Osteoporosi
L’OSTEOPOROSI è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative (macro e microarchitettura) che si accompagnano ad aumento del rischio di frattura.
Vengono definite primitive le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o comunque con l’avanzare dell’età (senile), secondarie le forme legate ad altre patologie o trattamenti farmacologici.
L’osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade di vita. Si stima che ci siano oggi, in Italia, circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. Poiché nei prossimi 20 anni la percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età aumenterà del 25%, ci dovremo attendere un proporzionale incremento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Il “life time risk” di andare incontro ad una tipica frattura osteoporotica a carico del polso distale, corpi vertebrali o femore prossimale è del 15% circa per ogni sito e del 40% per un qualsiasi sito. Nella popolazione italiana oltre i 50 anni d’età il numero di fratture di femore è superiore alle 55.000 unità/anno.
L’indagine densitometrica consente oggi di misurare in modo abbastanza accurato e preciso la massa ossea ed in particolare la sua densità minerale (Bone Mineral Density o BMD) in g/cm2 di superficie ossea proiettata. Per l’OMS la diagnosi densitometrica di osteoporosi si basa sulla valutazione con tecnica dual-energy x-ray absorptiometry (DXA) della densità minerale, raffrontata a quella media di soggetti adulti sani dello stesso sesso (Picco di massa ossea).
L’unità di misura è rappresentata dalla deviazione standard dal picco medio di massa ossea (T-score). La densitometria ossea rappresenta quindi il test diagnostico di osteoporosi e di rischio di frattura come la misurazione pressione arteriosa serve per diagnosticare la presenza di ipertensione e quindi il rischio di ictus.
Secondo la OMS, nell’interpretare i risultati della BMD si conviene di adottare le definizioni seguenti:
- La BMD normale è definita come un T-score compreso fra +2,5 e –1,0 (la BMD del paziente è cioè fra 2,5 deviazioni standard (DS) sopra la media di un giovane adulto e 1 DS sotto la media di un gio¬vane adulto).
- L’osteopenia (bassa BMD) è associata ad un T-score compreso tra –1,0 e –2,5 DS.
- L’osteoporosi è caratterizzata da un T-score inferiore a –2,5 DS.
- Per osteoporosi conclamata si intende un valore di T-score inferiore a –2,5 DS con la contemporanea presenza di una o più fratture da fragilità.
L’indagine densitometrica è indicata in presenza di uno dei seguenti
Fattori di rischio maggiori
Per soggetti di ogni età di sesso femminile e maschile :
- Precedenti fratture da fragilità (causate da trauma minimo) o riscontro radiologico di fratture vertebrali.
- Riscontro radiologico di osteoporosi
- Terapie croniche (attuate o previste)- vedi tabella 1
- Patologie a rischio di osteoporosi – vedi tabella 2
Limitatamente a donne in menopausa
- Anamnesi familiare materna di frattura osteoporotica in età inferiore a 75 anni.
- Menopausa prima di 45 anni.
- Magrezza: indice di massa corporea < 19 kg/m2.
L‘indagine densitometrica è, inoltre, indicata in presenza di:
3 o più fattori di rischio minori per le donne in menopausa
- Età superiore a 65 anni.
- Anamnesi familiare per severa osteoporosi.
- Periodi superiori a 6 mesi di amenorrea premenopausale.
- Inadeguato apporto di calcio.
- Carenza di vitamina D.
- Fumo > 20 sigarette/die
- Abuso alcolico (> 60 g/die di alcool).
3 o più fattori di rischio minori per gli uomini di età superiore a 60 anni
- Anamnesi familiare per severa osteoporosi.
- Magrezza (indice di massa corporea < a 19Kg/m2.
- Inadeguato apporto di calcio.
- Carenza di vitamina D.
- Fumo > 20 sigarette/die
- Abuso alcolico (> 60 g/die di alcool).
Va tuttavia ricordato che si tratta solo di una diagnosi densitometrica che può tradursi in diagnosi clinica solo dopo una valutazione comples¬siva di diagnostica differenziale