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Pezzi di ricambio per automobili d'epoca - quando i pezzi plastici sono introvabili

La mancanza di ricambi può essere il primo dei problemi per il proprietario di un’auto storica. E se anche i ricambisti più forniti ne sono sprovvisti, l’unica strada possibile è quella di farlo ricostruire ex-novo. Le moderne tecnologie di prototipazione rapida (di cui si avvalgono a piene mani le aziende
che realizzano i cataloghi per le auto inglesi) consentono di replicare in modo fedele particolari metallici o plastici un tempo fabbricati con attrezzature dedicate. I risultati che si possono raggiungere oggi permettono di ottenere componenti perfettamente intercambiabili agli originali: uguali per geometria e colore al punto da risultare impossibili da distinguere.


Meglio di tante parole vale un esempio pratico. Supponiamo che alla nostra Ford Capri manchi il trasparente che ricopre i gruppi ottici secondari anteriori. All’epoca, cioé prima del 1976, gli indicatori di direzione sul frontale delle automobili potevano essere, nei vari mercati, di colore bianco (come in Italia) oppure arancione (nei Paesi del Nord Europa). Dove trovare quello giusto? Per avere una risposta ci siamo recati alla Partec di Parre, in provincia di Bergamo, che da dieci anni opera nel settore della prototipazione rapida (“Rapid Prototyping”). Il responsabile tecnico Ivan Scandella ci spiega fino a che punto le tecnologie destinate agli uffici di progettazione possono risolvere anche i problemi legati alla riproduzione fedele dei ricambi per le auto d’epoca. Come si riesce a ottenere un nuovo fanalino da un originale rovinato? “Per ottenere il particolare nuovo siamo partiti proprio dall’originale rovinato. Per prima cosa l’abbiamo pulito in modo da eliminare qualsiasi impurità. Fatto questo, le superfici sono state stuccate per riempire la fenditura ed eliminare i piccoli graffi dovuti all’uso. Quindi il pezzo è stato verniciato con uno speciale prodotto in modo da ottenere una superficie lucida. Il fanalino così trattato è stato usato come master per ottenerne la figura in negativo all’interno di uno stampo di silicone; una volta costruito lo stampo, si è fatto colare in esso, sotto vuoto, una resina termoindurente scelta per replicare le caratteristiche di resistenza del materiale originale. A questo punto lo stampo è stato messo in forno ad atmosfera controllata e si è atteso la reticolazione della resina. Una volta raffreddato, si è aperto lo stampo e si è estratto il fanalino. Il lavoro è stato completato dall’operazione di finitura, necessaria per eliminare il canale di colata ed eventuali sbavature. A questo punto il fanalino era pronto per essere montato.”


Per replicare le proprietà meccaniche ed estetiche si usa una resina particolare? “Le resine termoindurenti a matrice poliuretanica che si utilizzano simulano le caratteristiche meccaniche dei principali polimeri in uso e sono adatte a una vastissima gamma di applicazioni. Nel caso del fanalino si tratta di un particolare rigido, ma si possono produrre anche componenti elastici, come per esempio le guarnizioni, con durezza della gomma analoga a quella originale.”


E’ possibile riprodurre anche il colore? “La resina può essere pigmentata fino ad assumere la tonalità richiesta, sia essa opaca o trasparente. La base ideale di partenza è un campione di riferimento: diversamente, si parte dal codice RAL (codice internazionale di standardizzazione dei colori, ndr) universalmente adottato per stabilire l’esatta colorazione.”


Con questa metodologia si può produrre anche in grande serie? Questa tecnica è adatta alla produzione in piccola serie: da pochi pezzi, fino a qualche decina, in relazione alle dimensioni stesse del pezzo. Minori sono le dimensioni, maggiore è la convenienza a produrlo anche in numeri elevati.”