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Malattie sessualmente trasmesse



Le malattie sessualmente trasmesse


Negli ultimi anni il numero delle malattie trasmesse per via sessuale è enormemente aumentato, parte di questo può essere attribuito alla maggiore libertà sessuale, ma sicuramente la maggior quota è data dal riconoscimento delle vie di diffusione.


Cercheremo, attraverso un breve elenco ed una veloce disamina di ciascuna di esse, di fornire a ciascuno una conoscenza adeguata:


1 Gonorrea
2 Sifilide
3 Ulcera venerea (Ulcera Molle)
4
Granuloma inguinale
5 Clamidia
6 Herpes virus
7 Epatite
8 Candidiasi
9 Tricomoniasi
10 Condilomi
11 A.I.D.S.



GONORREA (Periodo di incubazione 3 - 5 gg.)


Viene trasmessa dalla Neisseria Gonorrhoeae. L'infezione colpisce prevalentemente i soggetti maschili. L'età è probabilmente uno dei fattori di rischio più importante.


La Gonorrea, come altre malattie veneree è sopratutto una malattia dei giovani. La maggior parte delle infezioni si riscontrano nei pazienti tra i 16 e i 24 anni, benchè tutti i gruppi di età sembrino ugualmente suscettibili.


Un altro fattore di rischio è il numero dei partners sessuali. Gli individui con più partners sessuali corrono un maggior rischio di contrarre l'infezione.


Nel maschio l'infezione si manifesta per lo più con uretriti acute. Il paziente lamenta una essudazione purulenta dalla uretra e molto spesso accusa bruciore e disuria


Un metodo per la diagnosi consiste nello spremere il meato uretrale e strisciare sul vetrino da microscopio la mucosa uretrale. Si colora il vetrino e al microscopio si vedono i diplococchi intracellulari. Si deve esaminare lo scroto per escludere la presenza di epididimite.


Altro sintomo è dato dal gocciolamento diurno non appena svegli e appena prima di urinare si notano poche gocce di materiale chiaro fuoriuscire dall'uretra.


Nelle femmine il gonococco colpisce il tratto genitale inferiore (l'uretra, le ghiandole periure, il SKENE, le ghiandole di Bartolino, il canale endocervicale) e il tratto genitale superiore. La risalita dell'agente patogeno a partire dalla cervice determina l'evoluzione in gonorrea superiore con l'invasione dell'endometrio, degli annessi e del peritoneo. Questa forma di gonorrea si manifesta con una endometrite transitoria, una salpingite, e in alcuni casi con una pelvi-peritonite (forma grave con forti dolori addominali, dolore alla palpazione, tensione, nausea, conati di vomito ed altri sintomi dell'addome acuto). L'ostruzione dei lumi tubarici, che sopraggiunge nel corso della salpingite, è non di rado causa di sterilità.


La vaginite da gonococco è rara tranne ai due estremi dell'età. Quando si trova una vaginite in una bambina in età prepubere e si evidenzia la presenza della N. GONORRHOEAE si deve pensare ad un abuso sessuale nei confronti della bambina.


Il sito dove più comunemente attecchisce il gonococco è il canale endocervicale. Caratteristiche comuni nelle pazienti con endocervicite gonococcica sono: la presenza di perdite, muco purulente, l'infiammazione della cervice e una certa sofficità alla pressione della cervice stessa; inoltre circa il 40% delle pazienti accusano disuria.


Se nello stadio dell'uretrite post-gonococcica ha luogo una invasione ematogena (detta sepsi gonococcica benigna) si riscontrano, oltre ad una monoartrite, che si manifesta sovente alle articolazioni del ginocchio, anche pustole emorragiche al palmo delle mani ed ai piedi e i tipici segni di una sepsi (accellerazione della VES, leucocitosi, febbre settica).


Le manifestazioni cliniche della malattia riscontrabili nei due sessi, includono la faringite, la proctite e la sindrome artrite, dermatite.


La diagnosi viene effettuata mediante tecniche di laboratorio (esame culturale) che vanno ad esaminare il materiale prelevato dal canale endocervicale, dall'uretra e dal retto.


La terapia si basa sull'utilizzo di antibiotici tra cui la penicillina, le tetracicline e l'eritromicina.


Le principali complicazioni dell'infezione gonococcica sono l'infezione disseminata e la malattia infiammatoria pelvica. Si consiglia il ricovero ospedaliero per il trattamento dei pazienti con infezione da gonococco disseminata, che mostrano segni significativi di malattia articolare.



SIFILIDE

L'agente causale della malattia è una spirocheta (batteria spiraliforme): il TREPOMENA PALLIDUM. La resistenza del batterio è assai precaria; infatti al di fuori dell'ospite umano, è molto sensibile all'essiccazione, alle temperature più alte di quella corporea e ai comuni antisettici. Ha bisogno di umidità per sopravvivere e per questo motivo si sviluppa preferibilmente in bocca e nella regione anogenitale.


Si tramette per via sessuale e l'agente patogeno penetra nell'organismo attraverso lesioni epiteliali anche molto piccole.Il periodo di incubazione della sifilide varia generalmente tra i 10 e i 90 giorni (media 21 giorni), la maggior parte dei pazienti sviluppano la malattia primaria entro le sei settimane dal contagio.


All‘inizio si manifesta sulla cute e sulle mucose, successivamente invade tutti gli altri organi.La lesione della Sifilide primaria viene generalmente considerata come un‘ulcera genitale dura indolore con o senza rigonfiamento dei linfonodi regionali. Però può apparire anche a livello dell‘epitelio rettale, cervicale o vaginale, il capezzolo o a livello della mucosa oro™faringea.


La Sifilide secondaria compare dalle sei settimane ai cinque mesi dopo l‘inoculazione primaria, è caratterizzata da malessere, febbre, perdita di capelli, eruzione cutanea papulomaculosa, condilomi piani, macchie della mucosa e linfoadenopatia generalizzata. Può causare anche epatite, sindrome nefritica, meningite, periostite delle ossa lunghe ed irido ciclite.


Le lesioni cutanee della Sifilide secondaria sono caratterizzate da grande diversità. Le più comuni consistono in macchie rossastre o color del bronzo. La presenza di queste lesioni sul palmo delle mani o sulla pianta dei piedi è particolarmente utile per distinguere la Sifilide secondaria da altre malattie morfologicamente simili.


Altre possibili lesioni comprendono papule eritematose rilevate che spesso presentano una sottile squama; queste lesioni possono assomigliare a molte comuni lesioni dermatologiche ma l‘assenza di prurito è indicativa per la diagnosi di Sifilide secondaria.


Dopo il secondo stadio della malattia il paziente entra in una fase latente nella quale la diagnosi può essere fatta soltanto sulla base dei tests sierologici.


Sifilide terziaria: questo stadio, che inizia 3 - 5 anni dopo l‘infezione, è caratterizzata da numerose effluorescenze polimorfe, ma i pazienti non sono contagiosi. Si distinguono il sifiloma (ulcera cutanea diffusa o localizzata a livello del corion, oppure effluorescenze squamose) dalla gumma (infiltrato nodoso sulla cute, le ossa, i tendini, gli organi interni, l‘aorta, il SNC) ed entrambi tendono all‘ulcerazione.


Sifilide quaternaria: cioè la neuro sifilide che compare a 8 -12, anche 20 anni dall‘infezione ed è caratterizzata da irritazione delle meningi fino alla meningite sifilitica, vasculopatie cerebrali, deficit neurocerebrali quali cecità, sordità, paresi. Alterazioni al livello del midollo spinale quali emiplegia acuta e degenerazione della sostanza grigia del cervello.


La sifilide congenita è acquisita durante la vita intrauterina, ossia trasmessa al feto dalla madre affetta. Le pazienti gravide, prima della 16ª settimana, con test VDRL positivo e prova clinica o anamnestica di Sifilide non trattata dovrebbero essere immediatamente sottoposte a terapia.


La diagnosi si esegue mediante la microscopia in campo oscuro prelevando del materiale da lesioni umide o da linfonodi. Quest‘esame microscopico è appropriato nella Sifilide primaria e talvolta per quella secondaria, oppure la diagnosi è sierologica:


  • T.P.H.A.-Test (Test di emoagglutinazione per il Treponema Pallidum)
  • V.D.R.L.-Test (Test di flocculazione con cardiolipina)
  • F.T.A.-ABS Test (per rilevare gli anticorpi IGM)
  • T.P.I.-Test (Ricerca degli anticorpi che immobilizano lespirochete sul siero delle pazienti)

La terapia per la Sifilide primaria e secondaria è la penicillina.



ULCERA VENEREA (Periodo di incubazione 3-5 gg.)

L‘ulcera venerea (o cancroide), conosciuta come ulcera molle, è una delle malattie veneree minori, non solo perchè si verifica di rado ma anche perchè le manifestazioni sono locali e non sistematiche e quindi non costituiscono alcuna minaccia per la vita.


L‘HEMOPHILUS DUCREYI è un piccolo bacillo (streptobacillo) gram negativo. Si pensa che l‘H. Ducreyi entri attraverso una minuscola soluzione di continuo della cute o attraverso la membrana mucosa, il più delle volte in conseguenza di un trauma coitale minore.


Nell‘uomo le lesioni sono particolarmente tipiche e compaiono 3-5 giorni dopo il contatto sessuale e lo stadio vescicolare è così leggero che spesso non è riconosciuto. Poi compare una sola ulcera visibile in un qualsiasi punto del pene, anche se il più delle volte si trova nel glande.


Nella donna il quadro è molto meno caratteristico dal momento che le donne presentano lesioni minori passeggere, vengono viste solo quelle ulcere più estese. Sono comuni ulcere multiple nella zona del clitoride, sulle labbra e sulla forchetta.


La lesione tipica, indipendentemente dal sesso del paziente, è costituita da un‘ulcera molle non indurita con essudato sporco alla base, dolorosa e molto tenera al tatto. Il contatto con l‘acidità delle urine è particolarmente doloroso e la paziente puo presentare ritenzione urinaria.


Il bubbone compare di solito entro una settimana dopo la lesione genitale e continua a suppurare per circa mezza settimna, mentre il resto si risolve spontaneamente.


Poi il più delle volte cicatrizzano subito, lasciando soltanto una piccola cicatrice.La diagnosi di ulcera venerea è essenzialmente una diagnosi differenziale dall‘ulcera genitale. Si deve sempre tenere presente la possibilità che si tratti di Sifilide; tuttavia l‘ulcera della Sifilide è compatta e dura ed ha una base chiara; il test sierologico per la Sifilide dovrebbe essere sempre eseguito.


Il bubbone dell‘ulcera venerea è unilaterale e va incontro facilmente a suppurazione.


La diagnosi di ulcera venerea si basa sullo striscio e sulla coltura, oltre che sulle caratteristiche cliniche. Gli strisci si ottengono strisciando la parte superiore dell‘ulcera o il materiale aspirato dal bubbone; tipicamente lo striscio mostrerà le catene costituite dal piccolo bacillo gram-negativo.


La terapia in molti casi non è necessaria, può bastare una accurata pulizia con acqua e sapone oppure sulfamidici alla dose di 1 grammo 4 volte al giorno per 10-14 giorni. La tetraciclina è consigliata nei pazienti che si mostrano allergici ai sulfamidici.



GRANULOMA INGUINALE

Questa malattia si manifesta come un granuloma cronico ulcerato; è una delle malattie veneree minori e si verifica nei paesi tropicali e subtropicali (India, Brasile, Cina meridionale, costa occidentale dell‘Africa).


L‘agente causale è il CALYMMATO-BACTERIUM GRANULOMATIS o batterio di DONOVAN.


Dopo un periodo di incubazione che può variare da pochi giorni fino a tre mesi, compare la lesione iniziale. Questa lesione assume l‘aspetto di una o più pustole indurite che nella donna compaiono per lo più nei lati interni delle labbra, specialmente vicino al clitoride. Nell‘uomo si trovano sul glande o sul prepuzio.La diagnosi si fa sullo striscio, biopsia e dall‘esame istologico e si ritrovano i corpi di DONOVAN caratteristici della malattia.


La terapia è a base di tetraciclina o eritromicina alla dose di 0,2 g al dì per 10-12 giorni.



CLAMIDIA

La Clamidia Trachomatis è l‘agente patogeno umano delle infezioni da CLAMYDIA. Le CLAMIDIE sono simili ai virus per il fatto che sono parassiti intracellulari obbligati e possono essere considerati come batteri adattati ad un ambiente intracellulare. In tal modo esse hanno bisogno di cellule vitali per la loro moltiplicazione e sopravvivenza.


Varie sono le condizioni cliniche causate dalla Clamidia Trachomatis:


negli uomini : uretrite, epididimite;


nelle donne: cervicite, Bartolinite, salpingite, annessite, sindrome di Fitz-Hugh-Curtis, sindrome uretrale acuta, endometrite puerperale;


sia negli uomini che nelle donne: tracoma endemico, congiuntivite da inclusi, proctite;


nei neonati: congiuntivite, polmonite, otite, morte intrauterina.


Come detto, negli uomini la C.T. causa la uretrite e l‘epididimite. La sintomatologia è caratterizzata da disuria, minzione frequente o essudazione purulenta.


La terapia consiste nella somministrazione di tetraciclina 250-500 mg 4 volte al dì per 7 gg. Se ci sono controindicazioni all‘uso delle tetracicline si può somministrare eritrocina 500 mg x 4 al dì per 14 gg.


Nella donna la zona anatomica all‘interno del tratto genitale femminile che viene più comunemente attaccata dalla C.T. è la cervice. L‘organismo sembra essere un parassita specifico delle cellule squamo-colonnari e per questo cresce soltanto all‘interno della zona di transizione e dell‘endocervice.


La sindrome di Fitz-Hugh-Curtis o periepatite acuta è una infiammazione fibrosa localizzata alla superficie anteriore del fegato e del peritone parietale adiacente. Questa condizione, associata alla Salpingite acuta, è conosciuta come sindrome di F.H.C.


Il neonato partorito per via vaginale da una donna affetta da una infezione da Clamidia alla cervice ha il 60%-70% delle possibilità di contrarre l‘infezione durante il passaggio nel canale di parto.


Circa il 25%-50% dei neonati esposti a tale rischio svilupperà una congiuntivite nelle prime due settimane di vita ed il 10%-20% svilupperà una polmonite entro i 3-4 mesi.


La diagnosi può essere fatta per mezzo sia di uno studio citologico dei campioni clinici, sia con la seriologia (dimostrare l‘aumento dei titoli anticorpali) sia isolando l‘agente dai tessuti del paziente (colturale).


La terapia di elezione è la tetraciclina alla dose di 250-500 mg per 4 volte al dì per 7-14 gg. (Eritromicina).



HERPES VIRUS (periodo di incubazione 2-12 gg)

L‘infezione di Herpes virus dell‘apparato genitale è una malattia trasmessa per via sessuale la cui incidenza è in crescente aumento con una velocità di epidemia.


L‘esposizione iniziale al virus determina una sintomatologia acuta ed un forte disagio, ma la malattia può essere anche asintomatica.Dopo l‘infezione il virus diviene latente ed il o la paziente corre il rischio di manifestare l'herpes in maniera ricorrente, di trasmettere potenzialmente il virus al neonato, di vedere riattivarsi la malattia nel caso di immuno soppressione e di possibili tumori maligni.


Sono stati identificati il Tipo 1 (HSV-1) ed il Tipo 2 (HSV-2). L‘HSV-1 produce una infezione non genitale mentre l‘HSV-2 è la causa principale dell‘infezione genitale e neonatale. Come le altre malattie sessualmente trasmesse l‘Herpes virus genitale si verifica più di frequente nelle popolazioni sessualmente attive (14-29 anni di età).


Ci sono tre diverse sindromi cliniche dell‘infezione genitale da HSV.


Si può verificare infezione primaria genitale in un paziente che non ha in circolo anticorpi contro l‘HSV-1 o l‘HSV-2 (1° episodio di Herpes genitale primario).


Un paziente che abbia già in circolo, per una precedente infezione, gli anticorpi anti-HSV può ugualmente contrarre l‘infezione genitale primaria.


Pazienti affetti da malattia ricorrente che hanno avuto in precedenza Herpes genitale primario ed ora sono soggetti ad una riattivazione dell‘Herpes latente o a disturbi ricorrenti.


Il primo episodio di infezione primaria nel 15% dei casi è causato dall‘HSV-2. ll periodo di incubazione è in media di 6 giorni.


Il primo episodio della malattia può produrre gravi sintomi localizzati così come sintomi generali sistemici. Essi comprendono: forte dolore e sensazione di sofficità del tratto genitale, adenopatia inguinale, dolore o bruciore rettale, disuria ed aumentata frequenza nell‘urinare. I sintomi sistemici comprendono febbricola, mal di testa e malessere generale.


Nell‘uomo il primo episodio dell‘infezione primaria coinvolge l‘asta del pene, con lesioni erpetiche multiple ed estese. Le lesioni generalmente si trasformano da rossori localizzati in vescicole che successivamente si rompono producendo ulcere superficiali estremamente dolorose. Poi si formano le croste con successiva guarigione senza cicatrici. Per una completa guarigione della lesione occorrono sei settimane. I sintomi persistono per 13-18 giorni.


Il primo episodio dell‘Herpes virus genitale non primario e quello dell‘Herpes ricorrente hanno un decorso clinico simile sia negli uomini che nelle donne. La malattia ricorrente si verifica più spesso dopo una infezione primaria di HSV-2. La malattia ricorrente è di solito leggera con una lesione unica che cicatrizza in media in otto giorni.


Negli uomini sono i rapporti sessuali la situazione più direttamente collegata con la riattivazione dell‘HSV. Molti pazienti si accorgono dell‘insorgere ricorrente per bruciori e parestesie uno o due giorni prima della comparsa delle lesioni. Di solito una sola lesione oppure 2 o 3 lesioni compaiono sempre in un punto specifico del tratto genitale. La malattia ricorrente si risolve di solito entro 14 giorni.


Le complicazioni locali dell‘HSV genitale comprendono: infezione dell‘uretra e della vescica con ritenzione urinaria e infezioni batteriche secondarie della cute, sopratutto nell‘infezione primaria.


L‘Herpes del retto causa notevole dolore e debilitazione e studi riportano gravi disturbi negli uomini omosessuali con lesioni ulcerose perianali croniche. La diagnosi viene fatta prima di tutto clinicamente. La comparsa di lesioni erpetiche tipiche che si trasformano da vescicole in ulcere e guariscono senza cicatrice è inequivocabile per la diagnosi. Procedimenti di laboratorio possono confermare l‘impressione clinica.Il metodo piu affidabile è la coltura, benchè anche i test sierologici possono essere utili per identificare l‘infezione genitale del primo episodio dell‘HSV primaria.


Spesso con l‘Herpes genitale coesistono altre malattie veneree e tra queste ci sono la Sifilide, la Tricomoniasi, la Candidiasi, i Condilomi e l‘infezione da Clamidia.


La distinzione tra malattia primaria e ricorrente si ottiene grazie alla anamnesi clinica e ad esami sierologici.


Terapia: il primo episodio di infezione primaria richiede un tipo di medicazione che allevi il dolore, un‘adeguata pulizia delle lesioni per prevenire le infezione batteriche secondarie, e nei casi più gravi il drenaggio vescicale.


Rapporto tra infezione genitale HSV e cancro: studi condotti in vari paesi hanno dimostrato che le donne che posseggono anticorpi all‘HSV-2 mostrano un‘incidenza superiore di cancro cervicale.



EPATITE

L‘epatite è una delle malattie trasmesse per via sessuale più gravi e menomanti. Si pensa che la frequenza sempre maggiore della trasmissione sessuale sia uno dei fattori che maggiormente contribuiscono a conservare la diffusione dell‘epatite. Sia l‘epatite A, conosciuta anche come epatite infettiva, sia l‘epatite B, conosciuta come epatite del siero, che l‘epatite non A-non B, possono essere trasmesse in diversi modi (Via parenterale, uretrale, venerea).


L‘epatite virale, sia essa di tipo A, B o non A-non B, presenta diverse fasi cliniche. Dopo l‘ingresso del virus (nel paziente) si ha un periodo durante il quale quest‘ultimo rimane asintomatico. Questo periodo di incubazione dura:21-45 gg per l‘epatite A; 30-130 gg. per l‘epatite B; periodo intermedio fra i due precedenti per l‘epatite non A-non B.


Dopo il periodo di incubazione il paziente è sintomatico, ma di solito all‘inizio può rimanere anitterico, anche se talvolta l‘ittero può essere il primo sintomo. Questo è il periodo prodromico e durante questa fase i sintomi sono di solito anoressia, nausea e vomito ma possono anche essere presenti una leggera febbre, malessere, mal di testa, mialgia ed alterazioni del gusto, compresa la perdita del gusto alle sigarette.


Dopo la fase prodromica c‘è la fase itterica che nell‘epatite B può durare molti mesi. Gli esami di laboratorio saranno alterati e saranno presenti, di solito, una viremia o una antigenemia croniche. I pazienti affetti da epatite B possono rimanere infettivi per giorni o per anni.Il virus di tipo B può essere trasmesso per diverse vie ed è stato rintracciato nella saliva, nel siero, nell‘urina, nella bile, nel sangue mestruale, nelle secrezioni vaginali, nel liquido ascetico e nel liquido pleurico e la sua presenza in questo liquidi biologici rende relativamente più facile la sua trasmissione durante il contatto sessuale.


Si ritiene che la trasmissione sessuale dell‘epatite B si verifichi con l‘introduzione di materiale infetto attraverso le superfici mucose. Il virus dell‘epatite B può essere trasmesso al neonato se la madre è affetta da epatite in atto durante la gravidanza o se è una portatrice cronica (HBS AG Psoitivo + ANTI HBC). Il virus dell‘epatite A non risulta che attraversi la placenta e causi una malattia neonatale.



TRICOMONIASI -CANDIDIASI

Le donne affette da Candidiasi presentano una classica perdita bianca che ha l‘aspetto del latte cagliato, è molto viscosa e tipicamente aderente alla parete vaginale.


L‘infezione della vulva spesso può aiutare a diagnosticare la vaginite. La presenza di un eritema geografico o di piccole screpolature della vulva o nell‘area perirettale suggeriscono la diagnosi di Candidiasi.


Eziologia della vaginite da Candida : - le alterazioni ormonali (gravidanza, pillole) esercitano un‘azione di stimolazione; - la presenza di diabete mellito e di terapia sistemica a base di antibiotici o corticoidi.


TRICOMONIASI


Il Trichomonas è un protozoo, organismo flagellato mobile, poco più grande del globulo bianco che si trasmette sessualmente o indirettamente (piscina, oggetti infetti).


La Gonorrea e la Tricomoniasi sono infezioni che coesistono di frequente; il 40% delle donne affette da Tricomoniasi hanno la N. GONO ed un egual numero di donne affette da Gonorrea presentano Tricomoniasi.


I sintomi sono rappresentati da una perdita abbondante maleodorante e spesso fastidiosa che causa disuria interna e talvolta esterna. La perdita ha un aspetto omogeneo e spesso purulento, bassa viscosità ed un colore dal bianco al verde. La perdita presenta di solito un PH> 4,5.


Nelle donne affette da Tricomoniasi si dovrebbe eseguire una coltura anche per la N.G., per la frequente associazione di questi due organismi. La terapia di elezione è il metrodinazolo.


VAGINITE NON SPECIFICA


L‘organismo generalmente associato con la NSV, HEMOPHILUS VAGINALIS, è stato ribattezzato con il nome di GARDNERELLA VAGINALIS (Bacillo corto a forma di bacchetta).


Di recente, è stato identificato un bacillo gram negativo di forma ricurva ed anaerobico nella metà delle donne affette da NSV (prurito, bruciore, vulvite). Le pazienti si lamentano di un cattivo odore di ammina simile a quello del pesce più che della perdita vaginale.


La perdita è spesso presente all‘introitus ed è di colore variabile dal grigio al bianco omogeneo, di bassa viscosità e presente sulle pareti vaginali. La perdita del NSV presenta un PH> 4,5 ed un odore di ammina che si nota particolarmente quando si aggiunge una soluzione di idrossido di potassio al 10% della perdita. L‘odore si nota anche dopo il rapporto sessuale, quando lo sperma basico volatilizza le ammine.


Per la terapia della NSV il metronidazolo somministrato in quantità di 500 mg due volte al dì per 7 gg si è rivelato il medicinale più efficace, con percentuali di guarigione superiore all‘85%.


L‘uomo se è asintomatico, non va trattato. Solo in corso di recidive nella donna, l‘uomo dovrebbe essere trattato. Le ragioni del ricorrere della NSV non sono state spiegate.Alcune volte somministrando simultaneamente metronidazolo per os e Lactobacillus acidophilus in vagina si possono risolvere le recidive, oppure usando una terapia a base di 100-250 mg di tetraciclina per via vaginale 2 volte al dì.



CONDILOMI

Abbiamo due tipi di Condilomi: acuminati e piani. I Condilomi acuminati si definiscono come epiteliomi di genesi virale localizzati nella regione genitale. L‘agente patogeno è il papillomavirus di tipo 6, appartenente al gruppo dei Papovavirus. Il periodo di incubazione varia da poche settimane fino a due anni.


La modalità di trasmissione avviene per diretto contatto con regioni cutanee infette o mediante rapporto sessuale. Favoriscono il contagio:


  • le perdite vaginali;
  • la forte sudorazione;
  • la fimosi;
  • la balanite;
  • l‘infezione da Candida;
  • la Sifilide;
  • la Gonorrea;
  • le uretriti aspecifiche.

Le manifestazioni cliniche del Condiloma acuminato sono escrescenze cutanee acuminate colore rosso intenso localizzate sulla vulva, sulla vagina e sulla portio. L‘ingrossamento e la proliferazione portano alla formazione di lobi e solchi che hanno l‘aspetto di una cresta di gallo e la concentrazione di microbi tra i solchi e le pieghe dei condilomi provoca formazione di pus.


La diagnosi si fa con l‘ispezione e la colposcopia.


La terapia è varia:


  • cauterizzazione con podofillina
  • crioterapia con neve carbonica o azoto liquido
  • terapia chirurgica: diatermocoagulazione, escissione chirurgica, laser terapia.
  • Dopo l‘intervento l‘eventuale trattamento con è con metisoprinolo (virustop).

Il condiloma piano è l‘espressione dell‘infezione subclinica da HPV di recente scoperta a livello della cervice uterina, della vulva, vagina e pene. La diagnosi è possibile solo mediante l‘uso del colposcopio dopo l‘applicazione di soluzione acquosa di acido acetico al 5%.L‘infezione genitale subclinica da HPV può persistere, regredire spontaneamente o progredire.


Esistono 58 tipi di pailloma virus umani (che differiscono tra di loro nelle sequenze nucleotidiche). Il tessuto specificità degli HPV sembra essere esclusiva per l‘epitelio pavimentoso della cute e per le mucose.


Dal punto di vista delle proprietà biologiche essi sono divisi in tre gruppi:


  • virus cutaneotropi in individui immunologicamente normali
  • virus cutaneotropi in individui immunologicamente depressi
  • virus mucosotropi infettanti le mucose genitali, orali e respiratorie.

Dei 58 tipi sino ad oggi caratterizzati, 35 di essi hanno la localizzazione cutanea e 23 genitale. L‘avvento della biologia molecolare, nella metà degli anni settanta, ha permesso di superare la impossibilità a coltivare il virus ed ha portato alla conoscenza delle eterogeneità di questo genere virale.Il possibile ruolo cancero-genetico degli HPV è stato pertanto approfondito solo negli ultimi anni.


Comune è l‘associazione tra Condiloma piano e altre significative aberrazioni intraepiteliali (CIN I - II - III). In questi casi si assiste ad una intima coesistenza tra coilocitosi, come espressione dell‘infezione da HPV e la marcata atipia cellulare della CIN.I tipi HPV-6 e HPV-11 sono quelli meno pericolosi che possono limitarsi a causare l‘infezione subclinica e quindi il Condiloma piano o l‘infezione clinica il Condiloma acuminato.


Per quanto riguarda questa infezione da HPV esiste anche una infezione da HPV latente. Il concetto di latenza in senso stretto, implica che all‘interno di una cellula morfologicamente normale sia presente il Genomea virale. Il riscontro piuttosto frequente di HPV-DNA in donne clinicamente normali, suggerisce la possibilità che la mucosa ano-genitale sia suscettibile all‘infezione latente cronica con HPV sessualmente trasmessi. Inoltre non è escluso che molti papillomavirus genitali rappresentino dei saprofiti ubiquitari piuttosto che dei patogeni trasmessi per via sessuale.


I metodi per la diagnosi di infezione da HPV sono oltre alla istologia e colposcopia, la citologia, la microscopia elettronica, la immunoistochimica e la biologia molecolare. Di contro non esiste a tutt‘oggi un test sierologico.



AIDS

La Sindrome da immunodeficienza acquisita è provocata dal virus dell‘immunodeficienza umana (HIV). Il periodo di incubazione va da 2 mesi a 6 anni (talvolta da 6 mesi a 10 anni). Finora non esiste una terapia efficace nè un vaccino contro questa malattia, tuttavia i sintomi e le complicanze rispondono in modo variabile a diverse terapie.


Incidenza: L‘AIDS non è presente in tutti gli individui infettati da HIV. La percentuale delle persone infettate la cui condizione progredisce fino all‘AIDS è molto variabile nei diversi paesi e nei vari gruppi a rischio. Una volta diagnosticata, l‘AIDS viene considerata mortale.


Intorno alla fine degli anni ‘80 negli USA erano stati diagnosticati circa 100.000 casi di AIDS, la metà dei quali ha avuto esito mortale. In Italia la cifra di casi diagnosticati ufficialmente sino al Gennaio 1991 era di 10.575. I principali gruppi a rischio sono gli omosessuali e bisessuali (attrazione sessuale per entrambi i sessi) maschi e le persone che si iniettano droghe con aghi e siringhe non sterili.


All‘inizio degli anni ‘80 sono stati infettati anche molti emofiliaci che avevano ricevuto trasfusione di emoderivati (prodotti sanguigni) infetti; oggi questa via di infezione è stata però eliminata da un miglior controllo del sangue e trattamento degli emoderivati. Altri gruppi a rischio sono gli eterosessuali che hanno contatti con persone infette, i figli di madri infette e le persone sottoposte a trasfusione di sangue infetto.


Appena isolato il virus fu chiamato dai ricercatori francesi LAV (virus associato a linfoadenopatia), gli americani lo chiamarono HTLV III (virus linfotropico umano a cellule T, ceppo III). Solo nel 1986 fu ribattezzato HIV.


Effetti del virus.
Il virus infetta una cellula chiamata linfocita T4 o linfocita T-Helper, che è essenziale per la regolazione dei meccanismi immunitari. La cellula infettata può morire o il virus può rimanere latente e avere una possibile riattivazione successiva.Molti individui infetti non presentano sintomi della malattia: sono quindi portatori asintomatici, oppure hanno sintomi vaghi, come dimagrimento, febbri, sudori, e diarrea inspiegabile. Queste persone vengono considerate affette dal Complesso correlato all‘AIDS (ARC - AIDS Related Complex).


Nella forma più grave l‘AIDS interferisce con il sistema immunitario predisponendo l‘individuo a svariate infezioni e tumori maligni, come il Sarcoma di Kaposi e i tumori linfoidi.


MODI DI TRASMISSIONE
L‘HIV è stato isolato nel sangue, nello sperma, nella saliva, nelle lacrime, nei tessuti nervosi, nel latte materno e nelle secrezioni tipiche dell‘apparato genitale femminile.Tuttavia è stato dimostrato che l‘infezione si trasmette solo attraverso lo sperma ed il sangue e quindi i principali modi di trasmissione sono il contatto sessuale (pene-ano, pene-vagina, pene-bocca), il contatto sangue-sangue (attraverso trasfuzioni o uso dello stesso ago nei tossicodipendenti) e la trasmissione da madre a feto.


Altri modi più rari sono la puntura accidentale con un ago, l‘inseminazione artificiale con seme proveniente da donatore infetto e il trapianto renale.Non si verifica una diffusione casuale o domestica.


L‘infezione non può essere diffusa toccandosi o abbracciandosi, respirando la stessa aria o usando le stesse posate o stoviglie. Per motivi sconosciuti la diffusione eterosessuale è più importante.


SINTOMI E SEGNI
Alcuni individui infettati dal virus possono non manifestare alcun sintomo; altri invece accusano un malessere di breve durata, talvolta simile alla mononucleosi infettiva. Essa può presentarsi con febbre simil-tifoide o come un‘infezione cronica caratterizzata da febbricola e da manifestazioni similinfluenzali, qualche volta con modesta adenopatia, a lungo decorso ed evoluzione capricciosa che alterna periodi di benessere e peggioramento. L‘esame medico dei pazienti asintomatici può rivelare alcune anomalie, sopratutto ingrossamento dei linfonodi.


Manifestazioni minori dell‘infezione da HIV sono disturbi della pelle come la dermatite seborroica (infiammazione della pelle che colpisce sopratutto il viso).Sintomi più gravi sono rappresentati da dimagrimento spiccato, diarrea, febbre e candidosi orale. Altre infezioni più frequenti o gravi in pazienti infettati da HIV sono le infezioni da Herpes Simplex ed Herpes Zoster, la Tubercolosi e la salmonellosi.


L‘HIV può colpire anche il cervello provocando svariate malattie neurologiche che giungono fino alla demenza. Le manifestazione dell‘AIDS conclamate sono vari tipi di cancro (come il Sarcoma di Karposi e il linfoma cerebrale) e infezioni come la polmonite da pneumocisti, la grave infezione da citomegalovirus, la toxoplasmosi, la diarrea provocata da CRYPTOSPORIDIUM ISOSPORA, la Candidiasi, la Strongiloidosi, la Criptococcosi e l‘Herpes simplex cronico.


DIAGNOSI
L‘infezione da HIV può essere sospettata in persone con ingrossamento dei linfonodi o dimagrimento inspiegabile appartenenti ad un gruppo ad alto rischio. Per confermare l‘infezione da HIV viene eseguita la ricerca degli anticorpi anti-HIV in un campione di sangue (test immunoenzimatico ˜ LISA ˜).


La ricerca del virus vero e proprio è più difficile. Un risultato positivo della ricerca degli anticorpi anti-HIV indica un‘esposizione al virus. Un‘eventuale reazione positiva viene ricontrollata con altri esami per ottenere una conferma sicura:


  • Immunofluorescenza : test di conferma in caso di positività all‘ELISA
  • Western Blot : test di conferma per l‘ELISA (effettuato da un operatore esperto)

Ricerca dell‘antigene o del virus su materiale bioptico prelevato direttamente dal tessuto infetto o su un liquido da esso prelevato.


In una persona che abbia avuto un contatto recentissimo con il virus l‘esame può dare un risultato negativo; se l‘individuo è a rischio, l‘esame dovrebbe essere ripetuto a distanza di sei mesi.


TERAPIA
Non è attualmente nota una terapia specifica per l‘AIDS anche se la ricerca negli ultimi tempi sembra fare passi da gigante. Le misure terapeutiche più importanti consistono nel combattere il più possibile le infezioni opportunistiche.