Isteroscopia
Isteroscopia
L’isteroscopia è una procedura diagnostica che consente l’osservazione del canale cervicale e della cavità uterina.
E’ una tecnica che sta acquisendo grande diffusione tanto da soppiantare l’ormai obsoleta metodica della revisione diagnostica (D&C). L’esame si esegue impiegando l’isteroscopio,un tubo rigido di diametro variabile da 1.7 ai 4 mm contenente un sistema di lenti. Essendo la cavità uterina una cavità virtuale è necessaria la sua distensione mediante un mezzo gassoso (anidride carbonica) o liquido (soluzione fisiologica).
Il gas è sicuramente da preferire per un migliore indice di refrazione rispetto al mezzo liquido, per l’assenza di effetto alga, per un minor rischio di diffusione verso l’alto di germi , muco e cellule ed in ultimo per il fatto che l’occhio umano è più abituato a vedere l’immagine attraverso l’aria che non immersa nel liquido.
L’ottica isteroscopica è collegata ad un cavo a fibre ottiche connesso a sua volta ad una fonte di luce (alogena o allo xenon) e ad un tubo collegato all’insufflatore del gas o alla sacca contenete il liquido di distensione connessa al suo apparato erogatore (pompa elettronica o manuale). Una telecamera collegata all’ottica consente di visualizzare l’immagine sul monitor. E’ possibile produrre una documentazione dell’esame mediante un sistema di videoregistrazione o mediante istantanee fotografiche delle immagini più significative.
L’esame permette di valutare il canale cervicale (ampiezza, caratteristiche dell’ epitelio di rivestimento) e la cavità uterina (ampiezza, conformazione, caratteri dell’endometrio, osti tubarici).
Per quel che concerne le indicazioni il sanguinamento uterino anomalo (menorragia, menometrorragia, spotting) costituisce l’indicazione principale all’esame isteroscopico sia per le pazienti in età fertile che per le pazienti in peri e postmenopausa. Si possono visualizzare così quelle patologie che più frequentemente determinano tale sintomo quali polipi endometriali, , miomi uterini, iperplasia endometriale, carcinoma endometriale, polipi cervical, anomalie citologiche (AGUS), . Altre indicazioni sono costituite dal riscontro di un ispessimento dell’ecopattern endometriale all’esame ecografico, dalla sterilità e infertilità, da malformazioni uterine, dalla mancata visualizzazione dei dispositivi intrauterini (lost IUD), dalla stadiazione del carcinoma endometriale, dai polipi del canale cervicale.
Le controindicazioni all’esame sono rappresentate dalla gravidanza e dalla flogosi, per il rischio di diffusione in senso ascendente dell’infezione. Il sanguinamento, più che una controindicazione, costituisce un ostacolo all’esecuzione dell’esame, cui si può in parte ovviare se il sanguinamento non è eccessivo impiegando il mezzo liquido di distensione.In questi casi è comunque bene effettuare l’esame, quando è possibile, dopo che il sanguinamento è cessato.
L’esame si effettua nella quasi totalità dei casi in ambulatorio senza anestesia e senza alcuna preparazione particolare. Nel corso dell’esame può rendersi necessaria l’esecuzione di un prelievo bioptico. In casi particolari (stenosi serrata del canale cervicale tale da impedire la penetrazione dell’isteroscopio in cavità uterina, evenienza più frequente nelle donne nullipare ed in postmenopausa, patologie di carattere medico, particolare emotività della paziente) che ne sconsigliano l’esecuzione ambulatoriale, l’esame può essere effettuato in regime di day hospital in anestesia.
Il periodo di esecuzione ideale dell’esame è rappresentato dalla fase postovulatoria in quanto il canale cervicale è più dilatato, il muco cervicale è limpido ed incolore, le condizioni dell’endometrio sono ideali per lo studio della cavità uterina e degli osti tubarici.
In caso di prolungata amenorrea, nelle donne in età fertile, è bene effettuare il dosaggio della gonadotropina corionica prima di effettuare l’esame per escludere la gravidanza.
Nel corso dell’esame, la donna può avvertire alcuni fastidi legati alla dilatazione dell’utero, che in genere durano alcuni minuti. Dopo l’esame si può avere l’insorgenza di dolore in sede sottoscapolare dovuto al passaggio del gas che attraverso le tube pervie si raccoglie in sede sottodiaframmatica con stimolazione del nervo frenico. In pochi casi si può avere l’insorgenza di una reazione vagale. Sono descritte complicanze maggiori (perforazione uterina) che si verificano comunque molto raramente. In genere la paziente può riprendere subito dopo l’esame la sua abituale attività e solo raramente è richiesta una breve osservazione di pochi minuti successiva all’indagine