Infertilità maschile
Tra le cause più frequenti di infertilità maschile vi è il varicocele che è determinato da una dilatazione delle vene del testicolo.
Il varicocele interferisce con la produzione degli spermatozoi perché innalza la temperatura dei testicoli. Questa patologia è presente in circa 20 uomini su 100 ed insorge nel periodo dello sviluppo puberale. Nella popolazione dei soggetti infertili la sua frequenza sale però al 40% e questo dato dimostra come il varicocele sia causa di infertilità.
Una valutazione clinica preventiva del giovane adulto è in grado di individuare quest’alterazione e qualora l’esame del liquido seminale dimostrasse la presenza di alterazioni dei parametri seminologici un precoce intervento può impedire l’instaurarsi di danni permanenti della produzione di spermatozoi.
Il criptorchidismo, la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli nello scroto alla nascita, frequentemente determina infertilità. Il riposizionamento del testicolo nella sua sede viene effettuato di norma nei primi anni di vita. Tuttavia in oltre il 50% dei pazienti affetti da criptorchidismo la produzione degli spermatozoi è alterata e sarebbe opportuno verificare questa situazione precocemente poiché è probabile che con il tempo l’anomalia diventi più importante.
Le infezioni del tratto riproduttivo maschile, soprattutto se cronicizzate, possono essere causa di infertilità. È possibile che un’infezione esista senza provocare sintomi e quindi ci si accorga solo quando si eseguono indagini per ricercare le cause dell’infertilità. Un trattamento antibiotico mirato può ripristinare la normalità, ma in alcuni casi l’infiammazione può indurre la chiusura dei canali (dotti deferenti) che permettono il transito degli spermatozoi provenienti dai testicoli e può quindi causare una completa assenza di spermatozoi nel liquido seminale.
In alcuni casi l’infertilità maschile è determinata da un’insufficiente produzione di ormoni ipofisari (gonadotropine) che stimolano il funzionamento dei testicoli. Indagini ormonali specifiche sono in grado di individuare queste alterazioni. In questi casi lo specialista ha disposizione farmaci specifici che stimolando il testicolo ne ripristinano la funzione.
Negli ultimi anni sono state individuate tecniche diagnostiche molto sofisticate che hanno dimostrato la presenza di anomalie genetiche in circa il 20% dei soggetti infertili.
In questi soggetti il danno testicolare è così importante da richiedere l’utilizzo di tecniche in vitro di fecondazione assistita per il superamento dell’infertilità.
Tra queste tecniche la più utilizzata è la microiniezione del singolo spermatozoo nell’ovocita (ICSI). Un’anomalia genetica presente nel soggetto infertile può però essere trasmessa al figlio nato mediante queste tecniche di fecondazione assistita.
Indagini per studiare l’infertilità maschile
Spermiogramma: valuta il numero, la qualità e la motilità degli spermatozoi
Indagini ormonali: valutano il controllo endocrino della funzione testicolare
Ecografia testicolare: fornisce informazioni sulla struttura dei testicoli
Eco-color-doppler scrotale: valuta i vasi sanguigni dei testicoli ed è indispensabile per rilevare un varicocele allo stadio iniziale
Indagini colturali: evidenziano la presenza di un’infezione delle vie genitali ed individuano l’antibiotico specifico
Indagini genetiche: studiano le alterazioni dei cromosomi e le anomalie dei geni che regolano la produzione degli spermatozoi
L’esame del liquido seminale o spermiogramma
È l’indagine di laboratorio principale per valutare la capacità riproduttiva di un uomo. Vengono esaminati dati quantitativi e qualitativi (quali il numero e la motilità degli spermatozoi) che vengono così riassunti:
Azoospermia: assenza di spermatozoi del liquido seminale
Oligozoospermia: se il numero di spermatozoi nel liquido seminale è inferiore a 20 milioni per millilitro
Astenozoospermia: se esiste un’alterazione della motilità degli spermatozoi
Teratozoospermia: se esiste un’alterazione della morfologia degli spermatozoi