I disturbi dell'alimentazione: cosa sono, cosa possiamo fare
I disturbi dell’alimentazione possono essere definiti come persistenti disturbi del comportamento alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico
CLASSIFICAZIONE E DIAGNOSI
La classificazione, i criteri diagnostici principali e la distribuzione dei disturbi dell’alimentazione sono riportati nella tabella 1 qui sotto riportata.
Tabella 1 Classificazione e diagnosi dei disturbi dell’alimentazione
Classificazione dei disturbi dell’alimentazione
1. Anoressia nervosa
2. Bulimia nervosa
3. Disturbi dell’alimentazione atipici (o disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati – definizione americana)
Criteri diagnostici principali
Anoressia nervosa
1. Mantenimento attivo di basso peso (es. Indice di Massa Corporea o BMI ≤ 17,5 kg/m2
2. Amenorrea nelle donne che hanno già mestruato o assunzione di estroprogestinici
3. Valutazione di sé basata in modo predominante od esclusivo su alimentazione, peso, forme corporee e sul loro controllo
Bulimia nervosa
1. Abbuffate ricorrenti (assunzione di grandi quantità di cibo con perdita di controllo ricorrenti)
2. Comportamenti di controllo del peso estremi (es. dieta ferrea, vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici, esercizio fisico eccessivo)
3. Valutazione di sé basata in modo predominante od esclusivo su alimentazione, peso, forme corporee e sul loro controllo
4. Non soddisfacimento dei criteri diagnostici dell’anoressia nervosa
Disturbi dell’alimentazione atipici
Disturbi dell’alimentazione di severità clinica che soddisfano la definizione di disturbo dell’alimentazione ma non i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa
CARATTERISTICHE CLINICHE GENERALI
L’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al loro controllo è considerata la psicopatologia centrale sia dell’anoressia nervosa sia della bulimia nervosa.
La caratteristica più tipica dell’ anoressia nervosa è la severa perdita di peso ed il raggiungimento di peso corporeo molto basso, che può determinare dei gravi rischi per la salute. La perdita di peso è principalmente dovuta alla dieta ferrea e fortemente ipocalorica. Alcuni pazienti per perdere peso eseguono un’attività fisica strenua ed eccessiva portata avanti per molte ore al giorno. Altri per dimagrire si auto-inducono il vomito od usano altre forme non salutari di controllo del peso, come ad esempio l’uso inappropriato di lassativi o di diuretici. Un sottogruppo di pazienti perde il controllo dell’alimentazione e va incontro a delle abbuffate. Sintomi comuni, che peggiorano con la perdita di peso e spesso scompaiono con la normalizzazione del peso, sono la depressione, il deficit di concentrazione, la perdita dell’interesse sessuale, l’ossessività e l’isolamento sociale.
Nella bulimia nervosa i tentativi di perdita di peso sono interrotti da frequenti episodi di abbuffate e ciò spiega perché il peso rimanga generalmente nella norma o lievemente al di sopra o al di sotto della norma. Nella maggior parte dei casi le abbuffate sono seguite da comportamenti eliminativi, come ad esempio il vomito auto-indotto, l’uso inappropriato di lassativi, l’uso inappropriato di diuretici, ma un sottogruppo compensa le abbuffate con comportamenti non eliminativi, come ad esempio il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo. Nei casi tipici sono spesso presenti sintomi di depressione ed ansia e, come nell’anoressia nervosa, un sottogruppo di pazienti abusa di sostanze ed ha comportamenti autolesionistici.
I disturbi dell’alimentazione atipici in genere ricalcano le caratteristiche cliniche o dell’anoressia nervosa o della bulimia nervosa, ma non soddisfano tutti i criteri diagnostici richiesti.
In tutti e tre i disturbi dell’alimentazione sono presenti alcuni comportamenti specifici, come ad esempio il body checking (controllare di continuo il peso e le forme corporee) e gli evitamenti dell’esposizione del corpo, e la sensazione di essere grassi.
DECORSO
In alcuni casi di anoressia nervosa il disturbo si auto-limita e richiede un breve intervento (soprattutto nei più giovani con una malattia di breve durata). In altri casi il disturbo diventa stabile e richiede un trattamento intensivo. Nel 10-20% dei soggetti il disturbo è intrattabile e diventa cronico. Le abbuffate si sviluppano frequentemente e in circa la metà dei casi c’è un passaggio verso la bulimia nervosa. La mortalità è del 5,6% per decade ed è generalmente dovuta alle complicanze della denutrizione o al suicidio.
COMPLICANZE MEDICHE
Le complicazioni mediche osservate nell’anoressia nervosa sono per la maggior parte secondarie all’uso di comportamento non salutari di controllo del peso e al basso peso (vedi tabella 5).
Le complicanze fisiche osservate nella bulimia nervosa sono in genere di minore entità; se però il vomito autoindotto o l’abuso di lassativo o diuretici sono molto frequenti si possono verificare gravi alterazioni elettrolitiche ed importanti complicanze cardiache (aritmie) e renali.
Tabella 5 Principali complicanze mediche dell’anoressia nervosa
Sintomi fisici
• Eccessiva sensibilità al freddo
• Sintomi gastrointestinali ( es. stipsi, pienezza dopo aver mangiato, digestione lunga e difficile)
• Capogiri e sincope
• Sonno disturbato e risvegli precoci mattutini
Segni fisici
• Emaciazione, blocco della crescita e mancato sviluppo delle mammelle (se insorgenza prepuberale)
• Pelle secca, peluria fine sulla schiena, avambracci e lati della faccia
• Ingrossamento delle ghiandole salivari (specialmente in quelli che si abbuffano e si inducono il vomito)
• Erosioni della superficie posteriore dei denti in quelli che vomitano frequentemente
• Mani e piedi freddi, ipotermia
• Bradicardia; ipotensione ortostatica; aritmie cardiache
• Edema (che complica la valutazione del peso)
• Debolezza dei muscoli prossimali (difficoltà dall’alzarsi da una posizione di accovacciamento)
Endocrine
• Bassa concentrazione degli ormoni LH, FSH ed estradiolo
• Bassi livelli di T3, T4 e TSH nel range della normalità
• Incremento modesto del cortisolo plasmatico
• Aumentata concentrazione del GH
Cardiovascolari
• Anomalie all’elettrocardiogramma
Gastrointestinali
• Ritardato svuotamento gastrico
• Erosioni esofagee (da vomito autoindotto ripetuto)
TRATTAMENTO
Negli ultimi anni il trattamento dei disturbi dell’alimentazione è notevolmente migliorato e oggi disponiamo di varie terapie la cui efficacia è stata dimostrata da rigorosi studi controllati.
Nella bulimia nervosa più di 30 ricerche controllate hanno dimostrato che i pazienti trattati con la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) raggiungono una guarigione completa nel 50% dei casi ed un miglioramento significativo dei loro sintomi nell’80% dei casi. Oltre alle psicoterapie, numerose ricerche hanno evidenziato che una classe di psicofarmaci, gli antidepressivi, è in grado di determinare l’interruzione delle abbuffate e dei comportamenti di compenso nel 20% dei pazienti trattati. Purtroppo, l’efficacia degli antidepressivi non sembra durare nel tempo e la maggior parte dei pazienti ricade dopo 4-5 mesi di trattamento.
Nell’anoressia nervosa gli studi controllati sono poco numerosi e hanno prodotto risultati inconsistenti. Ad ogni modo numerosi resoconti di casi clinici ed esperienze cliniche indicano che la CBT allargata, forma di cura che affronta oltre ai fattori di mantenimento specifici del disturbo anche problematiche come la bassa autostima, la regolazione delle emozioni i problemi interpersonali e familiari, sia efficace.
Spesso tuttavia risulta necessaria, a seconda della gravità e del rischio di vita della persona, un trattamento riabilitativo in day-hospital o in regime di ricovero in reparti specializzati. In queste strutture si riesce a normalizzare il peso e a interrompere la maggior parte dei sintomi specifici dei disturbi dell’alimentazione. Il trattamento riabilitativo deve essere seguito da un programma ambulatoriale di almeno un anno per evitare la ricaduta.