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Tumore alla mammella: ricerca, terapia e prevenzione

I due geni più noti associati a questo tumore, BRCA1 e BRCA2, sono responsabili di una percentuale variabile dal 3% al 5% dei tumori alla mammella.


E il restante 95%?


Ricercatori inglesi e olandesi hanno riferito, sulla rivista "Nature Genetics", di aver individuato un nuovo gene coinvolto nei tumori alla mammella. La mutazione di questo gene, chiamato CHEK2, raddoppia il rischio di sviluppare il tumore e potrebbe spiegare circa lo 1% di tutti i tumori alla mammella nelle donne e il 9% di quelli degli uomini. Il CHEK2 sembra proprio essere uno di quei tasselli genetici che predispongono a queste neoplasie.


Purtroppo la ricerca genetica risulta ancora incompleta e spesso persino discordante.


"Stimiamo - commenta Mike Stratton, dell'Istituto Britannico per la Ricerca sul Cancro (www.scienze.cancerresearchuk.org) - che la versione mutata del CHEK2 sia responsabile di un aumento del rischio di un fattore due nelle donne e di un fattore 10 negli uomini. La predisposizione al tumore alla mammella è generata dalla somma degli effetti di numerosi geni, ciascuno dei quali ha solo un piccolo effetto. La nostra ricerca fornisce il primo esempio ben documentato di uno di questi geni, anche se abbiamo bisogno di studiare più a fondo il CHEK2 prima di poter pensare di utilizzare questa informazione nella pratica clinica."


Lo studio è stato fatto prendendo in considerazione famiglie europee con una spiccata predisposizione a questo tipo di tumore. Sorprendentemente, si è scoperto che le donne con versioni mutate sia dei geni BRCA1 e BRCA2 sia del CHEK2 non sembrano correre un rischio maggiore.


" Crediamo - conclude Doug Easton, che ha partecipato alla ricerca - che il CHEK2 sia coinvolto nella riparazione dei danni genetici nella mammella delle donne, che è il motivo per cui il rischio aumenta quando il gene è difettoso. Ma nelle donne con i geni BRCA difettosi, il sistema di riparazione dei geni è già fuori uso, per cui il danno del gene CHEK2 non può aumentare ulteriormente il rischio ".


La ricerca genetica oggi non ha raggiunto il grado di conoscenze per combattere queste problematiche che incidono sul corpo e sulla mente della popolazione femminile (e maschile) la cui lentezza sono probabilmente da riportare ai vizi dei finanziatori. Una volta fatta la diagnosi la cura dei tumori alla mammella rimane ancora la chirurgia, per fortuna sempre più specialistica e meno invasiva nell’estetica, nella funzionalità e nella psiche delle pazienti, supportata in particolare dalla chemioterapia. Allo stato attuale, comunque, la migliore delle terapie rimane la prevenzione su tutti i livelli. Eliminare tutti i fattori di rischio possibili quali quelli ambientali, alimentari (ridurre l’apporto di proteine e grassi animali), eliminare il fumo, ridurre per quanto possibile le intossicazioni chimiche (ed elettromagnetiche), lo stress, l’abuso di farmaci (spesso dovuto all’uso improprio e privo della guida del medico), ripristinare eventuali disfunzioni del sistema immunitario, ormonale e neurovegetativo oltre a migliorare la perfusione ed il drenaggio dei distretti toracici, cranici e diaframmatici attraverso una sana alimentazione, una corretta attività motoria ed all’eventuale normalizzazione degli squilibri attraverso tecniche e metodologie osteopatiche, chinesiologiche, omeopatiche e farmacologiche.


Prevenire significa innanzitutto non avere la necessità di curare una malattia!


Prevenire significa curare se stessi ! Prevenire in condizioni di squilibrio significa ridimensionare l’evolvere di una condizione morbosa interrompendo un circolo vizioso.


Prevenire (la malattia) è meglio che curare!



Gaspare SANFILIPPO


Osteopata D.O.


Chinesiologo


Palermo