DRENAGGIO BIOLOGICO
Questo metodo “terapeutico” fu studiato e praticato dal medico Antoine Nebel. Egli utilizzava rimedi vegetali che lui definiva “canalizzatori” i quali aiutavano il paziente che presentava gli emuntori intasati, ad eliminare le “tossine” che si liberavano durante la terapia omeopatica. Il drenaggio biologico è quindi una metodica terapeutica che, utilizzando rimedi fitoterapici con particolare tropismo tissutale, sollecita l’eliminazione di tossine e/o residui metabolici. L’attività di questi rimedi è in perfetta sintonia con il principio universale dell’arte di guarire: curare dal profondo verso la superficie . Infatti la loro azione è quella di attivare funzioni eliminatrici per creare vie di uscita dall’interno verso l’esterno alle tossine ed ai metaboliti.
Il drenaggio biologico (o meristemoterapia) promuove, quindi, l’eliminazione di metaboliti e cataboliti, di complessi antigeni-anticorpi intrappolati nei tessuti e di tossine, stimolando sia l’attività degli emuntori principali (reni, fegato, colecisti, intestino, pelle, polmoni) sia quella di altri organi (pancreas, arterie, cuore, vene…).
I gemmorivati hanno la capacità, oltre che di curare, di DRENARE gli organi del metabolismo umano e animale, sostenendoli nelle loro funzioni, poichè le tossine si possono annidare in qualsiasi parte dell’organismo, infatti questo metodo curativo, non esercita la sua azione solo sugli organi emuntori classici, ma la estende a tutti gli organi.
Con il drenaggio si ripulisce l’organismo e lo si prepara a ricevere le cure omeopatiche. La caratteristica fondamentale dei gemmoderivati è proprio quella di agire a livello energetico con un’azione principalmente disintossicante e quindi di preparare il terreno di ogni organo ad un’eventuale terapia omeopatica.
Il drenaggio gemmoterapico, grazie all’apporto in biostimoline tissutali, risulta essere particolarmente attivo nei confronti degli organi da trattare e presenta, inoltre, una importante azione stimolante a livello del Sistema Reticolo Endoteliale (SRE), di quel sistema, cioè, in grado di inglobare e neutralizzare sostanze estranee all’organismo e le eventuali tossine.
La prescrizione dei gemmoderivati riveste in questa ottica, pertanto, un ruolo molto importante: grazie alla loro attività drenante a livello di terreno è possibile, ripristinando l’omeostasi interna, evitare, ad esempio, l’aggravamento della sintomatologia all’inizio di un trattamento omeopatico o comunque limitare gli effetti troppo marcati di un rimedio. Il drenaggio risulta di valido aiuto, perciò, quando un trattamento, sia esso omeopatico o meno, opportunamente scelto e prescritto, non determina i risultati sperati, e si assiste, invece, ad un aggravamento del quadro sintomatologico.
L’ efficacia terapeutica dei gemmoderivati e la loro innocuità, può aiutare a comprendere l’importanza che tale metodica può assumere in Geriatria.
“La gemma, poiché è la parte più giovane della pianta, poiché contiene tutte le sostanze che permettono ad un giovane organismo vegetale di autogenerarsi, viene ad avere un’azione di rigenerazione, di rinnovamento e di anti-invecchiamento sull’organismo umano….” (Tétau M.)
Il drenaggio consiste in una stimolazione lieve e prolungata nel tempo degli organi emuntori per favorire l’eliminazione di tossine o residui catabolici che si accumulano nel nostro organismo, ripristinando l’omeostasi interna dopo abusi nell’alimentazione, assunzione di farmaci e tossine provenienti dall’inquinamento atmosferico.
Inoltre provvede ad eliminare i metaboliti che si liberano per il continuo ricambio cellulare, svolgendo un’azione stimolante sul Sistema Reticolo Endoteliale (SRE), deputato a fagocitare e neutralizzare tossine e sostanze estranee all’organismo umano. Un buon drenaggio deve prevedere una eliminazione di tossine accumulate nel liquido intracellulare, liquido extracellulare, tessuto linfatico e nel torrente ematico.
Il drenaggio è pertanto una particolare metodica che si avvale di rimedi fito-gemmo-terapici, dell’idroterapia e della litoterapia. Inizialmente venivano utilizzate per il drenaggio le Tinture Madri a basso dosaggio; successivamente, con l’avvento della Meristemoterapia o comunemente Gemmoterapia , considerata la specificità di azione dei gemmoderivati o macerati glicerici verso il Sistema Reticolo Endoteliale (SRE) di determinate cellule, di determinati organi e di determinati tessuti, è stato possibile introdurre un dettagliato repertorio di meristemo-derivati a disposizione del terapeuta che può utilizzare in maniera semplice e mirata verso determinati emuntori per la specificità organotropica propria di questi rimedi.
Gli emuntori principali comprendono:
1) reni e vie urinarie – piante ad azioni diuretiche;
2) fegato e vie biliari – piante ad azioni colagoghe e coleretiche;
3) intestino – piante ad azioni catartiche e lassative;
4) polmoni e mucose ORL – piante ad azioni balsamiche mucolitiche;
5) pelle e ghiandole sudoripare e sebacee – piante ad azioni diaforetiche eudermiche.
I rimedi fitoterapici ad azione drenante hanno, quindi, la funzione di regolarizzare e stimolare l’attività escretoria degli organi emuntori. Nei trattamenti di drenaggio viene, inoltre, stimolato il sistema linfatico, che è deputato alla mobilizzazione delle tossine accumulate a livello del tessuto connettivo, delimitato negli spazi intercellulari, dove vengono “scaricate” in prima istanza le tossine che si formano all’interno delle cellule.
Quando i nostri organi emuntori sono in uno stato ottimale, le tossine prodotte vengono adeguatamente eliminate e l’organismo si mantiene in equilibrio e in salute. Quando, o per un eccessivo carico di tossine o perché i sistemi di drenaggio non sono sufficienti o ipofunzionanti, si crea un sovraccarico di sostanze dannose, questo equilibrio viene meno e si manifesta la malattia.
Principi attivi dei Gemmoderivati
Confrontando la composizione tra il tessuto della gemma e il tessuto vegetale adulto, sono state evidenziate notevoli variazioni qualitative e quantitative in principi attivi. Nei tessuti meristematici, in fase di accrescimento sono presenti più sostanze e principi attivi che nei tessuti della pianta adulta; particolarmente ricchi in principi attivi propri di taluna specie, essi contengono: acidi nucleici, aminoacidi, biostimoline, citochinine, enzimi, micropolipeptidi, proteine, sali minerali, vitamine, fattori di crescita, acidi nucleici (RNA e DNA), fitormoni vegetali (auxine, cinetine, giberelline) e principi attivi specifici della specie botanica (antociani, flavonoidi, ecc.).
La Meristemoterapia è pertanto una metodica terapeutica appartenente alle Bioterapie la quale utilizza a scopo terapeutico soluzioni in prima diluizione decimale (DH 1) di macerati idroglicero-alcolici ottenuti da estratti vegetali freschi, ricchi di tessuti meristematici.
I principi attivi del gemmoterapico sono estratti mediante macerazione a freddo in una particolare soluzione costituita da alcol etilico, acqua e glicerina nella quale si lasciano macerare per tre settimane i singoli tessuti vegetali freschi costituiti da tessuti meristematici: emme, germogli, giovani getti, boccioli, floemi, giovani radici, amenti, amenti femminili fecondati, giovani radici, scorza interna di radici, scorza di giovane ramo, linfa, semi, xilemi o altri tessuti embrionali vegetali in fase di crescita.
La tecnica del drenaggio deve essere valorizzata soprattutto in preparazione ad un trattamento specifico omeopatico, in presenza di affezioni croniche, nella convalescenza, nei cambiamenti di stagione, per eliminare le tossine accumulate e liberare l’organismo dalle sostanze derivanti dal ricambio di cellule e tessuti.
Inoltre, l’impiego dei gemmoderivati è utile nel trattamento delle reattività individuali ( intolleranze alimentari ), non riferibili a deficit enzimatici, ma causate da cattiva alimentazione e ad una ipofunzione degli organi emuntori. Somministrazione dei rimedi meristematici. La somministrazione e la posologia media dei gemmoderivati utilizzati nel drenaggio è inferiore a quella terapeutica: 20/30 gocce, 2 volte al dì.
La durata media del drenaggio è di 20-40 giorni . Inoltre, facilita l’eliminazione di tossine l’impiego di acqua oligominerale con residuo fisso inferiore a 500 mg/lt. La posologia dei gemmoderivati nelle acuzie varia da 50 a 60 gocce due o tre volte al dì.
Litoterapia dechelatrice
La litoterapia dechelatrice nasce in Francia nel 1974 ad opera dei medici Claude Bergeret e Max Tétau; impiega minerali e rocce diluite e dinamizzate col metodo omeopatico, la sua azione si svolge regolarizzando le reazioni metaboliche bloccate a livello enzimatico favorendo la catalisi. La litoterapia viene definita dechelatrice perché ha come obiettivo terapeutico la liberazione di alcuni metalli e metalloidi bloccati da un processo di chelazione nell’organismo. Data la loro natura cationica, rappresentata da una valenza elettro-positiva, possono essere chelati, in altre parole sequestrati, da alcune sostanze organiche, inorganiche o scarti metabolici per affinità elettrochimica.
Il meccanismo di azione della Litoterapia dechelatrice, si esplica con la dechelazione di cationi e minerali (magnesio, ferro, calcio, manganese, cromo, zinco), deputati in molti processi enzimatici in qualità di catalizzatori, rendendoli disponibili a livello cellulare e molecolare per espletare le funzioni biochimiche metaboliche. I processi di chelazione di ioni metallici sono frequenti e dovuti a cause ambientali, alimentari, costituzionali e farmacologiche.
Esaminiamo alcuni di questi fattori:
1) l’inquinamento atmosferico costituisce la principale causa di contaminazione involontaria che il nostro organismo subisce, l’aria che respiriamo sovraccarica d’inquinanti da residui di combustione e soprattutto dallo zolfo costituisce l’elemento “chelatore” per eccellenza;
2) tracce di pesticidi, insetticidi organici utilizzati in agricoltura, rappresentano una fonte di ingestione di chelanti;
3) presenza negli alimenti di preservanti, antiossidanti e conservanti;
4) terapie farmacologiche con miorilassanti, tranquillanti, antibiotici in particolare le tetracicline, analgesici, cortisonici, sulfamidici e diuretici, sono farmaci che possono sviluppare un effetto chelante.
I fattori costituzionali possono essere di due tipi:
a. malattie da deficit metabolico con assenza totale nell’organismo dell’enzima indispensabile (fenilchetonuria, galattosemia congenita);
b. inattività di un enzima per mancanza dello ione metallico, catalizzatore necessario per il suo funzionamento.
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