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A scuola: ascoltando gli adolescenti


A SCUOLA: ASCOLTANDO GLI ADOLESCENTI



(MARIA FIORENZA LOLLO — FRANCO FERRI)




L'educazione sessuale a scuola, oltre ad essere un veicolo per far sapere ai giovani che c'è un Consultorio Adolescenti nel quale possono trovare persone in grado di accogliere le loro domande e i loro bisogni, ha come obiettivo il favorire lo sviluppo di un processo di conoscenza/consapevolezza di sé e degli altri, prestando particolare attenzione alla sfera affettiva e relazionale. L'adolescenza è il periodo dello sviluppo in cui si sperimentano e si ricercano nuovi investimenti affettivi e in cui si mettono alla prova le varie parti del sé per verificare quali sono le parti da tenere e quali da abbandonare.



Come operatori, riteniamo importante un approccio all'educazione sessuale caratterizzato dalla curiosità e dalla disponibilità alla sorpresa. Ogni adolescente, infatti, è alla ricerca di una strada personale che possa condurlo a padroneggiare le emozioni e a integrare nel sé una sessualità che si va sempre più ridefinendo in via definitiva. I giovani nella relazione con gli operatori del Consultorio vengono chiamati a mettere in gioco le loro parti adulte senza per questo dover rinunciare alle loro parti ingenue, di contro gli operatori sono ben consapevoli di andare incontro a dei ragazzi che hanno già affrontato il tema della sessualità con il gruppo dei pari e verosimilmente hanno già costruito alcune loro verità che non sono facilmente disposti a rimettere in discussione: bisogna pertanto essere disponibili a riconoscere i propri limiti e a ridimensionare le proprie aspettative. I giovani studenti per la fase evolutiva in cui sono, stanno vivendo una battaglia interna: una vera lotta tra il desiderio di crescere e la difficoltà a rinunciare ai piaceri e alle sicurezze dell'infanzia. Questa continua tensione fra le spinte propulsive e le forze regressive genera una oscillazione fra il desiderio/piacere diconquistare una propria autonomia e la nostalgia del mondo senza pensieri dell'infanzia. Ma anche quando le forze propulsive sopravanzano quelle frenanti, il giovane si trova di fronte a nuove e continue scelte: come quella di aderire al modello che i suoi genitori hanno strutturato per sé e “predisposto” per i figli, o ad altri modelli adulti di cui egli ha avuto esperienza. Oppure esporsi alla angoscia di superare le Colonne d'Ercole ed affrontare il mare aperto in una ricerca personale e incerta.



La curiosità e il desiderio preconscio di conoscere cos'è che ha reso così interessante il genitore dello stesso sesso per l'altro genitore mette in moto un processo di valutazione, ma soprattutto di immaginazione, nel quale l'adolescente è chiamato a scegliere se identificarsi o emanciparsi dai modelli emotivi e comportamentali a sua disposizione.



Sappiamo peraltro che, in generale, il bisogno di una propria individuazione e la necessità di soggettivazione degli adolescenti, cioè il bisogno di sentirsi attivi e artefici delle proprie scelte, li costringe a tenere conto, consciamente o inconsciamente, di quei modelli, per poi potersene eventualmente differenziare.



Di solito si genera spontaneamente una polarizzazione sempre più marcata delle spinte verso l'emancipazione da questi modelli, percepiti più come un limite o una costrizione piuttosto che come degli inviti o delle facilitazioni a percorrere strade già predisposte. In molti casi è opportuno aiutare l'adolescente, senza fare le cose al posto suo, a coltivare una serena fiducia nella possibilità che egli sappia trovare la rotta verso una sua crescita personale unica e irripetibile.



Noi operatori ci poniamo nella posizione emotiva di favorire l'autonomia e l'emancipazione dell'adolescente, sostenendolo nel fidarsi sempre più di se stesso e delle sue capacità, sentendosi realizzato come persona e provando piacere per il proprio funzionamento.



Purtroppo, l'emergere della consapevolezza di un corpo sessuato, del tutto sconosciuto rispetto a quello infantile, è il terreno infido in cui si annidano i rischi di una regressione: quando il corpo che cambia non viene accettato come un aspetto sano e piacevole della crescita, si creano le premesse per un rallentamento o un arresto dello sviluppo emotivo dell'individuo e delle sue possibilità relazionali.



Nelle nostre intenzioni c'è proprio la valorizzazione della sessualità come modo di sperimentarsi nella costruzione di legami affettivi significativi e duraturi.



Sullo sfondo di questo lavoro dai contorni incerti ma importante in prospettiva, c'è l'idea di arrivare a dissodare un terreno per coltivare con maggiore efficacia il tema della salute sessuale e rendere possibile in un futuro il lavorare insieme per giungere ad una genitorialità consapevole e responsabile.





METODI E STRUMENTI





Nel lavoro con gli studenti ormai da alcuni anni viene utilizzato il metodo esperienziale. Quest'ultimo consiste nel proporre agli studenti alcune attività che mettono in gioco le loro personali conoscenze, abilità ed emozioni: dopo aver partecipato all' attivazione, si propone uno spazio di riflessione personale e comune sull' esperienza vissuta ed in particolare ci si sofferma sugli aspetti affettivi.



Ogni singolo gruppo classe partecipa a tre incontri, ciascuno della durata di due ore scolastiche, con la presenza di due operatori del Consultorio Adolescenti. In Classe, per prima cosa si escludono i banchi e per evidenziare le differenze con il lavoro scolastico, si invitano gli studenti a sedersi disposti a cerchio; ci si presenta, si enunciano gli obiettivi e la metodologia degli incontri e poi i ragazzi vengono stimolati a darsi delle norme di comportamento.



Per grandi linee, il vivo del lavoro consiste nell' utilizzare specifiche attivazioni in cui si cerca di favorire l'espressione di conoscenze, opinioni, valori, emozioni e personali esperienze che vengono discusse e messe a confronto con quelle degli altri. I compiti possono venir assegnati individualmente o suddividendo la classe in piccoli gruppi e successivamente, gli elaborati vengono messi in comune e discussi in plenaria da tutta la classe. Gli operatori si riservano un ruolo di sintesi o di chiarificazione del materiale emerso, restituendolo senza interpretazioni o giudizio.



Dopo una fase iniziale in cui gli studenti ci scrutano e ci studiano per decidere se possono darci fiducia, in genere partecipano volentieri agli incontri di educazione alla salute sessuale; in prima istanza perché si sentono in una posizione più attiva rispetto a quella tenuta usualmente in classe, percependosi più valorizzati e responsabilizzati, secondariamente perché si sentono accolti nelle loro paure senza essere giudicati.





IL LAVORO CON LE CLASSI





Aiutare i ragazzi a conoscersi meglio ha anche una grande valenza preventiva. Una attivazione è da noi chiamata"La strada" e spesso amiamo proporla agli studenti suddivisi in piccoli gruppi di lavoro. A ciascun gruppo, fornito di pennarelli e di un grande foglio da disegno, viene data la seguente consegna: "Disegnate una giovane coppia che sta percorrendo una strada, ha appena avuto il primo rapporto sessuale; che cosa si lasciano alle spalle e a che cosa andranno incontro............?".



Quello che per lo più i ragazzi disegnano come lasciato alle spalle è l'infanzia, la mamma, la scuola materna ed elementare, il sole, la propria casa, i genitori che li guardano, i giardini pubblici, una gran varietà di balocchi come la palla, l'orsetto, il succhiotto, e comignoli da cui esce il fumo a forma di cuore. Generalmente il passato viene descritto come gioioso e contenente.



Nel riferimento grafico allo specifico del presente, gli studenti evidenziano qualche topos adolescenziale come lo spinello, la discoteca, il bar e il piercing; considerano l'aspetto ludico della sessualità, rivendicando l'uso del preservativo.



Il futuro solitamente non viene rappresentato in modo lineare: generalmente è una strada che a volte si divide o é zeppa di curve ed ostacoli. Solo alcuni prevedono che la relazione possa sfociare in un matrimonio con i suoi aspetti più idealizzati di famiglia felice; i più invece fanno intraprendere alla giovane coppia un percorso più inquietante in cui si incontrano gatti morti, incidenti stradali, aborti, problemi familiari, droga e AIDS.



Nella discussione che successivamente cerchiamo di favorire, emerge come la crescita comporti anche una perdita di aspetti di sé che un tempo servivano a rassicurare il bambino nella sua identità, ma che in adolescenza cominciano ad essere avvertiti come inadeguati.



I ragazzi sentono che le esperienze rappresentative del tempo attuale hanno il valore di una messa alla prova delle loro capacità: essi pongono immediatamente l'accento sulla sensazione di poter superare un ostacolo, proprio grazie al primo rapporto sessuale, ma di contro appare anche l'emozione della prima volta carica di paura e di insicurezza, il timore del giudizio degli altri, l'ansia legata alla perdita della verginità ed in definitiva il loro sentirsi piccoli e la sensazione di fare una cosa da grandi. Si può lavorare sul mito che tutto è naturale, spontaneo, doveroso e, al contrario, si può far notare quanto normale sia provare ansia per il primo rapporto sessuale. Si parla con gli studenti dell'importanza dei limiti e dell'accettazione dei propri sentimenti di paura; si discute delle ansie che a volte sono da leggere come un segnale da ascoltare e considerare, perché forse indicano la precocità di questo passo evolutivo.



A proposito delle prospettive future, lavoriamo molto sulla necessità di effettuare un passaggio dall' eteroaccudimento dell'infanzia allo sviluppo della capacità di un autoaccudimento: dai disegni emerge molto chiaramente la loro consapevolezza che nella vita conviene imparare a far fronte alle frustrazioni e alle perdite.





In un'altra attivazione in cui i ragazzi dovevano fare un ritratto dei genitori, di loro stessi e dei loro futuri figli , elencando pregi e difetti, Matteo, uno studente molto vivace, ha rilevato tra i difetti dei genitori la loro paura che lui corresse troppo in motorino. Ha riportato poi lo stesso difetto nel possibile futuro figlio, ma lo ha eluso per quanto riguardava se stesso. Alla esplicita domanda dell'operatore che gli ha chiesto se per caso anche lui corresse veloce con il motorino, ha prontamente negato ritenendola solo una paura di mamma e papà che con questa scusa lo avevano privato del giocattolo. Ne è nata una discussione sulla paura dell'autonomia che in adolescenza è forte almeno quanto il desiderio di soddisfare l'esigenza di autonomia; pertanto attraverso gli agiti si costringe l'ambiente a re-agire. Accade spesso che gli adolescenti ricerchino una emancipazione attraverso degli agiti: per dimostrarsi adulti rinunciano a vivere l'adolescenza mettendo in atto una fuga in avanti.





Le sfide sono un altro elemento importante da considerare quando si affronta la questione dell'emancipazione adolescenziale. A questo proposito viene utilizzata un'attivazione, il "Dilemma di Jenny", che consiste nel proporre ai ragazzi un quesito relativo all'atteggiamento che una ragazza di ventun anni, Jenny, che vive ancora in famiglia, dovrebbe avere nei confronti della sorella quindicenne, Susanna, scoperta da Jenny a tirare sassi contro un lampione con un gruppo di amici.



La discussione che ha seguito lo stimolo proposto ha fatto chiaramente emergere come gli adolescenti per differenziarsi dalle figure adulte possano agire la loro aggressività aggredendo se stessi e addirittura la società: tra gli studenti, infatti, qualcuno si è vantato di atti di vandalismo contro le cabine telefoniche pubbliche o i lampioni, qualcun altro più modestamente ha riferito di divertirsi a gettare palloncini d'acqua ai passanti, altri ancora hanno esibito la sperimentazione di spinelli e di altre sostanze psicotrope. Quello che i ragazzi comunque si aspettano è che Jenny non vada a dirlo ai genitori. Abbiamo scelto di non lavorare sulla pericolosità di queste trasgressioni, accogliendo invece il bisogno dei giovani di sperimentarsi nella espressione della loro aggressività.





Le preoccupazioni e la grande rilevanza data ai cambiamenti fisici che avvengono durante la pubertà emergono chiaramente nell'attivazione: "Che cos' è la sessualità per noi?" I ragazzi vengono forniti di cartelloni, pennarelli, forbici, colla e una grande quantità di riviste. Dopo averli suddivisi in piccoli gruppi si chiede loro di fare un collage che risponda al quesito proposto. Gli adolescenti tendono a concretizzare: discutendo del loro lavoro colpisce come la sessualità venga mortificata e ridotta a bellezza e prestanza fisica, scotomizzando i vissuti emotivi ed affettivi. La paura che il loro corpo risulti perdente nel confronto con i loro modelli ideali non viene immediatamente espressa, ma affiora facilmente sin dalle prime battute.



La tecnica del collage, proprio per le sue caratteristiche, riesce a coinvolgere tutti in maniera immediata e senza condizionamenti verbali.



Si apre così agli operatori l'opportunità di giocare sulle molteplici dinamiche che avvengono nel gruppo, come la capacità dei singoli di far rispettare tra pari la propria opinione. Maura ad esempio, dietro al suo bisogno di "essere vista" esibendo un orecchino in evidenza sul naso e i suoi continui interventi, trasmetteva al gruppo una forte ansia e lasciava intendere una buona dose di conformismo. Durante il lavoro, anche lei come gli altri aveva scelto le sue figurine da attaccare al cartellone, ma alla fine tutte le immagini da lei selezionate erano state scartate dai compagni e Maura si era adeguata. Quando poi ciascun gruppo presentò il proprio lavoro alla classe, gli operatori chiesero se tutti, oltre che sentirsi rappresentati dal collage, avevano anche potuto esprimere le proprie idee. Maura non era stata l'unica ad essere esclusa, così cercammo di parlarne. Fu facile arrivare alla conclusione che il bisogno di essere accettati possa costringere la persona a mettere da parte il proprio sentire.





CONCLUSIONI





Il tema del proprio valore e l'importanza d'imparare ad autotutelarsi è una tappa fondamentale nel nostro progetto di educazione alla salute sessuale; a volte, infatti, l'incapacità di dire "no", per il timore di "non essere più voluti/e bene" espone i giovani a prove pericolose, come lo sperimentare precoci rapporti sessuali o rapporti sessuali non protetti.



Nei nostri incontri con gli studenti proponiamo il vantaggio di imparare a stare con i loro sentimenti: per amare è necessario amarsi e a volte la compulsività della sperimentazione fa perdere di vista che il rapporto sessuale è un rapporto speciale tra persone speciali.







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