Meeting organizzato nell'ambito degli eventi formativi dell'ANDI di Pescara ( //www.andipescara.it/ )

Le malattie allergiche colpiscono fasce sempre più estese della popolazione dei paesi sviluppati e, secondo i dati più recenti, la loro incidenza può essere stimata intorno al 20-30% della popolazione generale (Apter, 2009) . Varie ipotesi sono state avanzate per giustificare tale fenomeno e, attualmente, una delle teorie più accreditate è la cosiddetta teoria igienica, proposta per la prima volta da David P. Strachan in un articolo pubblicato sul British Medical Journal nel 1989 (Strachan DP, 1989) . Tale teoria tenta di spiegare l’osservazione epidemiologica secondo la quale alcune malattie allergiche sono meno comuni tra le persone provenienti da nuclei familiari con molti componenti e, quindi, presumibilmente esposti a più agenti infettivi rispetto a soggetti provenienti da famiglie con pochi componenti. In altre parole, le alterate risposte del sistema immunitario che si osservano nei pazienti allergici deriverebbero da una ridotta esposizione ad infezioni batteriche e virali (Matricardi, Rosmini, Riondino, & al., 2000) causa di una insufficiente stimolazione Th1 che si tradurrebbe in un aumento delle risposte Th2, correlato alle malattie allergiche (Romagnani, 2004) .

L’alta incidenza della malattie allergiche sulla popolazione generale fa sì che le probabilità per ogni operatore sanitario di doversi confrontare con pazienti allergopatici siano molto elevate. Da qui l’esigenza, per questi ultimi, di conoscere le peculiarità e la gestione di un corretto iter diagnostico-terapeutico delle malattie allergiche in relazione alla propria branca specialistica.

L’ Odontoiatra si confronta quotidianamente con specifiche problematiche allergologiche prettamente connesse alla sua attività professionale rappresentate dall’utilizzo di alcuni farmaci e di alcuni materiali così come dalle conseguenze dello sviluppo cranio-facciale dei pazienti allergici in età pediatrica.

Sono state, quindi, individuate le seguenti criticità che verranno sviluppate durante il Corso:

· Reazioni avverse da Anestetici Locali nella pratica clinica Odontoiatrica

· Reazioni allergiche ad Antibiotici impiegati in Odontoiatria

· Reazioni da intolleranza a Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS)

· Allergia al Lattice della gomma

· Sensibilizzazioni allergiche da contatto ai Materiali odontoiatrici

· La Respirazione Orale e lo Sviluppo Cranio-facciale del Bambino

· Le Emergenze Allergologiche nella pratica clinica Odontoiatrica

Per quel che concerne i farmaci, le allergie da anestetici locali , gli antibiotici e gli antinfiammatori rappresentano le problematiche che più spesso l’Odontoiatra deve affrontare e, spesso, non sono scevre da implicazioni di tipo medico-legali. Se, da un lato, va precisata l’estrema rarità di reazioni allergiche IgE-mediate per gli anestetici locali rispetto alla elevata frequenza di reazioni psicomotorie, da stimolazione simpatica o tossiche, dall’altro, va enfatizzata la relativa alta incidenza di reazioni da ipersensibilità nei confronti di antibiotici ed antinfiammatori. E’ chiara, quindi, la necessità per l’Odontoiatra, di uno specifico training nella raccolta dei dati anamnestici per individuare i pazienti a rischio al fine di adattare le prescrizioni verso farmaci alternativi rispetto a quelli coinvolti nelle reazioni, e, in caso di mancata conoscenza di farmaci alternativi o reazioni talmente gravi che potrebbero sconsigliare qualsiasi tipo di prescrizione, richiedere una consulenza Allergologica.

Tra i materiali, quelli di uso più propriamente odontoiatrico, quali le leghe metalliche e le resine, possono associarsi ad allergia con meccanismo cellulo-mediato che si estrinseca nei quadri clinici della stomatite e della dermatite da contatto. Il lattice, invece, è un materiale di uso ubiquitario in grado di provocare reazioni gravi da rappresentare spesso una emergenza per l’Odontoiatra. L’allergia al lattice venne individuata come entità nosologica nel 1927 proprio grazie ad una segnalazione in ambito odontoiatrico e, nello specifico, con un caso di orticaria/angioedema provocato da una protesi dentaria in caucciù (Stern, 1927) . Attualmente essa riguarda chiunque abbia contatti ripetuti con gli innumerevoli manufatti utilizzati soprattutto in ambiente sanitario. E’ chiara, quindi, la necessità per l’Odontoiatra di un addestramento nel riconoscere i soggetti potenzialmente a rischio da inviare all’Allergologo per gli appropriati test di screening.

E’, ormai, chiaro che le stesse allergopatie respiratorie rientrano nella sfera di interesse dell’Odontoiatra considerando l’influenza della rinite allergica, attraverso l’annullamento della respirazione fisiologica nasale da essa provocata, sullo sviluppo cranio-facciale del bambino e sulla occlusione dentaria. Su queste patologie, l’intervento dell’Odontoiatra non è solo preventivo ma, assume un importante ruolo riabilitativo globale sulla compromissione della funzione respiratoria e masticatoria.

Non di rado l’Odontoiatra si trova a dover fronteggiare in prima persona delle emergenze mediche su base allergologica. E’ chiara, quindi, la necessità di riconoscere precocemente i prodromi delle reazioni anafilattiche ed di conoscere le potenzialità terapeutiche dei farmaci disponibili, in particolare dell’adrenalina, ed la loro corretta dose, sequenza e tecnica di impiego in relazione al quadro clinico.

Cercando il miglior equilibrio tra le nozioni teoriche e gli aspetti pratici, verranno trattati tutti gli aspetti finora elencati al fine di consentire ai partecipanti di mettere immediatamente a frutto le indicazioni ricevute in termini pratici e di proficuo rapporto professionale tra la figura dell’Odontoiatra e quella dell’Allergologo.

Nicola Verna