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13/12/2008 Bagheria
Contenitore Contenuto


Il piatto è stato nel tempo oltre che elemento atto a contenere i cibi, anche un oggetto decorativo e, come tutte le superfici che possono essere invase dal segno, il terreno di ricerca di numerosi artisti. Sono infiniti di fatto i decori che sono passati dagli stemmi araldici di famiglie e casati ad immagini sacre, ed ancora decori floreali e geometrici di ogni tipo.


Dal latino Plattus e dal greco Platys, il soggetto è così accattivante da attrarre numerosi artisti e designer, che si sono voluti confrontare con il forte fascino di questa materia che ha delle caratteristiche molto particolari (Picasso, Mirò e molti altri). Si tratta di un supporto animato, che nasce dalla lavorazione di una materia che deriva dalla terra e che si modifica nei vari passaggi tra la realizzazione del biscotto alle varie cotture. Alcuni artisti preferiscono partire dalla materia prima per creare il supporto lavorando con varie tecniche, per stravolgerne la forma ed avere superfici che differiscono dal classico piatto tondo. Dopo la cottura, passano allo smalto, a volte unendo materiali di vario genere. Altri preferiscono solo dedicarsi alla decorazione, ciò che è certo e che lavorare su di una superficie rotonda necessita di un estro aggiunto, di questo molto sanno i maestri della ceramica, di cui la Sicilia è ricca, basti pensare agli artigiani di Santo Stefano di Camastra e di Caltagirone, che hanno tramandato di padre in figlio i trucchi del mestiere e l’armonia del disegno su tale superficie. Infatti spesso il risultato, dopo l’uscita dal forno, può emozionare fortemente, ma può anche deludere per increspature, bolle o colori non voluti, che danneggiano spesso lavori di lunghe ore. Quindi mi chiedo: fino dove si può spingere la creatività alla ricerca del gesto armonico o alla ricerca del significato della forma?


I Contenitori-Contenuti, che compongono questa mostra, o superfici in grado di contenere poche cose, sono realizzati su base già cotta, o realizzati a mano sin dalla forma madre, a forma circolare o quadrata, a forma piana o con ricasco più o meno accentuato, dipinti a mano dopo una prima cottura come nel caso dell’artista tedesco Christoph Gerling che ha dipinto i suoi piatti presso la grande azienda di Patti di Rossana Caleca, imprenditrice attenta e curatrice della rassegna “Artisti nel piatto”. I lavori sono due in successione, entrambi ispirati al tema del mare e dell’uomo, seguendo la breve storia di un uomo che durante un lungo viaggio in barca a vela viene buttato in mare da un soffio di vento e rimane in balia delle onde in questo grande cerchio chiuso del “piatto” sinonimo che può essere visto anche come situazione di non ritorno. Giusto Sucato ha invece realizzato i suoi piatti presso il laboratorio di ceramica ad Atelier sul Mare di Antonio Presti, dove Giusto Sucato incide lo smalto crudo con le sue caratteristiche scritte arabe, indecifrabili . Naire Feo ha lavorato invece su un supporto quadrato dagli angoli smussati per dipingere a crudo i suoi paesaggi, mentre Bartolo Conciauro utilizza il piatto come specchio dei suoi ritratti. E’ realizzato utilizzando il colore acrilico, il decoupage e il collage su ceramica il piatto di Giuliana Guarrata , dove la decorazione in rilievo è una rilettura di motivi precolombiani che privilegiano il valore estetico della memoria piuttosto che la funzione di contenimento del piatto, e dove la geometria recupera un criterio compositivo in cui l'astrazione delle forme diviene ricordo del cibo che fu.


Mario Lo Coco, Umberto Benanti e Giovanna La Licata, giocano con la sperimentazione tra pigmenti e materiali, vetro, ferro, cocci in ceramica e altro, in un percorso alchemico ricco di emozioni personali.
Valeria Troja
lavora con le trasparenze utilizzando del PVC morbido per realizzare il supporto sul quale poi applica capelli cuciti con cotone bianco.


Simona Cusenza artista di Fiber Art, ha realizzato dei piatti utilizzando la garza e il tessuto e Nuccia Gandolfo utilizza invece un supporto in legno sul quale vi sono spicchi di colore.


Gli interessanti contenitori in mostra di Raffaele Piccoli sono realizzati in argilla refrattaria, secondo l’antica tecnica di origine giapponese detta Raku che, grazie ad un elaborato procedimento di ossidoriduzione, conferisce ad ogni oggetto, che viene cotto singolarmente, effetti cromatici che sono l’insieme di luci e crepe spettacolari e irripetibili. La continua ricerca sulle forme di Raffaele Piccoli è dovuta all’esigenza di sperimentare la resistenza di questa splendida materia, offertaci dalla natura, operando su di essa con tagli, solchi, scomposizioni e ricomposizioni, sino all’estremo gesto di colpirla con violenza per sondarne le estreme possibilità.


Maria Rita Orlando espone un piatto dal titolo "Tagli", realizzato con polvere di tufo, pigmenti e tasselli di mosaico su terracotta. Si tratta di una vera e propria lacerazione della materia che accoglie la lucentezza e la trasparenza vitrea delle tessere musive, che portano con loro le tracce di un intenso percorso interiore. Mentre per il piatto "Oro" ha utilizzato il colore acrilico e foglia oro su terracotta; in questo caso il tema del piatto richiama quelle che l’artista stessa definisce " icone laiche”, dove il concetto del Creatore e di società, viene sostituito dall'egoistico Io. I colori che vengono di fatto utilizzati, sono quelli dell'iconografia sacra: l'oro, l'azzurro e il rosso, che viene utilizzato per definire una linea che separa le due porzioni del “contenitore”, quella inferiore, legata alla quotidianità, e, quella sovrastante che rappresenta metaforicamente all'elevazione del Sé, “in una tensione mai risolta e sempre alla ricerca di qualcosa, qualunque essa sia”.




Filli Cusenza



Indirizzo: CORSO BUTERA 181 Bagheria
Data Inizio: 13/12/2008
Data Fine: 03/02/2009
Frequenza evento: