Eventi
La sedia impossibile
05/04/2009 Bagheria
La sedia impossibile
Tra finzione e funzione .
A cura di Filli Cusenza
La sedia è un elemento che per molti anni è stato congeniale ai più grandi architetti e designer italiani ed internazionali e per questo motivo è stata alla base di studi approfonditi su forma, materiali da impiegare, e quant’altro la possa far definire “originale”.
Fanno parte della storia della sedia quelle progettate da Alvar Aalto, Arne Jacobsen, Charles Eames, Charles Rennie, Mackintosh, Mendini, la poltrona “Barcellona” del 1929 di Mies van der Rohe, la poltrona in tubo d’acciaio e tela di Breuer (1926) e molte altre che appartengono ai primi anni del secolo scorso ed ancora oggi vengono prodotte come mobili di lusso.
E’ forse logico chiedersi a questo punto perché esistono tanti tipi di sedie? Penso che questo superi il fatto che la funzione di sedersi è ricca di variazioni, ma forse la risposta è da ricercarsi nel fatto che si innescano preferenze soggettive che rientrano in un più ampio discorso legato all’estetica.
Bruno Munari (egli stesso ne ha progettate un paio), dice che architetti e i designers hanno progettato in tutto il mondo migliaia di modelli di sedie, tutti diversi e tutti inventati, ma il problema non è stato ancora risolto poiché si continua a progettare sedie come se fino ad oggi fosse stato tutto sbagliato.
Considerando il loro valore altamente estetico ed intramontabile è spontaneo chiedersi se anche in questi casi si tratta di semplice “seduta” o “opera d’arte” ?
La mostra di Giusto Sucato prende spunto dal tema della sedia, per percorrere un macchinoso labirinto che porta alla visione di strutture che complessivamente aspirano al concetto di “sedia”, ma di certo sedie non sono!
Questi “scheletri di sedute” o “impalcature” sono realizzate con materiali che poco si addicono ai canoni della progettazione di sedie, ma che bene si prestano al concetto dell’effimero tanto congeniale a questo artista siciliano: il ferro saldato, materiale piuttosto rude assemblato con vistose saldature.
Nessuna allusione allo studio dell’ergonomia, del confort, della solidità a tutti i costi, alla maneggevolezza, alla durata, al tanto ricercato rapporto corpo-seduta, e spesso commisurati all’ambiente a cui essa è destinata, ma l’unico scopo è quello estetico, dato appunto dalla forma estrosa.
Sedie nostalgiche ci raccontano del passato, sagome multiformi si intersecano nella ricerca di esprimere rimandi, soprattutto perché queste “Sedie impossibili” come amo definirle, sono il sunto di elementi di vita che sono appartenute a illustri personaggi che hanno lasciato un segno tangibile nella storia della cultura mondiale ai quali Giusto Sucato vuole lasciare un riconoscimento attraverso il suo personale modo di fare ARTE.
Data Fine: 25/03/2009
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