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Abruzzo impresa/ articolo di copertina/ c.r.m.p la plastica è diventata sostenibile
C.R.M.P., LA PLASTICA PUO’ FARSI SOSTENIBILE
Il Centro Riparazione Materie Plastiche, grazie al rivoluzionario brevetto eco-repair, rappresenta il primo eco-centro nazionale per la saldatura del materiale plastico. I riscontri sono ottimali, per le imprese e per l’ambiente e sono pronte nuove sfide
Esperimenti e studi durati 12 anni, con il preciso obiettivo di allungare la vita media ad uno dei materiali più usati al mondo:la plastica. Alla fine, Onofrio Totaro, tenace imprenditore dalle origini molisane, ci è riuscito, con la creazione di eco-repair .
Eco-repair è un rivoluzionario brevetto per la saldatura a caldo di manufatti realizzati in materiale plastico , nello specifico per gli oggetti in PE (polietilene) e PP (polipropilene). Il brevetto, ha ottenuto il riconoscimento internazionale dal WIPO - World Intellectual Property Organization- un traguardo indice di unicità, originalità e affidabilità. Oggi la tecnologia eco-repair è utilizzata nel C.R.M.P.- Centro Riparazione Materie Plastiche - con sede a Pescara dal 2008, il primo eco-centro italiano ad effettuare la riparazione mediante saldatura a caldo di una svariata gamma di articoli: cassette, contenitori per l’agricoltura (c.d. bins), cassonetti per i rifiuti RSU- Rifiuti Solidi Urbani - contenitori per l’industria, cisterne, serbatoi, vasche e qualsiasi altro genere di oggetto realizzato in PP e PE.
Quindi, quello che ieri sembrava quasi impossibile per la plastica, ovvero una saldatura economica e durevole, è stato realizzato grazie alla caparbia ricerca di Onofrio Totaro, titolare del C.R.M.P., che dopo approfonditi studi in questo campo, oggi vede nel brevetto eco-repair un futuro dai risvolti straordinari, sia sotto il profilo del risparmio aziendale, che sotto quello dei benefici per l’ambiente.
QUALCHE DATO PER IL MONDO DELLA PLASTICA
Sono numerose le ricerche di mercato che il C.R.M.P. continua ad analizzare per definire i contorni dello sviluppo della tecnica eco-repair. Secondo alcuni dati forniti nel 2008 dall’ Osservatorio Nazionale Rifiuti, in Italia, ogni anno, vengono immessi sul mercato circa 1milione 700mila contenitori in plastica e oltre 1milione 580mila cassonetti per RSU di varie dimensioni . Di questa produzione, circa il 40% va ad integrare le crescite fisiologiche produttive aziendali, il 30% sostituisce i contenitori che si usurano o si rompono durante la normale operatività ed il restante 30% è legato alla nascita di nuove aziende. Di quel primo 30% di materiale usurato, quantificato in circa 510mila pezzi, circa 350mila possono essere interessati alla riparazione .
Per quanto riguarda invece il mercato della riparazione dei cassonetti per i rifiuti, considerando i dati riportati dall’Osservatorio Nazionale Rifiuti,congiuntamente alle informazioni contenute nei Piani Regionali e Provinciali Rifiuti, è possibile quantificare la presenza nell’intero territorio nazionale di circa 1milione e 580mila cassonetti. Se si considera una percentuale di rottura del 15%, il numero di cassonetti che possono essere riparati e quindi reintegrati nel ciclo di utilizzo si può stimare in 234mila.
Numeri importanti, che hanno portato il C.R.M.P. a considerare gli enormi risvolti economici ed ecologici di un tale mercato, soprattutto per quelle aziende che hanno continue necessità di approvvigionamenti di tali contenitori, e a progettare un piano di sviluppo tramite l’avvio di una rete di franchising eco-repair a livello nazionale.
Quindi, la filosofia che sottende il core business del CRMP è incentrata sul “prolungamento della vita degli oggetti in plastica”, obiettivo importante previsto anche dalle più recenti normative europee, tradotte nel D. Lgs. 152/2006 intitolato “Norme in materia di ambiente”.
Grazie al CRMP oggi la plastica può considerarsi a tutti gli effetti un materiale dalla lunga vita
IL FRANCHISING Eco-repair
saldare e riparare…prevenire e recuperare
L’idea è quella di sviluppare una rete di aziende in Italia (e successivamente in Europa) che operino nel settore della riparazione di materie plastiche ed attività connesse , capaci di dare risposte qualificate ed efficaci ad un mercato completamente nuovo. Le aziende in rete, potranno avvalersi dell’esperienza e del know-how dei processi e della rete di promozione ed industrializzazione della C.R.M.P. (franchisor), che possiede già dal 2008 una unità pilota – eco-centro – presso il Centro Agroalimentare “La Valle della Pescara”, a Cepagatti . Ogni azienda della rete potrà svolgere attività autonome e attinenti arricchite dall’adesione al franchising. L’obiettivo primario del franchising, consiste quindi nell’applicare l’innovativa tecnologia di saldatura eco-repair, in qualsiasi possibile campo di utilizzo , ed è per tale motivo che non viene interrotta l’attività di ricerca relativa alla composizione della materia delle miscele saldanti, specifiche per ciascun tipo di materiale plastico. Inoltre gli eco-centri saranno anche deputati alla raccolta e al deposito di tutti quei contenitori inutilizzabili , che spesso vengono abbandonati nelle campagne. Attraverso la loro riparazione e vendita, gli eco-centri potranno reinserirli nel ciclo produttivo.
ARTEMIDE, MOLTO Più CHE UN’ASSOCIAZIONE
L’associazione Artemide nasce da una precisa volontà: concretizzare il concetto di tutela ambientale , attraverso iniziative specifiche volte alla sensibilizzazione sia dell’opinione pubblica che, soprattutto, del mondo imprenditoriale. Artemide, è il tangibile collegamento tra le esigenze aziendali e la necessità di rispettare la natura . Pertanto, considerate le premesse, attraverso Artemide verrà sviluppato un sistema di incentivo alla rottamazione o riparazione realizzando il programma eco-repair . Tale programma nasce dall’intento di prevenire la produzione di rifiuti derivanti da manufatti in plastica attraverso la loro riparazione e quindi recupero. La mission di Artemide è costruire una rete con tutte le strutture esistenti e in qualche modo coinvolte nella produzione di rifiuti, con il fine di ridurre al minimo gli stessi e così l’inquinamento da loro prodotto.
A TU PER TU CON ONOFRIO TOTARO
Il brevetto eco-repair è davvero rivoluzionario, ma quali possono essere i suoi reali sviluppi?
«Sono davvero incredibili, forse per chi non è del settore risulta difficile comprendere appieno la portata di questa innovazione, ma basti pensare che prima di eco-repair l’unico materiale a poter essere riparato a caldo, in maniera duratura e resistente attraverso era il metallo. Con eco-repair la saldatura risulta veloce, economica ed efficace, mantenendo la tenuta stagna dei contenitori. Un risultato del genere deve assolutamente appartenere a tutta la comunità, ecco perché stiamo istituendo un franchising da lanciare su scala nazionale. Sono inoltre convinto che da eco-repair riusciremo a studiare numerose soluzioni anche per la riparazioni di altri materiali. Io credo molto nel lavoro di squadra e quello che stiamo creando grazie a eco-repair è una grande sinergia, su scala nazionale».
Parliamo di Artemide, per lei molto di più che un’associazione…
«Artemide è un nuovo modo di interpretare il concetto di tutela e rispetto per l’ambiente, fatto di atti concreti e orientati al raggiungimento di specifici obiettivi, proprio come se stessimo parlando della nostra azienda. A mio modo di vedere, l’ambiente va infatti inteso e trattato con la stessa cura con cui portiamo avanti la nostra vita, perché è un bene di tutti e ognuno di noi ha il preciso dovere di avere responsabilità nei suoi confronti, il mio impegno è Artemide, molto di più delle solite chiacchiere che si fanno su questo argomento».
Qual è la mission dell’associazione Artemide?
«La mission è quella di creare la più grande rete possibile costituita da realtà sia agricole, che industriali e artigiane. Lo scopo è quello di utilizzare le esperienze e competenze di quanti più individui e strutture al fine di ottenere risposte concrete per una maggiore salvaguardia dell’ambiente. Vorrei che Artemide fosse una fucina di idee, progetti, competenze e informazioni grazie alla quale individuare soluzioni possibili ed evitare sterili contrasti. Sono convinto che fino ad oggi sia totalmente mancata una reale interfaccia tra le imprese, Artemide vuole occupare questo spazio lasciato vuoto e intende farlo con la giusta dose di concretezza, tutelando il lavoro dell’uomo senza per questo rinunciare al rispetto per la natura».
Parliamo del suo interesse per la politica, come nasce?
«Io credo che la politica sia fondamentale per il vivere di una comunità, ma dovrebbe essere sorgente di ideologie, di valori reali e di scontri costruttivi. Purtroppo oggi questo non accade a differenza di molto tempo fa, quando la politica era fatta da uomini che davvero credevano nel bene comune e combattevano per i propri ideali. Oggi siamo davanti a una politica di facciata, fatta da showman e troppo regolata dal marketing puramente orientato ad accaparrarsi i voti. Da imprenditore, da cittadino e da persona onesta quale mi ritengo, penso sia arrivato il momento di tornare alla politica di un tempo, dove i valori non sono una sterile e vuota parola dietro cui ci si nasconde, ma un modo di vivere e di orientare la propria coscienza. Sono molto tentato di prenderne parte attivamente, sarebbe un passo importante che bisogna considerare con la dovuta serietà e la giusta ponderatezza»