29 Dicembre 2012
Famiglia intossicata, gravi due bimbi A Trevozzo di Nibbiano, portati in camera iperbarica a Fidenza
(ANSA) - PIACENZA, 29 DIC - Una famiglia di origine marocchina e' rimasta intossicata dalle esalazioni scaturite dopo lo scoppio di una caldaia in un appartamento nel centro di Trevozzo di Nibbiano, paesino del Piacentino. I quattro, padre, madre e due figli, sono stati soccorsi dal 118: i due bambini sono in condizioni gravi e sono stati trasportati in eliambulanza per il trattamento in camera iperbarica a Fidenza con la madre. Il padre invece e' stato portato all'ospedale di Castelsangiovanni.
Ma per quanto tempo dovremo sentire di queste notizie? Nelle feste le famiglie si raccolgono nelle loro abitazioni per festeggiare con i propri cari e proprio nelle abitazioni si nascondono insidie mortali. Dall'inizio di dicembre abbiamo contato oltre 20 intossicati da ossido di carbonio proveniente da apparecchiature difettose ma, molto più probabilmente, non installate correttamente!
Quando il freddo si fa più sentire o anche quando gli impianti di riscaldamento vengono utilizzati con maggiore intensità, come appunto nelle feste, ripetutamente ci sono incidenti con rischi mortali. I giornali e le agenzie di stampa riportano le notizie come se fossero fatti ineluttabili, come fosse cronaca che aggiunge pathos ai loro articoli. Per fortuna le camere iperbariche riescono a mitigare la gravità degli incidenti portando fuori pericolo gran parte delle persone incidentate.
Ma in un paese civile che basa buona parte del proprio fabbisogno energetico sull'utilizzo del gas da rete come è possibile che ci siano un così alto numero di incidenti?
E' possibile perchè gli impianti non sono a norma. cioè presentano pericolose irregolarità rispetto alla "regola d'arte" cioè alle norme tecniche applicabili.
Le statistiche parlano chiaro: oltre il 90% degli impianti esistenti ha irregolarità lievi o gravi, ben il 45% ha irregolarità che possono definirsi gravi, il 5% ha irregolarità che dovrebbero indurre l'immediata chiusura dell'impianto per pericolo imminente.
Eppure non ci sono iniziative imminenti.
L'Autorità per l'Energia e per il Gas (AEEG), con la Delibera 40/04, ha dato vita ai controlli sugli impianti nuovi a cura dei Distributori di gas che hanno l'obbligo di non attivare la fornitura se sussistono elementi documentali che possano far presumere un impianto irregolare. E questo ha portato agli installatori una maggior consapevolezza della necessità di essere aggiornati e ai consumatori impianti più sicuri.
Ma cosa si fa sugli impianti esistenti? Nulla, cioè nessuna iniziativa è prevista per un aggiornamento o per almeno una verifica.
Eppure la stessa Delibera 40/04 prevedeva l'avvio di ulteriori e ben incisive fasi: prima sugli impianti riattivati (cioè dove cambia l'utente per un trasloco o per un subentro) ed infine per tutti gli impianti esistenti.
Successive discussioni tra i portatori di interesse (cioè i Distributori di gas e gli stessi installatori tramite le loro associazioni) e la voglia di spostare aventi il problema per non risolverlo (cioè la volontà di fare le verifiche in campo) hanno indotto l'AEEG prima a posticipare le date e poi a sospendere l'entrata in vigore delle successive fasi della delibera.
Ma ora è uscita la norma UNI CIG 10738, nella sua nuova edizione e quindi non sussistono più ostacoli normativi all'applicazione delle due fasi residue della delibera. E tutti gli alibi della necessità delle verifiche in campo sono saltati. Occorre riprendere l'iniziativa ed indurre l'Autorità a riaprire il tavolo di lavoro per proporre l'applicazione delle fasi successive.
I consumatori e, soprattutto, coloro che eviteranno le camere iperbariche nel futuro ci saranno grati.