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La Masun
LA MASUNcos'è una "masun", declinata al femminile dagli abitanti di Stazzona (CO) e non al maschile come i masi dell'area alpina, pur avendo la stessa radice lessicale?
E’ una tipologia costruttiva che interessa ampie zone del versante alpino. Si tratta di strutture ad uso agricolo-pastorale che avevano la caratteristica di essere costruite con una base in pietra e ricoperte da un tetto di paglia con notevole pendenza.
Erano molto diffuse nell'arco alpino dalla Valle dell'Onsernone e dai Centocampi in Canton Ticino sino all'area bresciana gravitante sul Lago di Garda. Nell'area comasca queste costruzioni erano diffusissime in Val Cavargna e nelle Valli dell'Albano e del Liro (attuali comuni di Stazzona, Germasino e Garzeno). Si tratta di una tipologia antichissima di cui si hanno testimonianze nei testi dell'architetto romano Vitruvio, oltreché nella documentazione archeologica di età preromana nell'abitato di Comum oppidum nell'ambito del Parco della Spina Verde.
Sopra la muratura in pietra, in taluni casi a secco in altri legata con malta, veniva realizzata una base in legno sulla quale poggiava il tetto costituito da due falde di notevole pendenza (l’altezza sottocolmo del secondo piano poteva raggiungere i 3 metri). La struttura primaria era costituita da piccoli tronchi di castagno, o da altro legname disponibile in loco, e da una seconda orditura con legni di sezione più ridotta. Un denso strato di paglia (variante dai quaranta centimetri della sommità ai trenta centimetri della parte terminale) garantiva isolamento termico, impermeabilità, leggerezza, velocità di posa e uso di pochi e semplici attrezzi per la sua costruzione. Utilizzata era la paglia di segale a gambo lungo che era coltivata in zona.
Questo manto di copertura durava mediamente una quindicina di anni sul lato esposto al sole e più del doppio su quello in ombra: oltre al vento, il nemico più pericoloso era la fame dei caprioli o dei cervi che durante l'inverno si avvicinavano alle costruzioni per cercare cibo. Infatti le masun dell'area alto-lariana erano diffuse sino ai 1.000-1.200 e venivano utilizzate prevalentemente nel periodo del pascolo, da maggio a ottobre.
Nella parte in pietra era situata la stalla con la mangiatoia, e/o era utilizzato pure per la produzione di burro e formaggio, mentre in quella superiore veniva raccolto il fieno che sarebbe servito per l'alimentazione degli animali nel periodo invernale, quando le bestie tornavano nelle loro stalle nei paesi a fondovalle. La masun tipo era costruita su due livelli lungo un tratto in pendio onde poter avere due accessi distinti: uno principale per la stalla e uno secondario, laterale o sul retro, sempre però nella parte superiore della costruzione, per l'accumulo del fieno. Esistono anche esempi di masun con tre livelli, ma sempre con accessi distinti e autonomi. Erano quindi strutture prettamente agricolo-pastorali: i contadini abitavano invece le cascine con muri in pietra e tetto in piode prossime alle masun.
Percorrendo le valli sopra Stazzona, Germasino e Garzeno si osservano ancora strutture con tracce del tetto in paglia, ormai cadenti. L'abbandono dell'agricoltura di montagna ha reso difficile la manutenzione dei tetti originali, sostituendoli con le più semplici lamiere.