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La prima carezza tra gemelli è già nell’utero

Hanno appena poche settimane di vita e già, i piccoli feti, si accarezzano, si sfiorano, si toccano con straordinaria premura e dolcezza. Prima ancora di aver sviluppato perfettamente le gambe e le braccia. Prima cioè di aver raggiunto la 14ª settimana di gravidanza. Fino ad oggi non si pensava che un feto così piccolo potesse compiere la sua prima azione sociale. Perché, quando tocca il fratellino, non lo fa accidentalmente, ma con la delicatezza di chi sa che quell'esserino è troppo delicato per urtarlo bruscamente così come invece si fa con le pareti uterine della mamma. Prima, infatti, si pensava che i movimenti del feto fossero casuali. Questo studio dimostra che c'è invece un'organizzazione motoria.


Il gruppo di scienziati è composto da ricercatori delle università di Padova, Torino e Parma, in collaborazione con l'Istituto pediatrico Burlo Garofalo di Trieste. Gli scienziati - coordinati da Umberto Castiello, docente di psicobiologia a Padova - hanno osservato, registrato e misurato i movimenti di piccoli feti ancora accoccolati nel grembo materno. E quello che hanno visto supera di gran lunga la nostra immaginazione. Così come hanno spiegato alla rivista Plos One , quando un feto condivide l'utero con un gemello, instaura con questo una relazione sociale fatta di piccoli movimenti delicati. «Sono movimenti riflessi o stereotipati», spiega Vittorio Gallese, docente di Fisiologia Umana al Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma e co-autore dello studio insieme con Cristina Becchio dell'Università di Torino. «Sono organizzati - aggiunge - e hanno caratteristiche analoghe ai movimenti volontari dell'adulto». In parole povere questi minuscoli esserini sembrano essere «programmati» alla socialità e, quindi, la predisposizione alle interazioni con gli altri si sviluppa già diversi mesi prima di nascere.