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Psicologia cognitiva: cosa fare

La Psicologia Cognitiva Comportamentale è una branchia della psicologia sviluppatosi in America negli anni '60 e riconosciuta dall'OMS e dall'Istituto Superiore della Sanità. Si basa sul principio che i problemi emotivi dei pazienti siano il frutto di una errata percezione che essi hanno della realtà.


I disturbi cognitivi sono il frutto, quindi, di una scorretta percezione che il paziente ha del mondo che lo circonda; una visione distorta della realtà che genera disturbi e complicazioni. I pazienti hanno solitamente una percezione errata della loro vita, di ciò che gli accade intorno, pensieri distorti, che influenzano il loro comportamento e il loro umore. L'obiettivo dello psicologo è quindi quello di isolare e modificare i pensieri distorti che generano i comportamenti disfunzionali, cercando modalità alternative nell'affrontare la realtà in modo più costruttivo. Il paziente viene spinto a confrontarsi con i suoi problemi, a mettere in luce le proprie emozioni cercando nuove relazioni, nuove convinzioni, più corrette e funzionali.


La psicologia cognitiva è una terapia collaborativa. C'è un confronto costante diretto e aperto fra il paziente e il suo terapeuta. Un dialogo costante che serve a mettere in luce i problemi e ad evidenziare il percorso di maturazione idoneo per superare i problemi. La terapia ha una durata minima di quatto mesi fino ad un massimo di dodici mesi. La psicologia cognitiva comportamentale viene utilizzata per il trattamento di tutti i disturbi mentali, come ansia, fobie, depressione, anoressia, bulimia, schizofrenia o psicosi La terapia ha riscontrato risultati positivi anche nel trattamento di disturbi per abuso di sostanze e nel trattamento dei problemi patologici dell'età evolutiva e nell'anziano. Attualmente c'è un alto impiego di queste tecniche anche in casi meno critici e problematici.Per altre info visitare www.studiokaleidos.it


Le tecniche cognitivo-comportamentali vengono impiegate comunemente anche per curare casi di difficoltà di adattamento, crisi evolutive, ansia da prestazione, difficoltà nelle relazioni sociali.