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Pezzi di ricambio per automobili d'epoca - quando i pezzi metallici sono introvabili

Se l’oggetto richiesto fosse ad esempio d’alluminio, d’ottone o di zama (lega composta principalmente da Zinco, Alluminio e Magnesio), è possibile ricostruire anche quelli? “Certo. Riusciamo a riprodurre fedelmente componenti estetici come maniglie, scritte e loghi, ma anche funzionali, come carburatori, supporti, raccordi o altre parti impiegate sotto-cofano.

Il procedimento è analogo ma, trattandosi di metalli, è necessario un ulteriore passo che consiste nel creare un cestello contenente una o più cere che riproducono il particolare da costruire. Le cere si ricavano da uno stampo di silicone, costruito a sua volta attorno al modello iniziale da riprodurre, usato in questo caso come master. Il cestello viene riempito sotto vuoto con uno speciale gesso - inizialmente allo stato pastoso - che si solidifica una volta messo in forno. Ottenuta la solidificazione del gesso attorno al modello in cera, la cera stessa viene sciolta e si ricava in questo modo la cavità, che altro non è che il negativo dell’oggetto da riprodurre. A quel punto si cola, sotto vuoto, il metallo fuso in atmosfera controllata con gas inerte per eliminare qualsiasi ossidazione. Dopo il raffreddamento del cestello il gesso viene eliminato e il particolare è pronto per le operazioni di sbavatura e finitura”.

Quali sono i metalli che possono essere impiegati? “Si va dalla zama, che fonde attorno ai 460° C, fino all’ottone il cui punto di fusione si colloca vicino a 950° C. Il metallo più utilizzato è l’alluminio: il vantaggio di questa tecnologia, chiamata ‘Metal Part Casting’, è di poter impiegare le medesime leghe che normalmente si usano nei processi industriali di pressofusione, cioè la tecnica utilizzata ieri come oggi per la produzione in larga serie di questi particolari. Ma è possibile riprodurre anche particolari un tempo prodotti con fusioni d’alluminio in sabbia, come i carter.”

Si riesce a riprodurre anche in assenza del campione oppure nel caso in cui il campione originario non possa essere manomesso? “In assenza del campione si parte da file CAD, eventualmente ricavato partendo dall’originale disegno su carta. Nel caso in cui il campione originario non possa essere utilizzato direttamente come master, si può fare una scansione del pezzo da riprodurre con apparecchiature a luce strutturata: è il metodo che si usa quando, ad esempio, si fa del ‘reverse-engineering’. Il risultato dell’operazione è un file idoneo a essere trasferito a una macchina di stereolitografia che, tramite il laser, ricostruisce il particolare in una speciale resina epossidica. Il pezzo stereolitografato è in seguito utilizzato esattamente come il fanalino della Capri di cui parlavamo nel precedente post. Il processo che segue, si tratti di plastica o di metallo, è identico a quanto in precedenza descritto.”

Quanto tempo trascorre tra il ricevimento del file, o del pezzo da riprodurre, e la consegna della “replica” al cliente? “In media per particolari tipo fanaleria o metallici il tempo di esecuzione del lavoro va da una a due settimane. Più in generale i tempi richiesti per il completamento di un ordine dipendono dalla quantità richiesta e dalle dimensioni dei particolari. Ben difficilmente, anche nel caso di decine di pezzi, si va oltre il mese. I passi in avanti compiuti in questo settore, con riferimento ai materiali utilizzati e alle macchine di prototipazione rapida, permettono di ottenere risultati un tempo impensabili, con possibilità di applicazioni sempre più vaste e specifiche, fino ad ottenere piccoli lotti di particolari definitivi”. Quello che dice apre nuovi scenari nell’ambito del collezionismo, risolvendo molti problemi che facilmente si incontrano durante il restauro di un’automobile. “Certamente questa tecnologia si presta a supportare chi lavora nel settore del motorismo storico.”