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L'indennizzo diretto? da tre anni, un flop...facoltativo "di ezio notte - automobilista.it"

1 dicembre 2009 Stefano Mannacio: “L’indennizzo diretto? Da tre anni, un flop… facoltativo”


Dal

Dal "nuovo" risarcimento ci si attendeva di più


Il 1º febbraio 2007 nasceva l’indennizzo diretto: la procedura di rimborso assicurativo che, in caso d’incidente stradale, consente ai danneggiati non responsabili di essere risarciti direttamente dal proprio assicuratore .


Dopodiché, con sentenza interpretativa di rigetto numero 180 (depositata in cancelleria il 19 giugno 2009), la Corte costituzionale ha reso facoltativo agire contro la propria Compagnia: il danneggiato può chiedere il risarcimento al responsabile civile e all’Assicurazione di quest’ultimo.


Però le Compagnie e gli stessi assicurati brancolano ancora nel buio, visto che il Governo in materia non s’è fatto ancora sentire. E siccome si avvicina il terzo compleanno dell’indennizzo diretto, ne abbiamo approfittato per parlarne con Stefano Mannacio , un principe della Rca in Italia.


Mannacio, ma allora questa sentenza della Corte costituzionale viene interpretata in diversi modi…
“L’indennizzo diretto è, secondo la Corte costituzionale, facoltativo, senza se e senza ma. La procedura avviata tre anni fa con i peana della associazioni dei consumatori (che si aspettavano mirabolanti riduzioni tariffarie) si è rivelata un clamoroso flop”.


Perché?
“Perché è successo esattamente quello che era stato previsto da me e da altri: risarcimenti ridotti, e unilateralmente determinati dalle Compagnie nella veste di ‘volpe a guardia del pollaio’; proliferazione epidemica dei fenomeni fraudolenti; prezzi delle polizze che non si sono ridotti e che aumenteranno in modo consistente come annunciato da tutte le Assicurazioni”.


Come si doveva agire allora dopo quella sentenza?
“La sentenza della Corte costituzionale era un’occasione per rottamare un meccanismo che non ha funzionato, e per tornare alla normale procedura dove i danni si chiedono al responsabile. Così si sarebbe riavuta la salvaguardia del diritto di assistenza da parte di un professionista, limitando semmai l’indennizzo diretto solo ai casi di modulo di constatazione amichevole a firma congiunta come in passato”.


E invece?
“E invece, 10 giorni dopo la sentenza della Corte costituzionale, il Governo già presentava emendamenti tesi a confermare l’obbligatorietà della procedura, che sembrano scritti sotto dettatura dell’Ania (rappresenta le Assicurazioni) e che potrebbero essere riproposti in un collegato alla Finanziaria”.


Dove sta la presunta copiatura cui lei allude?
“Quegli emendamenti del Governo ricalcano pedissequamente l’orientamento suggerito dall’Ania alle Compagnie con una circolare che le obbliga a non assumere la gestione dei sinistro come responsabili. Le Assicurazioni, anzi le quattro sorelle (Ugf, Fonsai, Allianz, Generali) che detengono l’80% del mercato, hanno deciso di erigere un muro contro la sentenza evitando di farsi del male a vicenda previa un accordo che pare di cartello. È una schifezza”.


Cosa è una schifezza, scusi?
“Il Governo obbedisce all’Ania, in spregio al dettato della Corte costituzionale, e prova a tenere in piedi una procedura che fa acqua da tutte le parti: ecco che cosa è una vera e propria schifezza. A danno delle vittime della strada, che pensavano di aver riconquistato tutela e libertà di scelta”.


Questa l’opinione di Mannacio . Ma Governo, Ania e Gruppi assicurativi tirati in ballo hanno la massima libertà di esporre le loro ragioni nei commenti del post. O, se intendono, di ribattere attraverso una “controintervista” su Automobilista.it. Siamo a disposizione per dare spazio a tutti, senza distinzioni.