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AROMATERAPIA



L’impiego clinico degli oli essenziali (detti anche aromi) si definisce aromaterapia . Gli oli essenziali si ricavano da fiori, foglie e frutti con metodi anche molto diversi tra loro. Le sostanze che si ricavano con metodi naturali, come l’estrazione con vapore acqueo o l’estrazione per pressione a freddo, sono da preferire perché non alterano i principi base. Anche l’origine degli elementi è un aspetto da non sottovalutare. Di seguito le principali caratteristiche di alcuni aromi di uso comune.


Un uso corretto degli oli essenziali, che racchiudono in sé tutta la carica energetica e vibrazionale della pianta, può davvero fare la differenza nelle problematiche quotidiane e come supporto per il trattamento di molti disturbi.


Al giorno d’oggi sono poche le persone che, attraversando un prato ricco di erbe selvatiche, sanno riconoscerle o che ne conoscono i principi curativi. Eppure, benché non ne siamo più coscienti, passeggiare in un campo è come attraversare una farmacia, perché nel “cuore” di ogni pianta si celano dei principi curativi essenziali. Lo sapevano bene gli antichi che, fin dalla notte dei tempi, hanno utilizzato le sostanze estratte dalle piante e i loro aromi per scopi religiosi, medicinali e cosmetici.


Ogni volta che schiacciando una foglia, il petalo di un fiore o una goccia di resina si sprigiona un profumo, abbiamo, infatti, liberato un olio essenziale. La stessa parola profumo deriva dal latino per (attraverso) efumum (fumo) cioè “attraverso il fumo”, a indicare la pratica di aspirare i fumi prodotti dalla combustione di piante aromatiche per scacciare gli spiriti maligni dal corpo dei malati: la più antica forma di aromaterapia.


VIAGGIO AL CENTRO DEL CERVELLO ( //www.erboristeriarcobaleno.it/aromaterapia-prodotti/ )



Collocata al centro del cervello e ben protetta c’è l’ipofisi, la più importante delle ghiandole endocrine. Vera e propria “centralina di comando”, l’ipofisi governa tutto il sistema neuro-endocrino del nostro organismo inviando “comandi” ormonali che attivano il corretto funzionamento della tiroide, delle surrenali e delle gonadi (testicoli e ovaie). In più, regola la crescita delle ossa, il metabolismo proteico delle cellule, la produzione di latte e controlla l’equilibrio idrico del corpo.


Questo formidabile cardine della salute è però sensibile alle fluttuazioni emotive e ambientali, a causa delle sue connessioni con una parte importante del cervello antico, l’ipotalamo, che, essendo a sua volta collegato al sistema limbico, la zona del cervello che governa l’emotività, i circuiti della memoria e le funzioni vegetative, è sensibile alle variazioni d’umore. In quanto “punto di connessione” tra ipofisi e sistema limbico, l’ipotalamo rappresenta una chiave di volta psicosomatica, capace di tradurre le informazioni provenienti dal corpo, dalla mente e dal mondo esterno nella corrispondente risposta corporea.


L’OLFATTO CI COLLEGA ALL’ISTINTO


Tra tutti i sensi, l’olfatto occupa un posto particolare nella storia dello sviluppo umano, perché è l’unico senso in gran parte inconscio. La maggior parte delle fibre nervose che costituiscono le vie olfattive, infatti, si collegano direttamente con le parti più antiche del sistema nervoso centrale, e cioè con l’ipotalamo e con il sistema limbico. Solo una piccola parte delle informazioni olfattive raggiunge le zone superiori della corteccia cerebrale, quelle preposte all’elaborazione cosciente delle informazioni, il che spiega perché la nostra percezione degli odori sia così vistosamente limitata rispetto a quella di animali meno evoluti di noi.


La stretta connessione nervosa tra strutture olfattive e cervello antico spiega anche la frequenza dei fenomeni riflessi scatenati dalle sensazioni olfattive a carico dell’apparato digerente, circolatorio, respiratorio e genitale, nonché l’importanza dell’olfatto nell’origine e nella risoluzione delle problematiche psicosomatiche.


CON GLI AROMI PREVIENI E CURI



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Proprio dalle scoperte più recenti sulla specificità dei recettori olfattivi e sul funzionamento del sistema olfattivo, che nel 2004 sono valse il premio Nobel per la Medicina a Linda B. Buck e Richard Axel, arrivano le conferme sul potere evocativo delle percezioni olfattive e sulle loro connessioni con i percorsi cerebrali della memoria. Nel farci ricordare momenti, situazioni e stati d’animo, un profumo o un odore può diventare la chiave per accedere, attraverso la memoria olfattiva, a ciò che è sedimentato nel nostro inconscio e può diventare lo strumento per migliorare il nostro benessere psicofisico attraverso l’olfatto.


Tutti noi, infatti, abbiamo una memoria olfattiva che risale all’infanzia e a cui si associano gli stati d’animo che stavamo vivendo nel momento in cui quell’odore permeava l’ambiente. Più antiche sono le memorie olfattive, più profonde sono le emozioni che risvegliano. In questo senso gli oli essenziali, con il loro aroma potente e le loro caratteristiche terapeutiche, sono lo strumento più adatto per intervenire a livello preventivo e curativo sia per riequilibrare il peso delle memorie olfattive antiche sia per correggere gli stati di malessere attuali.


Stimolando il cervello con un aroma scelto ad hoc, le terminazioni nervose poste nel naso inviano un messaggio al sistema limbico (che presiede alla memoria e alle emozioni) e poi all’ipotalamo, che regola il sistema ormonale. Da qui deriva, a cascata, l’effetto che alcune essenze producono sul sistema psicosomatico e sulle alterazioni dell’umore dovute a stress, depressione e nervosismo.


Gli oli sono in grado di risolvere ogni tipo di disturbo localizzato in qualunque distretto corporeo, grazie alla loro specifica concentrazione di principi terapeutici che stimolano i naturali processi di autoguarigione.



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