INDAGINE CONOSCITIVA SULLO STATO DELLA SICUREZZA IN ITALIA. APRILE 2008.
Una fotografica aggiornata sui dati e la percezione della sicurezza. E’ l’indagine presentata dalla Commissione Affari Costituzionali della presidenza del Consiglio e intern i presieduta da Luciano Violante. Un dato per iniziare: il totale dei delitti nel 1° semestre 2007 è rimasto sostanzialmente stabile mentre, nel 2° semestre vi è stato un decremento di quasi 10 punti. Crescono, tra il 1995 ed il 2005, i crimini commessi usando violenza contro le persone (aggressioni, lesioni, rapine e violenze) anche se l’Italia si colloca ai posti più bassi nella graduatoria assoluta tra i paesi europei.
In Italia, nel 1995, si commettevano 73 rapine ogni 100.00 abitanti, nel 2006 sono stati 85. Un segnale che si somma al dato che a crescere sono le rapine nel Centro Nord, molto più di tutte le altre regioni italiane e, da qui, afferma la Commissione, la montante sensazione di insicurezza dei cittadini di quelle zone. Ecco, allora, che la percentuale delle rapine in abitazione sul totale delle rapine è quasi doppia al Centro Nord (4,6 per cento del totale) rispetto al Sud e alle Isole (2,5 % del totale). Nella fotografia, una sezione interessate si impegna a cercare di capire cosa sottenda alla base del sentimento di sicurezza. Gli studiosi ascoltati dalla Commissione hanno invitato a distinguere due sentimenti diversi: la paura di essere vittima di un delitto e la preoccupazione per la diffusione della criminalità.
Si assiste, così, al paradosso per il quale, pur in assenza di un sensibile aumento complessivo della criminalità, cresce la sensazione di insicurezza.
PERCHÉ?
La Commissione propone delle risposte: innanzitutto molto si deve all’aumentato numero dei reati che violano l’intimità (come i furti in abitazione che erano 191,6 nel 2004, 206,3 nel 2005, 240,3 nel 2006 per 100.000 abitanti). Un secondo aspetto è legato all’aumentato ricorso alla violenza, con uso di armi e minacce gravi. Un terzo aspetto è da attribuirsi al moltiplicarsi di luoghi abbandonati nelle periferie delle grandi città che, aumentando il degrado urbano (panchine divelte, cabine telefoniche rotte etc.) fanno sentire insicuri, indipendentemente dalla presenza di criminali.
Un dato interessante è anche legato all’ invecchiamento della popolazione. Una persona anziana – afferma la Commissione- può essere turbata in misura rilevante da comportamenti nei confronti dei quali un giovane resta indifferente. Non ultima, la responsabilità è anche dal mondo dell’informazione che ha un ruolo significativo nella costruzione delle sensazioni di insicurezza. Molte trasmissioni di intrattenimento si soffermano per più puntate sui delitti che più hanno scosso l’opinione pubblica, con ricostruzioni, discussioni tra esperti, formulazione di ipotesi. E questo influenza il telespettatore.
Dati ed approfondimenti su:
//www.lucianoviolante.it/images/pdf/2008/commissione_realazionesicurezza_22_4_08.pdf