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Fastweb fibra ottica
Fastweb rilancia la banda larghissimail futuro non è (solo) su fibra ottica La compagnia telefonica punterà sulla Vdsl per garantire connessioni veloci per il 20% delle famiglie italiane entro il 2014. E lo fa con una rivoluzione: abbandona il progetto, molto costoso, di far arrivare la fibra nelle case e sfrutterà meglio il doppino in rame. Aprendo nuovi scenari
LA BANDA larghissima avrà concorrenza e prezzi accettabili per il 20-30 per cento degli italiani, mentre per gli altri resta ancora un'incognita. È l'orizzonte che prende forma dopo l'annuncio di Fastweb, che ha fatto sapere che porterà 100-400 Megabit al secondo nel 20 per cento delle case italiane entro due anni, con 40mila famiglie coperte già a fine 2012.
"Ed è una sorpresa - dice Cristoforo Morandini, di Between Osservatorio Banda Larga - la notizia era nell'aria, ma arriva all'improvviso. Una buona notizia: adesso i giochi si aprono e davvero può succedere tutto nella banda larghissima italiana". Morandini non è il solo esperto a definire inatteso l'annuncio di Fastweb. L'operatore infatti per dieci anni non aveva più aumentato la copertura in fibra ottica nelle case, puntando solo su quella nelle aziende.
Ora riprende la corsa, ma in modo molto più economico rispetto alla tecnologia usata finora: userà Vdsl2 ( fiber to the street ). La fibra si ferma cioè in strada e l'ultimo tratto resta in rame; laddove invece prima (e prevalentemente a Milano) aveva fatto una rete in cui la fibra arriva fino all'edificio. Quindi, sorpresa doppia: Fastweb è stato per anni, su tutti i tavoli tecnici e ministeriali, un sostenitore delle tecnologie fibra ottica nelle case ( point to point , per l'esattezza). Contro la scelta di Telecom di adottare soluzioni meno costose. Adesso fa quindi la scelta di campo di sposare la stessa tecnologia con cui Telecom Italia cablerà l'Italia.
In particolare, Fastweb coprirà 5, 5 milioni di famiglie e aziende entro il 2014, investendo 400 milioni, a partire dalle città di Roma, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Palermo, Trieste, Bari, Bologna, Verona, Ancona, Brescia, Monza, Livorno, Reggio Emilia, Padova, Como, Bergamo, Pisa. Solo a Milano continuerà con la fibra nelle case.
Adesso già raggiunge, con quest'ultima tecnologia, 2, 2 milioni di famiglie (a Milano, Roma, Genova, Torino, Bologna, Napoli e Bari). Ne deriva un costo per famiglia coperta davvero basso, con la Vdsl2: poco più di cento euro, contro gli 800-1000 euro che tutti gli studi riportano per la copertura di un'unità immobiliare con fibra ottica fino all'appartamento.
Fastweb può ridurre l'investimento perché copre zone molto densamente abitate e perché sfrutta la propria estesa dorsale di fibra ottica. Dovrà scavare per posarne altra solo dalle centrali Telecom fino agli armadi in strada (ne aggiungerà uno proprio, interrato, di fianco a quello Telecom). Altri risparmi potranno arrivare dalla possibilità di posare la fibra in cavidotti esistenti e dalle norme previste dal futuro decreto DigItalia (che ridurrà la burocrazia per gli scavi e favorirà il ricorso a tecniche di scavo innovative, come la minitrincea, rapide e poco invasive nelle strade).
Al momento Swisscom (l'operatore svizzero che possiede Fastweb) ha approvato i primi 130 milioni di investimento. Sarà un prestito, che Fastweb le restituirà poi nel tempo.
E i costi agli utenti? "Non abbiamo ancora riflettuto su un piano commerciale. Aspettiamoci però un piccolo premio di prezzo rispetto alle velocità Adsl. Nella misura di quanto facciamo adesso con Fibra 100", spiegano da Fastweb. Fibra 100 dà i 100 Megabit (in download; 10 Megabit in upload) con un sovrapprezzo di 5 euro al mese. Si parte quindi ora da 40 euro al mese per quella velocità e un pacchetto di chiamate incluse (anche se in passato l'operatore permetteva di avere i 100 Megabit anche con l'offerta che dava solo internet, senza le telefonate, a 32 euro al mese in totale).
"Aspettiamoci vari tagli di velocità, con il Vdsl2: 30, 50, 80 Megabit e oltre, come avviene in altri Paesi", dice Morandini. Oltre i 50-80 Megabit Fastweb può arrivare utilizzando tecnologie, già disponibili, di vectoring e bonding , che spremono al massimo le capacità del rame.
Certo è che, almeno per quel 20 per cento fortunato di popolazione, la mossa di Fastweb adesso garantirà un livello di concorrenza adeguato sulle offerte a banda larghissima. "Un po' come negli altri Paesi europei in cui c'è sempre stata competizione tra due infrastrutture alternative, rame e cavo coassiale", dice Morandini. In Italia è una novità, non ci siamo abituati ad avere due reti in competizione, visto che tutti usano il rame di Telecom e la fibra di Fastweb ha coperto finora meno del 10 per cento della popolazione.
Con il Vdsl2, Telecom Italia intende portare la fibra in 99 città entro il 2014 (7 milioni di famiglie), che diventeranno 250 nel 2018 (un'impresa stimata in circa due miliardi di euro; 180 euro a famiglia). Telecom ha però le mani più legate, rispetto a Fastweb, essendo considerato operatore con una quota di mercato predominante. Non può usare al momento vectoring e bonding, infatti: sono tecnologie che ostacolerebbero la possibilità dei concorrenti di sviluppare offerte alternative basate sulla rete in fibra Telecom. Che aspetta da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) anche il via libera per sviluppare la propria offerta a banda larghissima.
In particolare, Agcom deve approvare l'offerta all'ingrosso, destinata agli operatori concorrenti. È uno dei tanti dossier che affollano il tavolo della nuova Autorità (i vertici sono cambiati a fine luglio), adesso oberata di lavoro arretrato. "Ma tra Telecom e Fastweb ora possono nascere sinergie, visto che utilizzano la stessa tecnologia. Possono fare insieme la rete, riducendo così i costi", dice ancora Morandini.
Già i due hanno svelato una prima forma di accordo, secondo cui "nelle aree di comune interesse siano individuate e sfruttate tutte le opportunità di ottimizzazione di costi ed investimenti attraverso la condivisione di infrastrutture passive ed il coordinamento delle attività di realizzazione", con "la possibilità di condividere investimenti e costi nella costruzione delle infrastrutture".
Il lancio di Fastweb potrebbe non essere quindi una cattiva notizia per Telecom. Lo è invece senz'altro per il terzo attore in gara: F2i/Metroweb.
Il fondo d'investimento intende coprire il 20 per cento della popolazione entro il 2017 con fibra ottica nelle case e 4, 5 miliardi di euro d'investimento (le città sono Brescia, Bergamo, Como, Monza, Torino, Genova, Prato, Livorno, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Messina, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Taranto, Bari, Foggia, Pescara, Ancona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Venezia, Trieste, Udine, Padova, Vicenza, Verona. Più Milano, dov'è già presente Metroweb).
Un piano che si sta muovendo, anche grazie al supporto di Cassa Depositi e Prestiti, che ha deciso di investirvi 200 milioni di euro (è una società per azioni a controllo pubblico, che gestisce gran parte del risparmio nazionale). Ma adesso dovrà fare i conti con la concorrenza di Fastweb, in grado di muoversi più agilmente, a costi più bassi e con maggiore rapidità. C'è il rischio che bruci il mercato potenziale di F2i.
Lo scenario verso cui si va, nei prossimi tre-cinque anni, è insomma circa il 30 per cento di italiani coperti con banda larghissima (Vdsl2 e/o fibra ottica nelle case) e il resto che rimane con (bene che vada) l'Adsl 20 Megabit. Tutti gli operatori copriranno infatti un nucleo comune di circa il 20 per cento della popolazione. Al momento solo il piano di Telecom potrebbe dare percentuali più alte, negli anni successivi al 2014.
La soluzione che potrebbe garantire una copertura maggiore sarebbe un accordo che coinvolga tutti gli attori, per creare una rete comune. E così ottimizzare gli investimenti. Ipotesi che ogni tanto si ripresenta e che passa anche dallo scorporo dell'attuale rete Telecom. L'ex monopolista non sarebbe prevenuto contro questa possibilità, ma non si trova un'intesa sull'effettivo valore della rete e sulla sua governance : Telecom vorrebbe conservarne il controllo dopo averne ceduto una parte.