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Delega fiscale in g.u. dal 27 marzo: cosa cambia con le nuove rendite catastali.
La Delega Fiscale ora è legge: è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore giovedì 27 marzo , ma le perplessità sono già tante fra i proprietari immobiliari e i professionisti del settore.
Fra le novità più rilevanti vi è la determinazione per ogni unità immobiliare sia della rendita che del valore patrimoniale non più convenzionali ma costantemente aggiornati ai dati di mercato (qualora non sia possibile, tuttavia, si ricorrerà al credito reddituale o del costo): se da un lato i titolari di diritti reali sperano in una stima più equa del proprio bene rispetto alle attuali rendite catastali, obsolete e per certi versi troppo sommarie, dall’altro temono rappresenti l’ennesima stangata a un settore economico, l’edilizia, più volte preso di mira dai precedenti governi.
Cambierà anche la denominazione della categoria catastale di appartenenza dell’immobile: la categoria catastale R/1 “Abitazioni in fabbricati residenziali e promiscui” ingloberà le vecchie A/1, A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, la R/2 , che comprende le “Abitazioni in villino e in villa”, sostituirà le categorie A/7 e A/8, mentre nessuna variazione per “Abitazioni tipiche dei luoghi”, che ora diventa R/3 .
Ciò che però preoccupa maggiormente i professionisti come Visure Italia, è la nuova rendita catastale che, come è noto, dovrà essere calcolata sulla base dei metri quadri di superficie (tenendo conto anche delle caratteristiche edilizie come la localizzazione, il piano, l’anno di costruzione, la presenza di scale ecc.) non più sul numero dei vani. Sarà l’aspetto più problematico della riforma del Catasto, perché spesso – soprattutto per quanto riguarda i vecchi immobili - una planimetria catastale non esiste più o, addirittura, non è mai esistita.
«Spesso è più semplice cercare e trovare un ago in un pagliaio che ricercare una planimetria catastale negli Uffici del Catasto», commenta Paolo Baita, CEO Visure Italia e Vice Presidente AVI (Associazione Visuristi italiani): «Infatti, le planimetrie delle unità immobiliari sono disponibili solo negli immobili di recente costruzione e non è detto che siano sempre aggiornate a seguito di interventi di ristrutturazione o modifiche interne apportate dai proprietari e raramente registrate in Catasto».
Ancora più problematica è la ricerca delle planimetrie di vecchi immobili «che non sono mai state informatizzate e non sono disponibili on line ma solo presso i registri cartacei al Catasto», precisa Baita, che aggiunge: «Resta inoltre immutato il problema della quotazione delle superfici che non sembra essere stato neanche preso in considerazione. Infatti, la valutazione degli immobili basata ora su dati OMI dell’Agenzia del Territorio fornisce dei valori che vanno moltiplicati sulla base della superficie dell’immobile per cui risulta evidente che non disponendo di questo dato nelle planimetrie catastali, si opterà per una semplice parametrazione dei vani con i metri quadri senza con un risultato finale arbitrario e aleatorio»
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