Descrizione singole ecografie
ECOGRAFIA MAMMARIA
Nelle patologie della mammella l’ecografia si affianca e completa la mammografia che costituisce l’esame di screening idoneo, consigliato da tutte le linee guida internazionali e insostituibile per una corretta diagnosi precoce.
Nelle donne sintomatiche vale a dire che accusano alterazioni sintomatologiche alle mammelle (dolore, presenza di tumefazioni nodulari o a placca) o nelle quali alla visita clinica si sia rilevata una tumefazione mammaria, l’iter diagnostico dipende dall’età della paziente.
Nelle donne d’età inferiore a 30 anni , nelle quali è frequentemente riscontrabile un seno denso a prevalente elemento ghiandolare, l’ecografia deve essere considerata l’esame strumentale di prima istanza a completamento della visita clinica. L’ecografia può essere, infatti, in questi casi quasi sempre già dirimente e conclusiva consentendo di identificare nella maggior parte dei casi alterazioni benigne della mammella che saranno successivamente sottoposte a periodici controlli clinico strumentali. Nei casi ecograficamente dubbi si procederà ad un approfondimento diagnostico Rx mammografico o direttamente ad una tipizzazione citologica agobioptica secondo le caratteristiche della mammella ed in particolare al grado di densità della stessa che possa o non rendere difficoltosa l’indagine radiologica.
Nelle donne tra i 30 ed i 40 anni alla presenza di dolore o di tumefazioni a placca, l’ecografia si può ancora considerare l’esame di prima proposta a seguito della visita clinica necessitando lo stesso, qualora il reperto ecografico sia d’alterazione benigna, di periodici controlli ecografici e Rx mammografici nel follow-up della paziente. In presenza, alla visita clinica, di una tumefazione nodulare circoscritta, l’ecografia è in grado di differenziare la natura cistica o solida della stessa risultando in ogni caso sempre opportuna un’integrazione diagnostica Rx mammografica in tutti i noduli solidi, anche se ecograficamente non sospetti. Tutti i casi dubbi o sospetti su base ecografica e/o mammografica richiedono sempre un accertamento bioptico citologico.
Nelle donne oltre i 40 anni ed ancor più in età post-menopausale la mammografia rappresenta l’esame di prima istanza nella paziente sintomatica. L’ecografia può rappresentare un valido completamento diagnostico nella differenziazione solido/liquido della formazione, nello studio delle mammelle ad elevata componente fibroghiandolare e nello studio di quelle opacità nodulari che all’indagine mammografica non presentano tutti gli aspetti semeiologici di benignità.
Ovviamente ed ancor più in questa fascia d’età che è a più elevato rischio per carcinoma della mammella, tutti i casi dubbi o sospetti necessitano di un approfondimento diagnostico citologico agobioptico.
L’unico screening diagnostico in donne asintomatiche che si è dimostrato in grado di ridurre la mortalità per carcinoma della mammella è l’esame mammografico eseguito a cadenza biennale nelle donne con età superiore ai 50 anni. Al di sotto di tale età non si hanno attualmente metodiche d’indagine di screening d’efficacia dimostrata, risultando tuttora una questione “aperta” il problema dello screening nelle donne tra i 40-49 anni.
ECOGRAFIA DELL’ADDOME
E’ uno dei campi di maggiore applicazione dell’ecografia ed ha molteplici indicazioni:
Fegato : l’ecografia è l’esame di primo livello nello studio di diverse patologie epatiche ed è la metodica di più largo utilizzo nella pratica clinica quotidiana. Svolge un ruolo importantissimo nella valutazione iniziale delle lesioni epatiche e nel monitoraggio di malattie epatiche croniche largamente diffuse come l’epatite. Limiti della metodica sono rappresentati prevalentemente dalle caratteristiche del paziente (obesità, meteorismo, scarsa collaborazione del paziente). E’ importante utilizzare ecografi moderni con alta risoluzione. La metodica è fondamentale per guidare l’ago nelle biopsie epatiche, nel caso vi sia necessità di conferma citologica. Nelle malattie epatiche croniche (epatite virale, steatosi, cirrosi…), l’ecografia è in grado di rilevare la comparsa di complicanze come l’ascite (comparsa di liquido nella cavità addominale) o l’insorgenza di un tumore del fegato. In particolare il tumore del fegato colpisce più frequentemente i soggetti affetti da malattie croniche del fegato e pertanto è in questi soggetti che l’ecografia andrebbe ripetuta nel tempo, ad intervalli costanti.
Numerosi studi hanno evidenziato che l’ECOGRAFIA CON M.D.C. ha mostrato sensibilità (80-98%, 100% nelle lesioni maggiori di 20 mm.) e specificità (66% - 98%) elevate, superiori all’ecografia senza m.d.c. eguagliando la validità della TC trifasica e superando quella dell’ecografia senza mezzo di contrasto, nel rilevare le lesioni secondarie del fegato.
Per tale motivo attualmente gli esperti del settore, al fine di individuare le lesioni focali epatiche in pazienti oncologici, suggeriscono di utilizzare l’ecografia con m.d.c. come esame di primo livello ed in particolare per l’identificazione delle lesioni secondarie epatiche da tumori del colon-retto.
Per la caratterizzazione di lesioni focali del fegato e per la conferma diagnostica di secondo livello, di lesioni focali del fegato diagnosticate con altre metodiche, è raccomandato l’uso dell’ecografia con m.d.c., e nei casi in cui l’esame non dia risultati adeguati e definitivi è raccomandato l’uso della RMN con mezzo di contrasto epatospecifico.
L’esame può anche essere molto utile per lo studio della trombosi della vena porta che è una possibile complicanza delle malattie epatiche croniche.
Colecisti: L’esame della colecisti è in grado di evidenziare patologie del lume e della parete anche di dimensioni millimetriche. Nella pratica clinica rappresenta la metodica di elezione per lo studio non solo morfologico ma anche funzionale.
Calcoli della colecisti sono molti frequenti nella popolazione generale (10% della popolazione, maggiormente donne) e possono dare gravi complicanze come la pancreatite. L’ecografia oltre ad individuarli può individuare una dilatazione della via di deflusso della bile che indica l’ostruzione.
Pancreas : è l’organo addominale più difficile da esaminare e non sempre è possibile esplorarlo tutto. L’ecografia viene utilizzata come prima indagine nel sospetto di patologia del pancreas, è utile nel sospetto d’infiammazioni acute o croniche ma è la TAC l’esame più preciso e sensibile. L’ecografia non è in grado di rilevare con sufficiente precisione i piccoli tumori (di grandezza inferiore a 2 cm), né l’interessamento la diffusione della malattia alle strutture circostanti .
Milza: è molto utile nello studio delle malattie croniche del fegato o nelle malattie infettive ed ematologiche. In caso di pazienti traumatizzati è eseguita per rilevare un’eventuale rottura della milza.
Reni: l’esame può essere utile in tutte le malattie renali, (infiammazioni, insufficienza renale cronica ecc...). In particolare è utile nel paziente che presenti dolore (colica renale) per individuare i calcoli e valutare se essi ostruiscono la via escretrice, deputata al deflusso dell’urina. Con l’Eco-color Doppler è possibile studiare anche le arterie renali la cui ostruzione può essere causa di Ipertensione arteriosa e di insufficienza renale.
Vescica: l’esame va eseguito in tutti i soggetti che presentano alterazioni della minzione o sangue nell’urina, individuato sia attraverso la comparsa d’urine di colore rosso (ematuria macroscopica) che di tracce di sangue nell’esame dell’urina (ematuria microscopica). L’esame è molto preciso nello studio della parete vescicale per la scoperta dei tumori della vescica.
Prostata: è molto utile per lo studio del volume della prostata il cui ingrossamento è molto frequente oltre i 50 anni. e può dare disturbi della minzione. Può evidenziare alterazioni della ghiandola come noduli o calcificazioni. L’esame più preciso è eseguito per via transrettale o endocavitaria (ovvero l’esame della ghiandola con sonde introdotte internamente, nel retto, che danno una visione più nitida e precisa). Per una migliore visualizzazione ecografica della prostata è consigliabile effettuare l’ecografia prostatica transrettale con sonda endocavitaria. La sonda è protetta con un coprisonda per evitare contaminazioni, ed introdotta nell’ampolla rettale.
Sempre ambulatorialmente, vi è la possibilità di eseguire contemporaneamente, utilizzando aghi sottili, delle biopsie prostatiche multiple d’aree ecograficamente o clinicamente alterate o sospette.
Pelvi femminile: Consiste nello studio dell’utero, delle ovaie e delle tube, oltre a tutta la regione che circonda questi organi. Richiede la vescica piena e può essere effettuato anche per via transvaginale che consente uno studio più accurato delle ovaie, ma non consente la stessa panoramicità dell’esame eseguito per via addominale. Indicazioni dell’esame sono il dolore pelvico, la dismenorrea, perdite mestruali eccessive per durata e/o quantità o perdite ematiche al di fuori del periodo mestruale, infertilità, localizzazione di dispositivi anticoncezionali intrauterini, monitoraggio di patologie già conosciute (cisti ovariche) e lo screening di soggetti a rischio per lo sviluppo di malattie tumorali. L’esame per via transvaginale va eseguito a vescica vuota e può essere molto utile nel caso di sospetto di varicocele pelvico. Nella donna il varicocele pelvico si associa nel 100% dei casi a dolore pelvico cronico, spesso in coincidenza con il periodo mestruale. In circa il 40% dei casi è presente dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), nel 15% dei casi si manifesta dismenorrea e nel 60% dei casi si manifestano varici vulvari e/o degli arti inferiori. In presenza di questi sintomi la diagnosi viene confermata con l’Eco-color Doppler transvaginale che fornisce un’alta attendibilità diagnostica. In casi di conferma ecografica del sospetto clinico è indicato un piccolo intervento chirurgico o, in alternativa, la sclerosi endovasale percutanea che viene eseguita senza necessità di anestesia generale, in Day Hospital.
Apparato digerente: ad oggi l’ecografia del tratto gastroenterico rappresenta un valido strumento di studio dell’intestino e delle strutture anatomiche adiacenti. Con l’esame ecografico riusciamo a studiare non solo la morfologia del tratto gastrointestinale ma anche la tonicità parietale e la peristalsi.
INDICAZIONI ALL’ESAME
- Patologie esofagee (malattia del reflusso gastro-esofageo, varici esofagee, acalasia);
- Patologie dello stomaco e del duodeno (neoplasie maligne, ulcera peptica, neoplasie benigne ed extramucose, gastropatie congestizie);
- Sindrome da malassorbimento (morbo celiaco, morbo di Whipple);
- Enterocoliti infettive;
- Addome acuto (appendicite, diverticolite acuta, ischemia intestinale);
- Ostruzione intestinale.
L’appendicite è la più frequente causa di dolore addominale acuto e richiede quasi sempre un intervento chirurgico urgente. La diagnosi clinica basata sui sintomi e sulla visita può essere difficile e circa il 50% dei pazienti ricoverati in Ospedale con il sospetto clinico di appendicite non presenta realmente tale patologia. Per tale motivo attualmente per il sospetto clinico di appendicite viene richiesta un’ecografia che presenta una sensibilità e specificità nel diagnosticare tale patologia superiore al 95%.
Tiroide: L’ecografia è la metodica elettiva nello studio della ghiandola tiroide in grado di identificare alterazioni morfologiche e strutturali della ghiandola e di guidare l’esame citologico per l’agoaspirazione delle formazioni nodulari. Lo studio color Doppler può inoltre fornire utili informazioni per la diagnosi differenziale delle varie patologie. Indicazioni all’esame: Tiroiditi, Neoplasie, alterazioni ormonali ( iper ed ipotiroidismo), Gozzo, Rilievo incidentale di tumefazioni della tiroide.
Testicoli: l’esame è molto preciso e fornisce informazioni molto utili in casi d’idrocele (raccolta liquida nella borsa che contiene i testicoli), nei processi infiammatori acuti e cronici sia del testicolo (orchite) che di corpi accessori del testicolo (epididimo). In caso di tumefazione, ingrandimento o indurimento del testicolo l’esame è indispensabile ed è in grado di diagnosticare con estrema precisione la presenza di un sospetto tumore del testicolo, specie nei giovani. Il varicocele è costituito da una dilatazione delle vene del testicolo che può in alcuni pazienti determinare sintomi come dolore o senso di peso scrotale ed è associato ad una riduzione della fertilità. E’ importante una diagnosi accurata perché il corretto trattamento può determinare la risoluzione dei sintomi ed un miglioramento del liquido seminale nei soggetti con ridotta fertilità. La diagnosi clinica, specie nelle forme più lievi, non è precisa e pertanto è richiesto un Eco-Color Doppler per confermare la diagnosi.
Pene: L’eco-color Doppler è attualmente l’indagine di prima istanza nello studio della patologia peniena. Il deficit erettile è una condizione patologica che può originare da numerose cause vascolari, neurologiche o dall’uso di farmaci. In soggetti anziani o vasculopatici il deficit erettivo può essere determinato da un insufficiente apporto di sangue arterioso al pene. In altri casi il sangue affluisce normalmente al pene, ma non viene intrappolato nelle lacune dei corpi cavernosi e defluisce rapidamente determinando un’erezione incompleta e di breve durata. L’eco-Color Doppler può orientare verso la diagnosi consentendo di studiare sia il calibro delle arterie che la presenza di una “fuga” venosa . La diagnosi di fuga venosa richiede una stimolazione farmacologica ottenuta iniettando in un corpo cavernoso 10-20 microgrammi di prostaglandina E1 (PGE1). L’induratio penis plastica (IPP), o malattia di La Peyronie, colpisce prevalentemente dopo i 40 anni ed è caratterizzata dalla comparsa di placche fibrose e calcifiche a livello della tunica albuginea, che è la membrana che riveste i corpi cavernosi del pene, che causano progressivo incurvamento del pene con difficoltà nei rapporti sessuali. Anche in questo caso l’esame può essere eseguito eseguito sia in basale che dopo iniezione di prostaglandina che consente di riconoscere anche minimi spessimenti circoscritti della tunica albuginea, quando non ancora sono presenti le calcificazioni.
Muscoli e tendini: l’esame è sempre utile nei traumi muscolari in cui è possibile rilevare una raccolta ematica (ematoma) o lesioni dei tendini. Tutte le patologie acute e croniche possono essere studiate con l’ecografia e l’esame di completamento è la RMN.
Eco-Doppler Vascolare
La metodica è utilizzata per la valutazione delle ostruzioni d’arterie (stenosi o trombosi arteriose) o di vene (trombosi venose), flebiti (edema e rossore dell’arto), valutazione di varicosità degli arti. Qualunque gonfiore o trauma dell’arto può richiedere un esame Eco-Doppler per il sospetto di trombosi venosa. Malformazioni vascolari congenite. Controllo di pazienti sottoposti ad interventi chirurgici vascolari (by-pass, stent). Studio dei vasi che portano il sangue al cervello (Tronchi sovraortici, carotidi e vertebrali) per la prevenzione dell’Ictus cerebrale. Studio dell’aorta addominale (individuazione dell’aneurisma, malattia grave ed insidiosa, a lungo asintomatica). Studio della vascolarizzazione del rene in pazienti con insufficienza renale o ipertensione. Studio del distretto arterioso intracranico (Eco-Doppler Transcranico). Distretto addominale arterioso (ischemia mesenterica) o venoso (circolo portale nel paziente epatopatico).
Eco-Color Doppler dei vasi Sovraortici: la metodica è ampiamente validata ed affidabile, in grado di individuare le alterazioni delle arterie che portano il sangue al cervello e che sono la maggiore causa dell’Ictus cerebrale. Per arteriopatia carotidea si intende un restringimento o un’ostruzione dell’arteria che passa nel collo e rifornisce di sangue il cervello. Questa patologia determinando una riduzione dell’apporto di sangue al cervello, può causare un’ischemia cerebrale transitoria (TIA) e, nei casi più gravi, un ictus cerebrale. La malattia è particolarmente frequente nei soggetti affetti da diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, nei fumatori ed in chi presenta la malattia in altri distretti corporei (arterie delle gambe, aorta addominale, arterie coronarie). L’estensione, la localizzazione e le caratteristiche delle placche aterosclerotiche dei vasi del collo che possono essere valutate con precisione e senza la necessità d’esami aggiuntivi. Il mappaggio a colori del flusso ematico, eseguito con color e power Doppler, fornisce immagini molto dettagliate ed un’iconografia riproducibile ed interpretabile con facilità anche da medici non esperti nel campo ecografico che si possono in tal modo rendere conto della patologia ed avere un riscontro del risultato e della qualità dell’esame. Nei soggetti giovani, senza placche dei vasi del collo è possibile con trasduttori ad alta risoluzione, misurare lo spessore della parete arteriosa, che già molto prima che compaiano le placche aterosclerotiche , è un utile indicatore del rischio cardiovascolare (ictus ed infarto). L’esame può essere utile nei soggetti a rischio di sviluppare una malattia vascolare per la presenza di multipli fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete , ipertensione, obesità) per individuare un soggetto con danno vascolare nei quali il comportamento terapeutico dovrebbe essere più aggressivo.
In uno studio pubblicato su un’importante rivista internazionale ed effettuato raccogliendo ed analizzando i dati di decine di migliaia di soggetti seguiti per numerosi anni è stato rilevato che:
per un aumento dello spessore della parete delle arterie carotidi di 0,10 mm. il rischio d’infarto miocardico aumenta del 10-15% ed il rischio d’ictus del 13-18%
Inoltre è importante anche la progressione dello spessore medio-intimale nel tempo. Un incremento di 0.034 mm/anno si associa ad aumentato rischio di sviluppare eventi cardiovascolari
Eco-Doppler venoso degli arti inferiori L’embolia polmonare frequentemente origina dalle vene delle gambe, può decorrere in modo scarsamente sintomatico o associarsi a gravi sintomi fino alla morte. Inoltre le sequele croniche dell’occlusione venosa possono determinare fastidiose conseguenze come il gonfiore dell’arto e l’ulcera venosa (sindrome post-trombotica). L’individuazione precoce ed il tempestivo trattamento della trombosi venosa riduce notevolmente il rischio di Embolia polmonare. Purtroppo il solo esame clinico non è sempre sufficiente ad escludere con certezza la presenza di una trombosi e nel soggetto a rischio o con gonfiore dell’arto inferiore va sempre eseguito un Eco-Color Doppler che è attualmente la tecnica diagnostica più efficace e di prima scelta nel sospetto di Trombosi Venosa Profonda, localizzata a livello degli arti inferiori.
Eco-Doppler venoso degli arti inferiori: L’embolia polmonare frequentemente origina dalle vene delle gambe, può decorrere in modo scarsamente sintomatico o associarsi a gravi sintomi fino alla morte. Inoltre le sequele croniche dell’occlusione venosa possono determinare fastidiose conseguenze come il gonfiore dell’arto e l’ulcera venosa (sindrome post-trombotica). L’individuazione precoce ed il tempestivo trattamento della trombosi venosa riduce notevolmente il rischio di Embolia polmonare. Purtroppo il solo esame clinico non è sempre sufficiente ad escludere con certezza la presenza di una trombosi e nel soggetto a rischio o con gonfiore dell’arto inferiore va sempre eseguito un Eco-Color Doppler che è attualmente la tecnica diagnostica più efficace e di prima scelta nel sospetto di Trombosi Venosa localizzata a livello degli arti inferiori.
Eco-Doppler arterioso degli arti inferiori : L’esame è molto utile nei soggetti che presentano fattori di rischio per la malattia occlusiva delle arterie delle gambe (fumatori e diabetici) e nei soggetti che presentano dolore ad un arto che insorge durante l’attività fisica e scompare coin il riposo (“claudicatio”). Sebbene la diagnosi d'arteriopatia obliterante degli arti inferiori può essere posta con un'attenta storia clinica ed un accurato esame fisico, l'esatta localizzazione non è possibile senza un esame strumentale.
L'accuratezza dell'eco-Color Doppler nella localizzazione e quantificazione delle lesioni ostruttive è stata ampiamente validata e la metodica, quando usata correttamente, può localizzare con precisione le lesioni, calcolare il grado di ostruzione e determinare l'estensione dell'occlusione. Con queste informazioni il medico può decidere e programmare il tipo di intervento se medico o chirurgico.
La metodica permette di studiare variazioni pressorie e di flusso che si verificano nei vasi di grosso e medio calibro, trascurando ciò che si verifica nei piccoli vasi e nelle arteriole che non possono essere esaminati se non indirettamente con l'eco-Color Doppler. La metodica nello studio delle arterie degli arti inferiori ha una specificità e sensibilità che supera il 90% nelle lesioni stenosanti superiori al 50%.
Eco-Doppler dell’aorta addominale : L’aorta è la più grande arteria del nostro organismo, parte dal cuore, attraversa il torace e l’addome e fornisce rami arteriosi a tutti gli organi. L’aorta addominale ha, nell’adulto normale, un diametro massimo inferiore a 20 millimetri. Talora può dilatarsi e se la dilatazione supera i 30 millimetri, si parla di aneurisma dell’aorta addominale.
L’ Aneurisma dell’aorta addominale è causato dall’indebolimento della sua parete del vaso, dovuto a diversi fattori patologici e all’avanzare dell’età. Questa malattia, nella maggioranza dei casi, non si manifesta clinicamente, pertanto la maggior parte dei pazienti non sa di esserne affetto. E’ una malattia molto diffusa, colpisce oltre 700.000 persone in Europa (84.000 in Italia) con circa 220.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno (27.000 nel nostro Paese). Il rischio di sviluppare un aneurisma dell’aorta è del 5-10 per cento negli uomini fra i 65 e i 79 anni. e sono maggiormente colpiti i fumatori, quelli che abbiano avuto in famiglia parenti affetti da Aneurisma dell’Aorta Addominale, ed i soggetti affetti da malattie vascolari in altri distretti (coronarie, carotidi, arti inferiori). Il rischio maggiore è quello della rottura; in questo caso si verifica una grave emorragia interna che può essere fatale (Ogni anno in Italia 6.000 persone muoiono per la rottura di un aneurisma dell’aorta addominale). La prognosi dei pazienti affetti da Aneurisma dell'aorta addominale è correlata con il diametro dell'aneurisma: infatti è stato dimostrato che il rischio di rottura è elevato quando l'aneurisma supera il diametro 5-5,5 cm. La velocità di accrescimento di un aneurisma è in media di 4 mm. all’anno. La mortalità operatoria dell'aneurisma addominale varia enormemente se l'intervento viene compiuto in condizioni di emergenza o se si tratta di un intervento d'elezione. La mortalità per rottura dell’aneurisma è molto alta: il 50% dei pazienti muore prima dell'arrivo in ospedale, dei sopravvissuti il 24% muore in ospedale prima dell’intervento ed il 40% muore per complicanze legate all’intervento. In sostanza 8 persone su 10 con rottura di aneurisma dell’aorta addominale muore, mentre se l’aneurisma viene scoperto in tempo, e il trattamento chirurgico viene programmato. il rischio di morte è inferiore al 3%. Questo è il motivo per cui questa patologia va diagnosticata precocemente e l’intervento chirurgico va effettuato prima che il rischio di rottura divenga elevato. La diagnosi di aneurisma dell'aorta addominale può essere effettuata in vari modi:
1. con la palpazione dell’addome è possibile che il medico avverta un rigonfiamento o una pulsazione e ciò consente al medico, in soggetti non obesi, di sospettare con alta probabilità la presenza di un aneurisma addominale;
2. con l'ecografia che è un metodo preciso, non invasivo, che necessita solo di alcuni minuti ed è in grado di misurare il calibro dell’aorta addominale. Attualmente è considerato l’esame di screening dell'aneurisma dell’aorta addominale;
3. La migliore definizione della malattia si ottiene con TAC con mezzo di contrasto o l’angio RMN, che sono i metodi migliori per la valutazione pre-chirurgica delle dimensioni e delle caratteristiche dell' aneurisma;
Dopo i sessantacinque anni tutti, e specie i fumatori, dovrebbero sottoporsi ad un’ecografia dell’aorta per individuare in tempo eventuali aneurismi che potrebbero rompersi. Se la prima ecografia non riscontra un aneurisma, è improbabile che esso si possa sviluppare negli anni successivi, pertanto l’esame non andrebbe ripetuto. Nei casi in cui viene accertata la presenza di Aneurisma, se questo risulta di piccole dimensioni, il paziente viene sottoposto a periodici controlli per seguirne l’evoluzione o, se le dimensioni sono maggiori, quando il diametro raggiunge i 55 millimetri ed il rischio di rottura diventa alto, viene consigliato il trattamento chirurgico .
Il trattamento chirurgico, può essere eseguito con tecnica chirurgica tradizionale, “a cielo aperto”, o con un approccio “minivasivo” per via endovascolare. La tecnica endovascolare, molto utile in casi selezionati, prevede l'isolamento dell'aneurisma tramite il posizionamento di una protesi endovascolare all'interno della parte malata dell'aorta, attraverso le arterie femorali all’inguine. Entrambe le tecniche presentano, in mani esperte, un rischio molto basso, soprattutto se confrontato con quello molto più elevato dell’intervento eseguito in emergenza, nel caso di rottura del vaso.
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CATEGORIA: Ostetrici e Ginecologi - Medici Specialisti
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Roberto Paradisi - Medico specialista in ostetricia e ginecologia. Specialista in endocrinologia, e specialista in patologia della riproduzione umana e svolge attività ambulatoriale presso varie strutture clinico ambulatoriali.
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