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Il marketing del punto vendita

Il marketing del punto vendita


I Dossier Expopage


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Il marketing del punto vendita


A cura di CLOU www.clouonline.com


1 I Dossier Expopage


Esistono due modi per riuscire a far emergere


i propri prodotti in un mercato affollato di


concorrenti:


uno è creare un prodotto veramente


straordinario, l’altro è creare un punto vendita


straordinario


Al rientro dalle vacanze quest’anno le


famiglie italiane hanno trovato un’amara


sorpresa: caro-libri, aumento delle bollette,


prezzi degli alimentari alle stelle, aumento


delle spese per il riscaldamento e la nettezza


urbana, tanto che Adusbef e


Federconsumatori hanno stimato che i rincari


autunnali peseranno sul bilancio delle


famiglie di oltre 600 euro l'anno.


Gli italiani dunque tagliano gli acquisti


superflui e consumano sempre meno: è


quanto emerge dall’ ultima analisi condotta


da Confcommercio in luglio secondo la quale


a maggio i consumi hanno registrato un calo


del 2,7%, il sesto di segno negativo negli


ultimi sette mesi che porta ad una flessione


nei primi cinque mesi dell’anno pari all’1,9%.


Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio si


tratta di una crisi ormai strutturale, profonda e


non legata a fenomeni stagionali che rafforza


la previsione di una crescita dell’economia


italiana prossima allo zero nel 2008.


In maggio la domanda di beni è scesa del


3,8% in quantità rispetto all’analogo mese del


2007, mentre quella di servizi è rimasta


praticamente stabile (+0,1%).


Dinamica dei prezzi dell’Indicatore dei consumi di Confcommercio


(variazioni tendenziali)


2007 2008


Anno Gen/Mag 1° trim Apr Mag Gen/Mag


SERVIZI 0,7 0,8 1,7 2,2 2,5 2,0


BENI 0,8 0,7 2,6 2,9 2,8 2,7


TOTALE 0,8 0,7 2,4 2,7 2,8 2,5

Beni e servizi ricreativi 2,8 3,0 2,7 3,1 3,5 2,9


Alberghi, pasti e consumazioni fuori casa 2,7 2,5 2,9 2,5 2,5 2,7


Beni e servizi per la mobilità 1,0 - 0,4 7,2 6,4 9,3 7,4


Beni e servizi per la comunicazione - 9,9 - 9,3 - 8,5 - 4,9 - 6,9 - 7,5


Beni e servizi per la cura della persona - 2,8 - 3,8 - 2,5 - 3,4 - 3,2 - 2,8


Abbigliamento e calzature 1,7 1,7 1,6 1,6 1,7 1,6


Beni e servizi per la casa 2,5 3,4 2,8 3,7 3,4 3,1


Alimentari, bevande e tabacchi 3,1 3,1 4,7 5,3 5,0 4,9


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio, luglio 2008


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Le famiglie, insomma, hanno ormai deciso di


comprimere una parte di consumi ritenuti


meno necessari in un periodo di difficoltà


economica. Per quanto riguarda invece i


prezzi è proseguita la fase di accelerazione,


con un aumento del 2,8% (2,5% per i servizi


e 2,8% per i beni).


Per la prima volta da 10 anni quest’anno si


profila un saldo negativo tra chiusure e


aperture di nuovi negozi: secondo le stime di


Confcommercio nei primi tre mesi di


quest’anno hanno chiuso i battenti oltre


13mila piccoli esercizi anche a causa della


concorrenza delle grandi catene.


IL PUNTO VENDITA COME


STRUMENTO DI COMUNICAZIONE


La crisi dei consumi e il calo del potere


d’acquisto degli italiani impone dunque ai


negozianti – per resistere su un mercato


sempre più agguerrito e competitivo - di


usare tutte le leve che hanno a disposizione


per conquistare nuovi clienti e fidelizzare i


vecchi; non solo puntando su qualità e


convenienza, ma anche ripensando ai propri


strumenti di comunicazione, a partire dal


punto vendita.


Ciò nonostante sarebbe fuorviante voler

teorizzare un modello di retail vincente da


applicare indiscriminatamente a qualsiasi


realtà distributiva:
secondo una recente

indagine condotta da Dinamiche–Swg il 35%


dei consumatori -maschi dai 18 ai 54 anni,


generalmente sposati con figli e residenti al


nord o al centro – preferiscono i grandi store


fuori città di cui apprezzano il vasto


assortimento e il servizio discreto; viceversa


un 20%, donne o coppie senza figli che


risiedono nel nord-est, preferisce acquistare


in negozi di media ampiezza in periferia che


offrono un sufficiente assortimento e un


servizio vigile ma non invadente e solo il 17%


- donne anziane sole – si rivolge ai piccoli


negozi di quartiere dove un assortimento


mirato si sposa con un servizio guidato; il


28% degli intervistati invece ha dichiarato di


non avere preferenze.


Se complessivamente possiamo affermare


che in i consumatori sono sempre più esigenti


e meno fedeli, dobbiamo anche riconoscere


che il loro comportamento d’acquisto è


fortemente influenzato dalle disponibilità


economiche, dalle aspettative di servizio,


dalla composizione del nucleo familiare e dai


ritmi di vita. Così esiste una clientela che


continua a preferire alla grande distribuzione i


negozi specializzati di medie o piccole


dimensioni che puntano sulla tipicità


dell’assortimento, sul rapporto con il cliente,


sulla qualità del servizio post-vendita e


sull’assistenza e che magari si possono


raggiungere senza dover ricorrere all’auto.


Per avere successo è pertanto indispensabile


definire con precisione il target e il


mercato al quale ci si vuole rivolgere,


conoscere molto bene il territorio e la


concorrenza
, ma c’è un altro aspetto sul

quale si può lavorare, il marketing del punto


vendita.


In una società in cui spesso non si ha


veramente bisogno di nulla e in cui la


concorrenza tra prodotti è sempre più


esasperata, il consumatore sposta la

propria attenzione dalle caratteristiche del


prodotto ai suoi aspetti intangibili:
è il

motivo per cui tanti turisti sono disposti a


pagare prezzi molto elevati per bere un caffè


nella piazzetta di Capri o per fare un giro in


gondola a Venezia o, perché in realtà non


stanno acquistando solo un caffè o un


passaggio in barca, ma l’emozione data


dall’acquisto in quel luogo, dall’esperienza di


quel contesto.


La percezione dei consumatori dell’ambiente


circostante e la valutazione dell’immagine del


punto vendita sono influenzate da numerose


variabili, dal lay-out delle attrezzature alla loro


disposizione, dalle dimensioni e la varietà


dell’assortimento alle modalità di esporre la


merce, ma anche da fattori intangibili come i


colori, i suoni, gli odori…


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IL VISUAL MERCHANDISING


I comportamenti d’acquisto negli ultimi anni


sono molto cambiati e oggi, rispetto al


passato, si fanno molto più spesso acquisti d’impulso: mentre una volta si andava a fare

la spesa con una lista dettagliata di ciò che si


doveva acquistare, oggi le liste, se ci sono,


sono più generiche e molto spesso si


acquista per curiosità, perché c’è un’offerta


promozionale o semplicemente perché si è


attratti da un confezione. Ma questo non vale


solo per gli alimentari: anche in altri settori


spesso si acquista per capriccio, per


fascinazione, non per bisogno. Questo

nuovo modo di fare shopping rende


importantissima la presentazione del


prodotto.


Entrando in un negozio le prime cose che


colpiscono sono i colori e i materiali utilizzati


per l’arredamento, il tipo di illuminazione, la


disposizione degli articoli e il sistema


espositivo… si tratta di tutte quelle variabili


che fanno parte del visual merchandising ,


un’insieme di tecniche finalizzate ad


ottimizzare le opportunità offerte dalla


vendita visiva.


L’obiettivo è quello di “far parlare “ i prodotti


che non siano più presentati in modo passivo,


ma che – grazie a modalità espositive e a


un’ambientazione studiata ad hoc - guidino il


consumatore verso percorsi visivi obbligati.


La quantità di merci esposte, la loro


collocazione negli spazi espositivi, la


disposizione degli espositori e degli arredi


all’interno del punto vendita sono scelte che –


se effettuate correttamente – permettono al


cliente di essere autosufficiente e trovare da


solo ciò che cerca ottenendo il duplice


vantaggio di ridurre il personale di vendita e


consentire al consumatore di effettuare le


proprie scelte in autonomia.


A tal fine è senz’altro utile creare delle


aggregazioni merceologiche che possono

seguire criteri diversi (la stagionalità, la


destinazione d’uso, lo stile di vita, il


colore…..), ma che devono essere facilmente


intuibili anche per chi entra in negozio per la


prima volta; nel caso di punti vendita di


dimensioni medio-grandi è necessario


studiare dei percorsi di circolazione che

inducano i visitatori a seguirli e di


conseguenza a essere guidati in un tour che


ha l’obiettivo di farlo entrare in contatto con


tutte le linee di prodotti proposti e di evitare


sovraffollamenti: in genere si cerca di creare


un percorso principale al quale vengono


affiancati spazi di viabilità secondaria


all’interno delle diverse aree del punto


vendita. La pianificazione dei percorsi


all’interno del negozio ha anche lo scopo di


far vedere al cliente i diversi prodotti in modo


sequenziale e non casuale (si pensi a tal


proposito ai percorsi dei ipermercati).


Il colore è un importante mezzo di comunicazione non verbale ed è in grado di

esercitare una azione complessa su chi lo


osserva sia dal punto di vista fisico che


emotivo: basti pensare ai diversi significati


attribuiti ai colori dalle diverse culture o alle


teorie della cromoterapia diffuse già ai tempi


dell’antico Egitto. Il colore, esaltato dalla


giusta luce, migliora la produttività e riduce la


fatica, contribuendo positivamente anche sui


rapporti interpersonali.


Tali colori assumono ovviamente significati e


implicazioni diverse a seconda che siano


impiegati sul pavimento, sulle pareti, sul


soffitto, sui mobili o sulle scritte.


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Un ruolo centrale è giocato dalla luce che

può contribuire a identificare i percorsi, a


orientare l’attenzione sulle zone in cui è


esposta la merce o a creare delle zone


differenziate dal contesto tramite l’uso di luci


e ombre. Degli ottimi risultati si ottengono


lavorando sui contrasti: luce diretta e luce


indiretta, luce d’accento e luce diffusa


coinvolgendo così il consumatore anche con


effetti emozionali.


La progettazione dei sistemi espositivi deve

supportare in modo forte e coerente i


messaggi di comunicazione che il progetto


intende trasmettere al consumatore finale,


ma anche essere in grado di presentare al


meglio il prodotto, valorizzandone le COLORE RICHIAMI SIMBOLICI


Rosso


forza, aggressività, impulsività, dinamismo, vitalità, vigore, potere, se scuro anche


eleganza; utilizzato per sottolineare efficacia e potenza del prodotto


Arancione cattura l’attenzione, stimola attività e movimento


Blu


sicurezza, onestà, calma; utilizzato per consolidamento dell’immagine aziendale,


per suggerire fiducia e stima; simbolo del prestigio, nobiltà, regalità, eleganza;


considerato anche emblema della notte, del soprannaturale


Bianco


pulizia, ordine, colore neutro che acquista valori e significati diversi


se abbinato con altri colori


Rosa femminilità, dolcezza, romanticismo


Giallo


solarità, sviluppo, modernità, novità; ricorda il colore del grano, di ciò che è


naturale in opposizione a ciò che è artificiale


Verde natura, fertilità, sensazioni di quiete, pace e serenità


Nero e oro


spesso combinati per creare atmosfera elegante e sofisticata;


rimanda a qualità, raffinatezza e valore (anche economico)


Viola usato con prudenza per motivi scaramantici, lusso ed erotismo


Marrone austerità e penitenza, rappresenta tradizione, maturità, tempra, terra


Fonte: V. Vigolo, La dimensione esperienziale nel retail, 2007


caratteristiche. A volte prodotti della stessa


categoria necessitano di sistemi espositivi


differenziati in funzione del loro valore reale,


del tipo di consumatore al quale si riferiscono


e del tipo di utilizzo per il quale sono pensati.


In genere è bene facilitare il contatto tra


prodotto e cliente evitando – dove possibile –


barriere come le vetrine chiuse a chiave .


I materiali utilizzati contribuiscono


fortemente a connotare l’ atmosfera


dell’ambiente:
un pavimento in parquet

abbinato a pareti affrescate o con raffinate


tappezzerie in seta crea un ambiente che


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evoca i valori della tradizione e del


benessere, mentre l’utilizzo di superfici


metalliche o in vetro abbinate a pavimenti in


resina o marmo fa pensare alla modernità,


all’innovazione…. Scegliere arredi


particolarmente pregiati e ricercati per un


discount equivarrebbe a trasmettere un


messaggio fuorviante, così come lo sarebbe


proporre articoli di lusso su espositori


metallici da stand fieristico.


La vetrina non va sottovalutata perché è il


biglietto da visita del negozio
e costituisce

uno stimolo fondamentale nella scelta del


cliente di entrare nel negozio.


Bisogna pertanto evitare di pensarla come


uno spazio vuoto da riempire di prodotti che


potranno essere poi trovati all’interno del


punto vendita, poiché il suo scopo è quello di


attrarre il potenziale cliente all’interno e non


quello di farlo fermare a guardare fuori.


Affinché l’immagine della vetrina colpisca


l’attenzione in pochi secondi e sia coerente


con lo stile del punto vendita si possono


utilizzare colori e luci, impiegare della musica


udibile anche all’esterno del negozio o


diffondere dei profumi. Ogni layout e ogni


stimolo sensoriale deve essere pensato per


guidare i clienti dalle vetrine all’interno del


negozio.


Il negozio diventa così una leva di


comunicazione che contribuisce ai processi di


vendita coinvolgendo ed emozionando il


cliente non solo attraverso stimoli razionali,


ma anche sensoriali


L’ATMOSFERA DEL NEGOZIO E LA


VENDITA EMOZIONALE


Numerosi studi hanno dimostrato come


l’impulso all’acquisto sia influenzato per circa


il 70% da stimoli inconsci; è per questo che le


emozioni suscitate dall’esperienza di acquisto


diventano una variabile importante sulla


quale influisce molto anche l’atmosfera del


punto vendita che diventa così uno dei

mezzi di comunicazione più potenti a


disposizione del commerciante perché è il

reale punto di contatto tra cliente e


azienda, non solo a livello fisico, ma


anche a livello emotivo.


Un luogo di vendita dovrebbe dunque farsi


ricordare per l’atmosfera piacevole e le


ambientazioni coinvolgenti così da indurre

il consumatore non solo genericamente


all’acquisto, ma a fermarsi più a lungo e


soprattutto a ritornare. L’utilizzo degli stimoli sensoriali – luci, colori, suoni e profumi –

può essere utile in tal senso.


Alcune ricerche hanno dimostrato che una


musica di sottofondo – adeguata alla

merceologia esposta – crea un senso di


rilassamento nei consumatori che influisce


positivamente sulla percezione dei prodotti e


fa percepire come più brevi i tempi di attesa


alle casse o ai camerini di prova.


Ma la scelta della musica deve essere fatta


anche in base alla tipologia di clientela che si


vuole attirare: musica assordante e luci


intermittenti creeranno un effetto diverso dal


suono del vento o di una cascata con le onde


che si infrangono sulla spiaggia e saranno


conseguentemente apprezzate da target


diversi.


La progettazione di sistemi sonori coordinati


di voce, video, musica, suoni e


mascheramento dei rumori per essere


realmente efficace dovrebbe armonizzare lo


studio della diffusione sonora con le


progettazione architettonica degli spazi e,


soprattutto, essere in sintonia con il


messaggio che il brand vuole comunicare. Allo stesso modo i fattori olfattivi giocano un

ruolo importante tanto che spesso panetterie


e torrefazioni utilizzano gli odori dei propri


prodotti per attirare la clientela. Si tratta del


cosiddetto marketing olfattivo, in uso da oltre


vent’anni sia in America che in Asia, mentre


in Europa solo recentemente si è cominciato


ad utilizzare in maniera mirata i profumi nel


settore del commercio al dettaglio.


In questi anni si assiste a un crescente


interesse ai principi dell’aromaterapia da


parte delle imprese commerciali che


diffondono nei punti vendita essenze dal


carattere stimolante o rilassante a seconda


dell’atmosfera che vogliono creare.


Esistono fragranze che favoriscono la


concentrazione, altre che hanno proprietà


rilassanti o che stimolano l’appetito, ma ciò


che più conta nell’impiego del marketing


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olfattivo è tenere in considerazione – quando


si progetta la diffusione degli aromi – la


dimensione degli ambienti, le caratteristiche


degli impianti di climatizzazione, la


distribuzione degli spazi per evitare profumi


troppo intensi o non percepiti.


Ma quanto costa un allestimento olfattivo?


Per attrezzare un negozio di circa 200/300


metri quadri con sistemi di aerazione


professionali ed essenze di ottima qualità si


deve prevedere un investimento di circa


2mila euro e da alcuni studi è emerso che un


ambiente profumato aumenta


considerevolmente la disponibilità alla


comunicazione. Taluni hanno addirittura


quantificato l’incremento di fatturato


nell’ordine del 5-15% e l’aumento della


permanenza nei negozi del 16 % circa, anche


se a noi pare un po’ azzardato definire con


una tale precisione il ritorno di un tale


investimento, anche in considerazione delle


numerose variabili che entrano in gioco.


In un intervento del 2003 all’ International


Marketing Trends Congress Stefania Del


Gatto ha analizzato il punto vendita di articoli


per lo sport ed il tempo libero Fila Sport Life

Store di Milano.


Nel negozio - una superficie di 800 mq


distribuiti su cinque piani - il concetto di


multisensorialità viene proposto attraverso un


viaggio multisensoriale nel mondo dello sport


che stimola gusto, tatto, vista, olfatto e udito.


In ciascun reparto vengono diffusi differenti


aromi al fine di migliorare l’atmosfera del


negozio e spingere i clienti a trattenersi più a


lungo, e così nel reparto tennis si respira


profumo di limone, nel reparto running


profumo di erba fresca, nel reparto


Lifestyle/Underwear profumo di gelsomino…..


La scelta delle composizioni aromatiche per


piano è il risultato di un processo di ricerca


della società di consulenza olfattiva alla quale


il punto vendita si è affidato. La società di


consulenza ha pianificato e realizzato le


composizioni aromatiche sulla base della


merceologia proposta in ciascun reparto


coerentemente con le altre variabili sensoriali


utilizzate (luci, suoni, colori) all’interno di una


linea gestionale strategica complessiva


dell’ambiente di vendita.


(Il paper competo è consultabile al seguente


indirizzo //www.escpeap.

eu/conferences/marketing/pdf_2003/it/del


_gatto.pdf )

L’integrazione del marketing olfattivo con la


comunicazione visiva, le alternanze


cromatiche, la musica o il feng shui potenzia


notevolmente i suoi effetti: se il profumo è in


sintonia con la musica di sottofondo e i colori,


gli effetti prodotti dal marketing olfattivo


saranno molto maggiori (Per approfondire il

tema del Feng Shui si scarichi il dossier


gratuito di Expopage “Edilizia sostenibile e


Feng Shui”)


L’IMPORTANZA DI UNA


PROGETTAZIONE INTEGRATA


Spesso però in Italia le scelte di


progettazione e arredamento di un negozio,


soprattutto se di piccole o medie dimensioni,


sono effettuate in base ai gusti personali di


chi gestisce il punto vendita o di designer che


interpretano l’ambiente senza porre troppa


attenzione alle tecniche di marketing e


spesso senza aver neppure effettuato delle


ricerche sulle caratteristiche e le aspettative


dei propri potenziali clienti .


Certamente si deve differenziare tra negozi


monomarca, dove è più facile progettare gli

ambienti i modo da far vivere al cliente


un’esperienza d’acquisto
, dagli spazi

multimarca che, dovendo ospitare diversi


brand, faticano a darsi una connotazione


precisa, anche se poi compensano con un


maggior assortimento di prodotti.


Ciò nonostante la creazione di luoghi


d’acquisto che offrano ai clienti delle


esperienze significative non deve essere


prerogativa esclusiva dei grandi marchi o


delle grande insegne, ma può rappresentare


una strategia importante anche per la piccola e media distribuzione che può

sviluppare l’esclusività di atmosfera come


leva competitiva in un mercato in cui


l’esclusività di prodotto e assortimento


diventa sempre più difficile da perseguire.


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Certo la progettazione di un negozio è una

attività complessa nella quale si devono


tenere presenti molti fattori.
E’ necessario

bilanciare un buon sfruttamento degli spazi


con un’organizzazione razionale delle merci,


una progettazione attenta al tema della


sicurezza con un clima accogliente, gli


eventuali vincoli tecnici con un budget magari


non troppo grande, la armoniosità degli arredi


con la possibilità di un eventuale sviluppo e


tutto questo realizzando uno scenario che


sappia emozionare il cliente e fargli apparire


straordinari la nostra merce.


Ciò nonostante un allestimento “visual”


vincente non solo migliora l’immagine del


negozio, ma può incrementare le vendite


sulla stagione precedente del 20%. E’


pertanto consigliabile consultare uno studio di


progettazione che vi supporti nella


realizzazione e nell’allestimento del punto


vendita elaborando dei progetti in linea con la


vostra immagine, la vostra impostazione


merceologica ed il “budget” a disposizione.


Una delle prime cose da tenere presente è


che il progetto, oltre alle planimetrie che


illustrano le linee di arredo e il layout del


negozio, deve prevedere un’analisi sulle reali capacità del sistema espositivo in

funzione della tipologia delle merci e del loro


corretto assortimento per evitare che in fase


di allestimento emergano spiacevoli


problematiche espositive.


Un altro punto cruciale è la pianificazione

della comunicazione all’interno del


negozio
(indicazioni di reparto, immagini

grafiche, fotografie, cartelli di comunicazione)


che deve essere integrata già in fase


progettuale con le linee di arredo e


l’illuminazione.


IL COINVOLGIMENTO DEL CLIENTE


Le imprese commerciali e di servizi hanno


ormai acquisito la consapevolezza che


l’ambientazione del punto vendita condiziona


le vendite, la valutazione dei prodotti e la


soddisfazione del consumatore.


Ma in base a quali criteri un consumatore


sceglie un negozio piuttosto che un altro?


Certamente contano molto nella scelta


l’accessibilità, l’assortimento e


l’atmosfera.


Ciò nonostante non si può dare una risposta


univoca a questa domanda poiché la scelta


varia in funzione del bene che si intende


acquistare e del soggetto che deve effettuare


l’acquisto; le motivazioni, le caratteristiche


socio-demografiche e il livello informativo del


consumatore sono elementi importanti, ma


ciò che influenza maggiormente le relazioni


fra ambiente di vendita e comportamenti


d’acquisto è il grado di coinvolgimento del


consumatore.


In genere il coinvolgimento è direttamente


proporzionale alla complessità del processo


d’acquisto.


De Luca e Vianelli sottolineano come ad un


elevato grado di coinvolgimento corrisponda


un processo di acquisto più complesso, in


quanto il consumatore è disposto a


sacrificare più tempo ed energie cognitive


nella scelta del prodotto: aumenta quindi il


numero di attributi utilizzati per confrontare le


diverse marche, si allunga il processo di


scelta e di acquisto, ed aumentano le


aspettative sul grado di soddisfazione che si


vuole raggiungere.


I consumatori fortemente coinvolti hanno


inoltre un maggiore interesse ad acquisire


informazioni anche in assenza di stimoli, si


lasciano favorevolmente consigliare dal


personale di vendita e ricercano servizi


altamente specializzati.


Differentemente, i consumatori scarsamente


coinvolti manifestano un’elevata sensibilità al


prezzo, probabilmente dovuta al fatto che,


non raccogliendo abbastanza informazioni sul


prodotto, e dedicando poco tempo alla


valutazione del rapporto qualità / prezzo, non


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Coinvolgimento del consumatore e politiche operative


all’interno del punto vendita


Tipo


di coinvolgimento


Grado


di coinvolgimento


Principali


implicazioni manageriali


Coinvolgimento


di prodotto


Elevato Basso


Sono richieste molte informazioni sulle


caratteristiche del prodotto.


Lo sforzo cognitivo è elevato e il


consumatore si impegna con


entusiasmo ed interesse alla scelta dei


prodotti.


Questi consumatori dedicano più tempo


alla scelta del punto vendita e tendono


a farsi consigliare molto anche dal


personale di vendita.


Vi è una forte richiesta di servizi


specializzati e personalizzati.


Competenza e coinvolgimento del


personale di vendita in termini di


prodotto.


Necessità di predisporre un


assortimento profondo sia in relazione


alle tipologie di prodotto che di servizio


offerto.


E’ importante garantire un’elevata


personalizzazione del servizio


Il consumatore tende a scegliere non


tanto sulla base delle caratteristiche del


prodotto, quanto invece sul prezzo.


Visitano meno negozi e dedicano meno


tempo alla scelta che, come già


evidenziato, si basa quasi esclusivamente


sul prezzo.


Sono molto sensibili alle promozioni, che


rappresentano quasi esclusivamente


l’unico mezzo per rivolgersi con successo


a questo tipo di consumatore.


Coinvolgimento


nella scelta della marca


Elevato Basso


Sono richieste molte informazioni sulle


caratteristiche delle diverse marche.


Lo sforzo cognitivo è elevato e il


consumatore si impegna con


entusiasmo ed interesse alla scelta


delle marche.


Il consumatore è sensibile alla


pubblicità in-store.


La sensibilità al prezzo è bassa.


In genere tali consumatori rispondono


molto bene alle pubblicità all’interno


del punto vendita.


Sono efficaci tutte le azioni che


facilitano il consumatore ad effettuare


una buona e consapevole scelta di


marca.


La decisione di marca viene delegata al


personale di vendita.


La sensibilità al prezzo tende ad essere


più elevata.


I consumatori sono in genere più


interessati ai programmi fedeltà del punto


vendita piuttosto che a quelli legati alla


singola marca di prodotto.


Enfatizzare il ruolo del personale di


vendita


Sviluppare programmi fedeltà, efficaci


soprattutto per quei consumatori che, ad


un basso coinvolgimento di marca,


associano un elevato coinvolgimento di


prodotto.


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percepiscono le differenze qualitative o di


marca rispetto ad altri prodotti.


Possiamo concludere dicendo che la


crescente presenza di competitors


provenienti da sistemi distributivi avanzati, lo


sviluppo dell’e-commerce e una clientela


sempre più attenta ed esigente impongono


alle imprese commerciali italiane di


differenziare la propria offerta e di rafforzare


la relazione con il cliente attraverso l’offerta di


servizi ricreativi, soluzioni di mercgandising


Coinvolgimento


nell’acquisto


Elevato Basso


Lo sforzo profuso nell’attività di


acquisto è elevato.


Sono consumatori in genere molto


attenti al rapporto qualità / prezzo.


Sono molto efficaci le azioni di direct


marketing.


E’ importante enfatizzare quegli


attributi del punto vendita che


sottolineano il buon rapporto


qualità/prezzo della propria offerta.


Non vogliono dedicare troppo tempo alla


decisione di acquisto


E’ importante sviluppare azioni che


facilitano e rendono più rapida la


decisione di acquisto.


Fonte: P.de Luca e D. Vianelli, Coinvolgimento del consumatore


e valutazione dell'atmosfera del punto vendita, 2003


innovative e meccanismi promozionali


originali.


Agli strumenti tradizionali del retailing mix -

localizzazione, assortimento, prezzo e


comunicazione - si devono pertanto


affiancare strumenti integrativi che


caratterizzino l’atmosfera del punto vendita e


contribuiscano a creare un forte vantaggio


competitivo influenzando sia il


comportamento d’acquisto del consumatore


sia i comportamenti del personale di vendita.


Le informazioni di questo dossier sono tratte da fonti ritenute attendibili. Ciò nonostante Expopage


informa i lettori che tale pubblicazione ha uno scopo puramente informativo e le notizie contenute


non hanno carattere di ufficialità.


Chiuso in redazione il 3 settembre 2008


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