Sei in: Risorse: Comunicati Stampa:

Comunicati Stampa

Qualcuno vuol darcela a bere

WWW.DISINFORMAZIONE.IT


Oltre la verità Ufficiale



“Qualcuno vuol darcela a bere”


di Giuseppe Altamore



“La prima ragione del “male”, sta per l’appunto nell’ingiustificata credenza che l’acqua minerale sia più pura e più sicura dell’acqua potabile. L’acqua minerale non è né per definizione né in pratica necessariamente più pura e più sana dell’acqua potabile ,si legge nella relazione. Anzitutto l’acqua minerale non è considerata dal legislatore un’acqua potabile,ma come un’acqua terapeutica in ragione di certe caratteristiche fisico-chimiche che ne suggeriscono un uso per fini specifici. Per queste ragioni è consentito alle acque minerali di contenere sostanze come l’arsenico, il sodio,il cadmio in quantità superiori a quelle invece interdette per l’acqua potabile. Mentre non è permesso all’acqua potabile di avere più di 10 microgrammi/L di arsenico,è frequente che la maggior parte delle acque minerali siano contenute 40/50 microgrammi/L di arsenico senza l’obbligo di dichiararlo sull’etichetta.


Lo stesso vale per altre sostanze.



Valore limite di alcune sostanze contenute nell’acqua potabile e nell’acqua minerale


Quantita in


Microgrammi/L


Valori limite acque potabili


Decreto L. 31/2001


Valori limite acque minerali


Decreto 542/92 –Dm 31/05/2001


Arsenico totale


10


50


Bario


-


1


Cromo


50


50


Piombo


10-25


10


Nitrati


50


45-10*


Alluminio


200


Nessun limite


Ferro


200


Nessun limite


Manganese


50


2000


Fluoruro


1.50


Nessun limite




*valore relativo ad acque destinate all’infanzia



Una clamorosa omissione che può essere pericolosa per la salute di chi beve sistematicamente la stessa acqua minerale per anni senza controllo medico. Ricordiamo,inoltre,che nel Febbraio 2000,l’Italia ha ricevuto un ammonimento da parte della Commissione dell’Unione Europea,perché i valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acque minerali erano superiori alle norme imposte a livello comunitario”