Sei in: Articoli: Relazioni Sentimentali:

Gleeden e le Avventure Extraconiugali

Seduta sull’autobus, ferma ad un semaforo, la mia attenzione viene attratta da una locandina viola acceso. Non riesco a leggere di cosa si tratta, intravedo una mela mordicchiata e una mano con le unghie laccate. Penso si tratti di un nuovo telefilm su un gruppo di casalinghe disperate.


Quando scendo dall’autobus, però, mi imbatto nuovamente nella locandina, appesa a quanto pare a diverse pensiline. Mi fermo a leggere cosa c’è scritto: “Essere fedeli a due uomini significa essere due volte più fedeli”. Rifletto qualche secondo sull’aforisma, e mi rendo conto che la pubblicità è relativa ad un “sito di incontri extraconiugali pensato dalle donne”.


Ho incominciato così a riflettere sul senso del tradimento che, in qualunque forma si manifesti, è sempre un’azione che muta in qualche modo un legame, in seguito alla quale si crea uno spartiacque, originando così un prima e un dopo . Muta anche l’identità delle persone coinvolte, dando loro magari un’etichetta che mai avrebbero pensato o desiderato avere.


I tradimenti, quindi, hanno dei tratti comuni: più che la persona, si tradisce la relazione costruita insieme (che sia d’amore o di amicizia, di lavoro o di collaborazione). E’ un atto per altro asimmetrico : vi è una persona che sceglie, che agisce, e una persona che subisce e che, solo in un secondo momento, può contro-reagire. Il tradimento, inoltre, si inserisce in un discorso culturale e sociale più ampio, mutando il proprio significato così come mutano i tempi .


Basti pensare all’ordinamento giuridico italiano, che decretava “due livelli diversi” di infedeltà coniugale (sino al 1969): per la donna, infatti, costituiva reato l’adulterio; per il marito, invece, l’infedeltà era punita solo nel caso in cui l’uomo avesse intrattenuto una concubina nella casa coniugale o notoriamente altrove. Le radici di questa disparità possono essere rintracciate nell’idea di famiglia, la cui identità – secondo la Legge – era posta molto più in pericolo da una moglie infedele, piuttosto che da un uomo “cacciatore”.


Oggigiorno, invece, in una società dove il limite e il legame fanno fatica a trovare uno spazio o una ragione d’esistere, il tradimento è forse ormai sdoganato. Rappresenta quasi una moda, se non addirittura un diritto egualitario.


Si è sentito molto parlare di “ analfabetismo affettivo “, e forse sotto questa etichetta fumosa che vuol dire tutto e niente, possiamo far rientrare il tradimento coniugale. Un rapporto duraturo, fatto di alti e bassi, può generare felicità, ma – questo è indubbio – crea anche frustrazione. Richiede energia, costanza, tempo, e anche una sicurezza interna non indifferente. Innamorarsi e scegliere una persona con la quale condividere un pezzetto della propria vita, i propri interessi, ma anche le proprie ambizioni e paure rappresenta un investimento emotivo e cognitivo non indifferente. Per poter amare qualcuno, bisogna forse amare prima se stessi. Per potersi dedicare a qualcuno bisogna essere sicuri di aver dedicato sufficiente energia a se stessi.


Visito la homepage del sito in questione: il layout accattivante (che continua a ricordarmi vagamente le pubblicità di alcuni telefilm americani), una grafica semplice e poco testo scritto. Poche informazioni essenziali:


  • Oltre 1 181 544 iscritti (un numero piuttosto consistente)
  • Discrezione totale;
  • 100% utenti reali;
  • Una comunità mondiale (il sito, infatti, è la versione italiana di un network internazionale).

L’iscrizione (gratuita) è composta da due fasi:


1) la scelta del nickname, il Paese di residenza (è interessante il fumetto che compare accanto alla scelta del paese: “A due passi da te o a chilometri di distanza, tutto è possibile”, un buon rimando alla mancanza e al crollo dei limiti), ciò che si è (donna, uomo, donna impegnata, uomo impegnato) e cosa si cerca (donna, uomo, donna impegnata, uomo impegnato, uomo e donna).


2) il profilo viene completato inserendo una password, la data di nascita, l’email e la propria città.


E’ interessante notare come dopo 30 secondi (di orologio) dalla creazione del profilo (totalmente vuoto, se non per la mia età, il mio nickname e per ciò che cerco) vengo contattata da tre utenti (due tramite chat e uno via messaggio privato), il mio account è aggiunto tra i preferiti di un utente e visitato da altri 6. Il numero aumenterà man mano, così come le richieste di chat, tutte per altro molto educate. Il regolamento del sito garantisce comunicazioni moderate e controllate, per evitare situazioni spiacevoli. Per completare il proprio profilo è richiesto di segnalare agli altri utenti il genere di relazione ricercata, scegliendo tra: breve, lunga, principalmente virtuale, ogni situazione eccitante, aperto/a a tutto, non ho ancora deciso. Il sito prevede anche un pulsante (stop) che garantisce una rapida uscita di scena, per evitare – forse – di essere rintracciati dal proprio partner o, perché no, dal proprio capo ufficio.


Stando al Corriere della Sera, che ha parlato del social network per incontri extraconiugali in un articolo risalente al Dicembre 2009, l’identikit “del traditore” emersa dallo studio dei profili registrati sul sito era abbastanza chiara: uomo (68% degli aderenti), in media 39 anni, con una buona posizione sociale (il 34% si presentava come quadro). Le donne, invece, all’epoca rappresentavano una minoranza. Sarebbe interessante capire se la “fauna”di questo particolare social network si sia modificata in questi tre anni, e se sì come.


Rimane valida, a mio avviso, la riflessione fatta in apertura, ossia di come costumi, società, psiche e moralità siano strettamente interrelate tra loro , e come si modellino e modifichino lungo gli anni. In una società ormai quasi priva di tabù (culturali, ma anche psicologici) e soprattutto di regole, in cui l’ambiguo e l’indefinito hanno preso il posto del definito, in cui i ruoli sociali sono pressoché ribaltati o equiparati, un sito che garantisce un’evasione condivisa (anche solo per una sera, anche solo attraverso il canale della chat) va ad intersecarsi perfettamente con il vissuto contemporaneo .


Forse, il sapere di poter incontrare dall’altra parte una persona con lo stesso legame (un matrimonio, o una relazione stabile) potrebbe aiutare a sentirsi meno in colpa, sollevati dalla responsabilità di un gesto simile.


Potremmo anche riflettere sulla “scissione” che un sito del genere può rappresentare per un uomo e/o una donna con un compagno/a . Da un lato, infatti, la persona con cui condividere la quotidianità, magari una famiglia, l’affetto, la tenerezza; dall’altra, una seconda persona con cui sperimentare una configurazione diversa della propria identità, magari quella che vuole evadere dalla routine o da un ruolo che si vive come “troppo stretto”. Un comportamento simile, che divide in due il sentimento, consente anche di proteggere la relazione “ufficiale” da eventuali pensieri o sentimenti aggressivi, che in ogni rapporto emergono e si manifestano.


In ultima analisi, inoltre, i siti o i social network che sponsorizzano incontri extraconiugali favoriscono una trasgressività “comoda”, quasi diciamo pronta, che non richiede nessuno sforzo se non quello di accendere il proprio computer e di – eventualmente – far calare il sipario con un semplice clic .


Dott.ssa Simona Meroni


Articolo pubblicato su State Of Mind - Marzo 2012