetti negativi. In questo secondo caso, viene utilizzato il termine nocebo.


Un effetto nocebo nasce da un’aspettativa negativa, ovvero dalla credenza che una determinata situazione possa condurre a un esito negativo. Un esempio comune di effetto nocebo è rappresentato dalle possibili conseguenze negative prodotte dalla lettura degli effetti collaterali descritti nel foglietto illustrativo (il cosiddetto bugiardino) di un medicinale.


Diversi lavori scientifici hanno studiato direttamente gli effetti placebo e nocebo attraverso specifici protocolli sperimentali, rispondendo a diverse domande:
1) quali sono i meccanismi psicologici che conducono a un effetto placebo o nocebo,
2) quali sono le basi fisiologiche di questi fenomeni,
3) come possiamo usare questa conoscenza in campo clinico e quali sono le implicazioni etiche.


Al di là di meri giudizi, come spesso accade presso certi professionisti estremamente integralisti, si può dire ben venga l’effetto placebo , senza entrare nella questione etica! Questo ci dimostra come la nostra mente possa guidare il nostro organismo e la sua reattività .


Quale potenza possono avere i farmaci se alla somministrazione meccanica venisse associata una corretta relazione empatica tra medico e paziente !


Penso a tutte quelle cure salvavita necessarie a malati oncologici e a come sarebbe importante integrare i reparti con figure professionali in grado di lavorare in maniera complementare al solo scopo di portare a casa il risultato: il benessere psicofisico dell’essere umano.


Come disse Norman Cousins, giornalista e scrittore americano, i farmaci non sono sempre necessari alla guarigione, ma credere nella guarigione lo è.


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