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Murus gallicus

Murus Gallicus
I Celti fortificavano le loro ''città'' con una particolare tipo di muro detto Murus Gallicus ampiamente descritto da Cesare (vedi sotto) questo tipo di fortificazione è documentata da scavi archeologici soprattutto in Francia (oltre 20 esemplari), in Svizzera, in Belgio e in alcune zone delle Isole Britanniche. Il Murus Gallicus era in sostanza un terrapieno dello spessore di alcuni metri, consolidato al suo interno da una struttura di tronchi incrociati, a volte bloccati tra loro da lunghi chiodi di ferro.
Per rinforzare la parte frontale del terrapieno veniva eretto un muro a secco.

La struttura così ottenuta dell’altezza di parecchi metri risultava particolarmente imponente e resistente sia agli attacchi con il fuoco che con le ''macchine da guerra'' (arieti).
All’interno del terrapieno un’ampia rampa consentiva l’accesso sia ai fanti che ai cavalieri e permetteva quindi spostamenti rapidi da una parte all'altra della fortificazione. Ecco come Cesare nel De Bello Gallico descrive il Murus Gallicus :
Muri autem omnes Gallici hac fere forma sunt. Trabes derectae perpetuae in longitudinem paribus intervallis, distantes inter se binos pedes, in solo collocantur. Hae revinciuntur introrsus et multo aggere vestiuntur: ea autem, quae diximus, inter valla grandibus in fronte saxis effarciuntur. His collocatis et coagmentatis alius insuper ordo additur, ut idem illud intervallum servetur neque inter se contingant trabes, sed paribus intermissae spatiis singulae singulis saxis interiectis arte contineantur. Sic deinceps omne opus contexitur, dum iusta muri altitudo expleatur. Hoc cum in speciem varietatemque opus deforme non est alternis trabibus ac saxis, quae rectis lineis suos ordines servant, tum ad utilitatem et defensionem urbium summam habet opportunitatem, quod et ab incendio lapis et ab ariete materia defendit, quae perpetuis trabibus pedes quadragenos plerumque introrsus revincta neque perrumpi neque distrahi potest.
Cesare - De Bello Gallico VII, 23
In tutta la Gallia le mura sono press’a poco costruite così. Si posano al suolo a regolari intervalli, senza interruzione, per tutta la lunghezza del muro, travi nel senso dello spessore del muro stesso, alla distanza di due piedi fra loro. Poi le rilegano dalla parte di dentro e ne riempiono gli intervalli di terra; intervalli che sul davanti vengono colmati con grossi macigni. Messo in opera e cementato tutto ciò, vi si aggiunge sopra un’altra simile fila di travi, in modo da conservare lo stesso intervallo, facendo sì che le travi non si tocchino fra loro ma, divise da spazi eguali, vengano a posare esattamente ognuna sui macigni interposti fra le prime. E così di seguito si vien costruendo tutto il muro, finché sia giunto all’altezza voluta. Questo lavoro da un lato non è sgradevole a vedersi per la sua armonica varietà, con quell’alternarsi di travi e di pietre ordinate in linee rette; dall’altro, offre grandissimi i vantaggi alla difesa delle città, per il fatto che le pietre difendono dal fuoco e il legname le protegge contro l’ariete, giacché le travi sono rilegate di dentro con altre di un sol pezzo lunghe per lo più quaranta piedi.