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Diagnosi differenziale anoressia nervosa
A partire dagli anni settanta l’anoressia ha incominciato a “vivere” categorialmente di vita propria e non più come una forma frusta di una qualche altra patologia psichica o come sintomo di un disordine di natura diversa, infatti solo nel DSM III (1980) la valutazione della malattia viene quasi del tutto incentrata su determinanti di ordine comportamentale e psichico. Nel DSM III R (1987) compaiono alcuni criteri di classificazione determinanti per la diagnosi, anche se non compaiono limiti d’età per l’insorgenza e il criterio della perdita del peso non è molto rigido.
Solo nel DSM IV vi è, per la prima volta, una sezione specifica che viene riservata ai DCA distinta dai disturbi per l’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza; si introduce inoltre la differenza tra anoressia di tipo restrittivo e quella di tipo bulimico così da evitare l’assegnazione, per chi soffre di anoressia, ma presenta anche abbuffate e condotte di eliminazione, una diagnosi aggiuntiva di bulimia.
Il DSM IV TR (APA 2000) classifica tra i Disturbi dell’Alimentazione tre quadri patologici: AN, BN e Disturbi NAS, ma nonostante la classificazione categoriale, questi disturbi si presentano spesso in un continuum psicopatologico che riguanrda una cangiante strutturazione ibrida del Sé (narcisistico-borderline-isterica-ossessiva), che talora si presenta come patologia associata.
Nell’eziopatogenesi sembra costante un processo plurifattoriale con nodi biologici, intrapsichici, familiari e culturali. Il decorso comporta interferenze somatopsichiche e psicosomatiche, talora con gravi conseguenze e una elevata mortalità (5-20%).
Solo nel DSM IV vi è, per la prima volta, una sezione specifica che viene riservata ai DCA distinta dai disturbi per l’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza; si introduce inoltre la differenza tra anoressia di tipo restrittivo e quella di tipo bulimico così da evitare l’assegnazione, per chi soffre di anoressia, ma presenta anche abbuffate e condotte di eliminazione, una diagnosi aggiuntiva di bulimia.
Il DSM IV TR (APA 2000) classifica tra i Disturbi dell’Alimentazione tre quadri patologici: AN, BN e Disturbi NAS, ma nonostante la classificazione categoriale, questi disturbi si presentano spesso in un continuum psicopatologico che riguanrda una cangiante strutturazione ibrida del Sé (narcisistico-borderline-isterica-ossessiva), che talora si presenta come patologia associata.
Nell’eziopatogenesi sembra costante un processo plurifattoriale con nodi biologici, intrapsichici, familiari e culturali. Il decorso comporta interferenze somatopsichiche e psicosomatiche, talora con gravi conseguenze e una elevata mortalità (5-20%).
- DSM IV R e relazione con i criteri dell’ICD-10
I criteri diagnostici per il DSM IV TR (2000) per l’Anoressia Nervosa sono:
a) rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o la peso minimo normale per l’età e la statura (per es. perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in altezza, con la conseguenza che il peso rimane al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto).
b) intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sotto peso.
c) alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sotto peso.
d) nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi (una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per es. estrogeni.)
Specificare il sottotipo:
- con restrizione: nell’episodio attuale di anoressia nervosa il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inapropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
- con abbuffate/condotte di eliminazione: nell’episodio attuale di anoressia nervosa il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inapropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
A differenza del DSM IV R, l’ICD-10 richiede in modo specifico che la perdita di peso sia autoindotta mediante l’evitamento dei cibi che fanno ingrassare e che nel sesso maschile vi sia perdita dell’interesse e della potenza sessuale. Inoltre l’ICD-10 da la precedenza alla diagnosi di Anoressia Nervosa rispetto a quella di bulimia, infatti esclude la prima se sono regolarmente presenti abbuffate.
Per alcuni autori un elemento di fragilità del DSM riguarda il punto D (presenza dell’amenorrea), difatti secondo Schlundt e John, 1990) “non è possibile considerarla come sintomo essenziale, data la sua natura sequenziale alla perdita di peso e alla mal nutrizione. La questione tuttavia rimane aperta in quanto la letteratura riferisce di casi in cui l’interruzione del flusso mestruale precede una significativa perdita di peso”. E’ anche vero che l’amennorea, o le variazioni del ciclo, può essere causata da minime alterazioni psico-comportamentali della paziente, inoltre anche il DSM IV TR recita “L’amenorrea fa solitamente seguito al calo ponderale, ma in una minoranza di soggetti, può precederlo”.
Anche la Bruch sottolinea come “nessuna altra funzione è atta a soffrire dei contraccolpi dello stress emotivo quanto il ciclo sessuale. .... indagini approfondite sulle donne tenute prigioniere durante e dopo la seconda querra mondiale depongono decisamente a favore della tesi che il ruolo primario della patogenesei dell’amenorrea spetta ai corollari emozionali e non alla denutrizione. L’amenorea si è riscontrata con maggiore frequenza all’inizio della prigionia quando la nutrizione era ancora adeguata. In uno studio compiuto a Theresienstad, il 54% delle prigioniere tenute in condizioni di estrema sofferenza ha presentato amenorrea contro il 25% di donne vissute in circostanze relativamente più favorevoli. In molte donne il flusso mensile è ricomparso subito dopo la liberazione, senza alcuna terapia e prima della rialimentazione” .
- Diagnosi differenziale
Per prima cosa è necessario accertare che il calo ponderale non sia da attribuirsi a una patologia organica (per es. tumori, diabete mellito, AIDS), ma in questo caso se manca un disturbo dell’immagine corporea, così come il desiderio di un dimagrimento ulteriore e la estrema paura di ingrassare, è da escludere la diagnosi di anoressia nervosa.
Per le patologie psichiatriche la questione diviene un po’ più spinosa, poiché i sintomi manifesti non coincidono necessariamente e sempre con la struttura di personalità tipica dell’anoressia come vediamo di seguito.
La differenziazione della anoressia con abbuffate/condotte di eliminazione dalla bulimia viene effettuata, per esempio, dal mantenimento del peso normale che hanno i pazienti bulimici.
Nella schizofrenia possono essere presenti modalità bizzarre dell’alimentazione e talora grave dimagrimento, senza tuttavia, nella maggioranza dei casi, esserci la distorsione dell’immagine corporea (che nella prima assume caratteristiche di vero delirio di trasformazione) e la paura del peso che sono necessarie per la diagnosi di anoressia nervosa; un altro criterio di diagnosi differenziale, è che nella schizofrenia il rifiuto di mangiare può essere collegato, ad esempio, a un delirio persecutorio di veneficio.
Nel disturbo depressivo maggiore si può verificare un calo ponderale marcato anche se è non intenzionale e inoltre manca il marcato timore di ingrassare che è invece presente nell’anoressia. Alcune delle caratteristiche dell’anoressia nervosa possono soddisfare parte dei criteri per la fobia sociale (per es. mangiare in pubblico) e per il disturbo di dismorfismo corporeo (preoccupazioni riguardanti un difetto immaginario nell’aspetto fisico). La diagnosi differenziale allora dovrebbe essere fatta a seconda dei casi, se compaiono fobie non associate al comportamento alimentare è giustificata una diagnosi aggiuntiva di fobia sociale, come se presenti ossessioni-compulsioni che esulano il cibo (ossessioni di contaminazione) vi è una diagnosi aggiuntiva di disturbo ossessivo compulsivo. Per quanto riguarda invece la diagnosi addizionale di disturbo di dismorfismo corporeo deve essere presente una tematica dismorfofobica non limitata a una erronea percezione del corpo nella sua totalità o al peso (es. timore di avere un naso troppo grande). Anche nel disturbo di ansia generalizzata si può riscontrare un calo ponderale così come nell’anoressia nervosa possono essere presenti dei sintomi ansiosi, ma la differenziazione sta che solo nella seconda vi è un’alterazione dell’immagine corporea.
Un aspetto importante è la relazione tra i DCA e lo sprettro dei Disturbi Ossessivo Compulsivi (DOC), soprattutto nelle anoressiche che risultano essere molto rigide, ipercontrollate, affettivamente distaccate e caratterizzate da ruminazioni ossessive; “da questo hanno preso il via numerose ricerche tese ha dimostrare che all’interno dei disturbi dello spettro DCO, oltre a svariate patologie, si collocherebbero anche i disturbi alimentari ed alcuni disturbi dell’immagine corporea come il Body Dismorphic Disorder. ..... I risultati di una ricerca recentissima fanno supporre che, se relazione tra diturbo alimentare e spettro DOC esiste, questa riguarda solo ed esclusivamente la sfera cognitiva, nel senso che la tendenza ad un dubbio ricorrente o ad un’idea persistente sul proprio aspetto fisico può essere predisponente per lo sviluppo di un comportamento alimentare anomalo” .