Sei in: Articoli: COSTRUZIONI CELTICHE:

Crannogs scozzesi

I Crannogs: le abitazioni scozzesi dell'età del ferro

Visitando i loch scozzesi, capiterà spesso di imbattersi in isolotti circolari misteriosi, ben distanti dalle sponde. A volte, alla base di questi isolotti, non sarà difficile scorgere pietre arrotondate dalla corrente dell'acqua e soprattutto i resti di pali in legno incastrati nel sottosuolo. Questi isolotti sono detti Crannogs , dal Gaelico antico "Crann ", "legno", ossia fortini costruiti in mezzo ai lochs non solo in Scozia ma anche in Irlanda e rintracciabili anche in alcune zone della Scandinavia e dell'Europa Continentale.


I primi fortini Scozzesi risalgono a circa 5000 anni fa ma è noto che molti di quelli rinvenuti sono stati costruiti, modificati, riutilizzati fino al sec. XVII, svolgendo funzioni di ogni tipo, non solo come luogo di rifugio in periodi di assedio, ma anche come un vero e proprio status symbols, postazione di pesca, case di residenza per le vacanze dei ricchi.


A seconda dell'area di costruzione, i crannogs potevano essere costruiti su palaffitte , come nella zona del Perthshire, oppure in pietra, laddove vi era carenza di legname.


Oggi i crannogs appaiono al visitatore come isolotti ricoperti da alberi o come collinette sommerse. Ne sono stati rinvenuti centinaia in tutta la Scozia ma solo pochi di questi sono stati analizzati dagli archeologi. Durante una di queste spedizioni, nel Perthshire sono stati rinvenuti i resti di un'imbarcazione. Si tratterebbe di una costruzione di circa 10 m di lunghezza e alta 85 cm, ricavata da un tronco unico di quercia. Il legno con cui e' stata costruita è rimasto intatto e sono state rinvenute traccie di una specie di muschio, detto Sphagnum Pallustre, usato come isolante. In un'altra zona, quella del crannog di Oakbank (500 a.C.), è stata rinvenuta anche una pala di remo risalente a circa 4000 anni fa.


Il crannog di Oakbank è servito anche come modello per la ricostruzione del moderno Crannog Center a Loch Tay. La piattaforma è circolare, poggia su piloni in quercia incastrati sul fondo del loch. Il tetto spiovente e solido è perfettamente imperbeabile. All'interno, il pavimento è ricoperto di felci e vi è ricostruito un camino in pietra, che all'epoca veniva tenuto sempre acceso. All'interno del crannog originale sono stati rivenuti tracce di cibo, utensili e abiti di 2600 anni fa. È stato rivenuto addirittura un piattino per il burro, con pezzetti di burro ancora saldamente incollati al piatto.


Tutto ciò è stato reso possibile grazie alle acque dei loch scozzesi, molto fredde e scure perchè ricche di torba. Queste caratteristiche impediscono l'attivita' erosiva di organismi microscopici che nei secoli avrebbero potuto distruggere il legno. Inoltre, molti crannogs sono rimasti sepolti da pietre: in questo modo la maggior parte delle costruzioni è stata letteralmente sigillata e protetta come in un sarcofago. Senza ossigeno i microrganismi non sono riusciti a sopravvivere.


La ricostruzione di un crannog ha permesso agli storici e agli archeologi di comprendere meglio il tipo di vita degli uomini dell'età del bronzo. Si sa che per poter costruire queste case su palafitte era necessario possedere delle imbarcazioni, conoscere bene i diversi tipi di legno (quelli necessari per le palafitte così come quelli necessari per le ciotole). Inoltre erano raffinati intagliatori e ingegneri. Inizialmente era necessario costruire un'isolotto artificiale con piloni di legno, alti almeno 8-10 m. Posizionarli in verticale e piantarli nel terreno era un'attività complessa e molto stancante e veniva sicuramente effettuata da piu' uomini. La parte piu' complessa, però, era la sistemazione del pavimento, all'altezza di 2 m. sopra il livello dell'acqua . Gli archeologi sostengono che venisse usato una specie di cavalletto che permetteva di spingere i piloni su e giu', come un'altalena: raggiunta l'altezza di due metri, il pilone veniva gettato sopra le palaffitte e legato assieme ad altri tronchi, per formare il pavimento. Centinaia di rami di nocciolo legati insieme costituivano le pareti e su queste veniva poi sistemato il tetto.


Occorrevano, secondo gli studiosi, 12 giorni per sistemare 168 piloni .