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Comunicati Stampa

Riforma delle professioni e ordinamento forense

Avvocati


Niente stralcio per la riforma
Sciopero il 20 e 21 settembre
il ministro offre solo un tavolo di confronto, ma non prende impegni

Ancora un’astensione dalle udienze da parte degli avvocati. La giunta dell’Organismo unitario dell’avvocatura (in sigla Oua, l’organo che si definisce come il rappresentante politico dei difensori) proclama lo sciopero per giovedì 20 e venerdì 21 settembre. Intanto ieri, nell’incontro delle associazioni forensi col Guardasigilli Paola Severino, emerge che in pratica la riforma forense non verrà stralciata dal Dpr che ridisegna tutte le professioni. Il nuovo sciopero viene proclamato contro la revisione della geografia giudiziaria varata dal Governo, i provvedimenti sul processo civile, la riforma forense e la media-conciliazione obbligatoria.
Lo annuncia l’Oua in una nota, diffusa dopo l’incontro di ieri pomeriggio, riconfermando “la volontà al dialogo, ma su proposte concrete di riforma della macchina giudiziaria”.
“Fino ad ora non si è voluto dialogare su nulla e non sono accettabili compromessi sui diritti dei cittadini”, afferma Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua.
Pronta la replica da Via Arenula: “Avevo convocato – dichiara in una nota il ministro Severino – un incontro con i rappresentanti dell’avvocatura per discutere del tema di un loro possibile contributo allo smaltimento dell’arretrato civile. I miei interlocutori hanno ritenuto che fosse pregiudiziale alla trattazione di questo tema sciogliere il nodo della legge professionale, preceduta dallo stralcio della posizione degli avvocati da quella di altre categorie professionali dal regolamento sugli Ordini di prossima emanazione”. Il ministro sottolinea la sua “disponibilità a partecipare attivamente alla stesura della legge di riforma della professione forense che ne valorizzasse la specificità e di volerlo fare in tempi ristrettissimi, durante il periodo estivo, senza quindi che ciò ritardasse l’itinerario parlamentare e consentendo al governo di esprimere un parere più meditato sulla richiesta di sede deliberante (per il varo della legge di riforma della professione forense – Ndr) in Commissione Giustizia della Camera. Ho preso atto di questa chiusura pregiudiziale. Sottoporrò la questione al prossimo Consiglio dei ministri che – conclude il ministro Severino – assumerà le conseguenti decisioni”.
“Lo stralcio della posizione degli avvocati dal Dpr e una autonoma regolamentazione della professione con legge dello Stato – afferma il segretario dell’Associazione nazionale forense Ester Perifano – sarebbe certamente la scelta di gran lunga preferibile vista la peculiarità dell’attività forense, in considerazione del ruolo di cerniera dell’avvocato nei rapporti tra cittadini e istituzioni rispetto alle altre professioni”. Punti fermi, secondo l’Anf, “devono essere i principi dell’articolo 3 del decreto liberalizzazioni varato lo scorso anno, a partire dalla maggior considerazione per le giovani generazioni di professionisti e una governance, nazionale e locale, che veda la netta distinzione tra amministrazione e disciplina e una maggiore democrazia nei sistemi elettorali”.
“Purtroppo – continua Perifano – la chiusura del ministro su questa posizione di principio, a prescindere dagli eventuali contenuti, è stata netta. Il ministro ha solo offerto un tavolo permanente di confronto sulla riforma forense, ma non è stato in grado di prendere alcun impegno”.