come è fatto un tappeto
Come nasco:
Il Waghireh ( tappetino campione decorato da un unico motivo )
In Persia, ed in Caucaso in particolar modo tra gli abitanti dei villaggi che si dedicano alla tessitura annodata si fa uso ancora oggi del Waghireh, tappetino decorato da un unico motivo, che viene ricopiato molte volte nel tappeto maggiore.
Per quanto concerne l’uso del Waghireh esso è relativamente semplice. Rovesciandolo, sul suo verso appaiono distintamente le righe dei nodi impiegati per formare il disegno. Ogni riga viene analizzata nei nodi policromi ( più raramente monocromi ) che la compongono. Per esempio: cinque nodi rossi, tre verdi, uno nero, uno beige, tre azzurri, sei rossi ecc.. Lo stesso identico ordine verrà seguito nell’esecuzione del nuovo tappeto e cosi’ via fino all’esaurimento delle righe del Waghireh, per ricominciare da capo fino a che il nuovo tappeto sarà completato.
I Cartoni ( Talim )
Il Waghireh di cui abbiamo parlato prima sono validi per produzioni abbastanza stilizzate ed elementari e comunque di produzione nomade, ma quando si viene a decorazioni più ricche ed elaborate, al di fuori degli schemi ripetitivi si ha bisogno dei talim ( cartoni ).
Anticamente si ricorreva a cartoni segnati da un reticolo di rette, su cui si trasportava la decorazione con relativi colori; ad ogni quadratino risultante dall’intersezione delle rette medesime corrispondeva un nodo. Attualmente in particolar modo nei laboratori, l’indicazione dei motivi e dei colori è segnata su della carta millimetrata. Cosi’, in molte località, l’Ustad ( Maestro ) anziché lavorare al telaio, osserva tali modelli ordinando agli operai il numero dei nodi di vario colore necessari alla creazione del disegno. Molte provincie e vari laboratori hanno trovato che si può anche fare a meno del modello disegnato: il tappeto è descritto nodo per nodo in un libro chiamato Talim, che un lettore legge agli operai al telaio.
Struttura
Un tappeto orientale a pelo consiste di centinaia di migliaia di ricci di lana legati a mano uno per uno attorno ai fili d’ordito ( cioè quelli tesi longitudinalmente sul telaio ) e saldamente ancorati dai fili di trama ( cioè quelli che corrono trasversalmente ) un procedimento secondo il quale ciò che altrimenti sarebbe soltanto una coperta o un telo tessuto si converte nell’equivalente di un vello; tale trasformazione è stata spesso considerata lo stimolo fondamentale dell’invenzione del tappeto a pelo migliaia di anni fa.
Il modo in cui l’ annodatore dispone questi tre elementi: nodi, trama e ordito, determina la ‘’scrittura’’ distintiva nell’armatura in base alla quale generalmente è possibile determinare l’origine di un tappeto.
Tipi di telaio
Il telaio può essere verticale o orizzontale. Quest’ultimo tipo, per le sue doti di smontabilità e trasportabilità, è usato prevalentemente da popolazioni nomadi, specie per la fabbricazione di tappeti di piccolo formato. Il telaio verticale invece, più adatto per esemplari di maggior formato, è adottato dalle popolazioni stanziali. Esso ha forma grosso modo rettangolare ed è costituito da due robuste travi verticali e parallele, collegate alle estremità inferiori e superiori da altre due travi trasversali o subbi. Tra i due subbi vengono stesi i fili o meglio le catene che costituiscono l’ordito; nel caso però che il tappeto abbia lunghezza superiore al telaio, i fili dell’ordito vengono fissati al subbio superiore cosi’ che, ultimata la prima parte del tappeto la si arrotola sul subbio inferiore, e il filo del subbio superiore servirà a costruire l’ordito della seconda parte. Con questo sistema l’ordito viene fissato al telaio due o più volte, e se i fili non sono fissati tutti con la stessa tensione si possono avere inconvenienti non lievi come l’irregolarità della superficie ondulata invece che piana.
Per ovviare questi inconvenienti si ricorre a due tipi di telaio più perfezionati che evitano di stendere due o più volte l’ordito. Sul primo detto anche telaio di Tabriz, l’ordito viene steso sulla parte anteriore
( quella che fronteggia l’ esecutore ) , e su quella posteriore.
Si hanno in tal modo due piani paralleli d’ordito i cui fili posteriori sono la continuazione di quelli anteriori. Il tappeto man mano che viene eseguito è spinto verso il basso e, facendo perno sul subbio inferiore, risale sul lato posteriore del telaio; di conseguenza i restanti fili dell’ordito prima dietro il telaio, vengono a portarsi anteriormente. È chiaro che tale sistema permette solo la produzione di tappeti la cui lunghezza è due volte quella del telaio. La soluzione più radicale del problema è costituita da un terzo tipo di telaio, con i subbi entrambi rotanti. Arrotolato tutto il filo d’ordito necessario per il tappeto sul subbio superiore, man mano che il lavoro avanza la porzione di tappeto eseguita viene arrotolata sul subbio inferiore. Si possono quindi produrre esemplari di qualsiasi lunghezza, con estrema regolarità d’esecuzione.
Gli strumenti di lavoro
Benchè la tecnica del tappeto annodato, evolvendosi dalle primitive e rozze ‘’imitazioni’’ di pelli animali abbia raggiunto col tempo altissimi risultati, gli strumenti di lavoro sono rimasti semplici e primitivi: la lama o coltello; il pettine, le forbici.
La lama o coltello, serve a recidere i fili del nodo, e può essere diritta o ricurva e recare, come nel caso di quella usata dagli artigiani di Tabriz, un uncinetto all’estremità. Il pettine serve a comprimere la trama contro i nodi e presenta due tipi: uno più rustico, usato dai nomadi e nei villaggi, con impugnatura in legno e denti formati da lamelle metalliche; l'altro usato prevalentemente nei laboratori cittadini, con manico costituito dall estremità delle lamelle saldamente legate fra loro.
Le forbici di varia foggia ( lunghe e ricurve, dritte e grosse come quelle dei sarti, ecc.. ), servono a rasare ogni riga di nodi ultimata o, come nel caso dei manufatti di Tabriz e di Kirman, l’intera superficie a tappeto ultimato.
I nodi
Nei tappeti orientali abbiamo principalmente due tipi di annodatura: quella cosi’ detta ghiordes ( turkbaff in denominazione persiana ) oppure quella sennèh ( farsibaff ).
Nel nodo ghiordes i due fili terminali fuoriescono dal collo del nodo.
Nel nodo sennèh, dal collo del nodo fuoriesce un solo capo terminale, mentre il secondo filo sta al di fuori di esso, alla sua destra o alla sua sinistra.
Che cosa è l’ ordito
L’ ordito è l’insieme dei fili tesi tra le due estremità del telaio intorno ai quali sono annodati i fili del vello.
I fili d’ordito sono di solito in cotone, ma si possono trovare in alcuni esemplari in lana, o in seta, le frange del tappeto sono le estremità dei fili dell’ordito.
Che cosa è la trama
La trama è formata dal filo o dall’insieme dei fili situati fra un allineamento di nodi ed il successivo, i fili della trama possono essere di cotone, di lana o di seta.
La funzione della trama è di mantenere i nodi un allineamento parallelo e di rinforzare la struttura del tappeto.
Nella maggior parte dei tappeti la trama è costituita da due fili che passano uno floscio e l’altro teso, dopo ogni riga di nodi.
I fili della trama vengono compressi contro i nodi con un apposito pettine.
La lavorazione
La produzione del tappeto incomincia sempre dal lato inferiore con la cimossa, sui fili dell’ordito tesi verticalmente viene passato un certo numero di fili di trama in modo da creare un margine robusto che mantenga sempre integro il tappeto, evitando le sflilacciature e l’allentamento die nodi.
Ultimata la cimossa, si inizia l’annodatura dei fili di lana del vello sui fili dell’ordito. Ogni filo di lana viene fissato su due fili contigui di ordito, secondo le due principali tecniche, nodo turchibaff e nodo farsibaff. Tutto il lavoro di annodatura è svolto a mano da artigiani molto allenati e veloci ( in media un buon operaio fa da diecimila ad un massimo di quattordicimila nodi al giorno ). Eseguito il nodo l’artigiano recide il filo di lana che ha utilizzato a circa sette centimetri dal nodo stesso e tira verso il basso il capo reciso.
Cosi’ facendo imprime al nodo un inclinazione che, oltre a serrarlo, determina quello che sarà il verso del tappeto. Quando ha ultimato una fila di nodi su tutta la larghezza dell ordito, il tessitore fa passare il filo della trama all’interno ed all’esterno di ogni filo dell’ordito.
Ogni quattro o sei file di nodi ( talvolta anche ogni fila ) si procede ad una prima rasatura del vello, la rasatura definitiva verrà invece eseguita al termine della lavorazione del tappeto, vi provvederà personale specializzato, in quanto si tratta di un operazione molto delicata che darà la veste definitiva al prodotto.
Geometrico o floreale
Questo concetto è mirabilmente espresso da Waghner nei maestri cantori. In questo quadro della Norimberga rinascimentale, il cavaliere Walter un musicista rivoluzionario innovatore, è respinto dai compositori tradizionalisti perché non si attiene alle regole stabilite. Viene comunque persuaso dal poeta Hans Sachs che è possibile combinare genio, originalità e libertà di espressione con la disciplina formale e le corrette regole tecniche e che il lavoro che ne risulterà sarà più espressivo e più durevole.
Walter : ‘’ come dicono le regole che devo cominciare?’’.
Sachs: ‘’stabiliscile tu e poi seguile’’.
Questa è la chiave per apprezzare qualunque arte: deve obbedire alle sue regole, deve di perse’ esprimere quel che vuole dire. Solo quel contenuto che la sua forma comunica puo’ essere apprezzato. Che gli annodatori siano superstiziosi o puramente mercenari, che la stilizzazione geometrica delle forme dei fiori sia dettata dalla legge islamica o dalle limitazione pratiche dell’ annodatore senza il disegno su carta millimetrata, che i disegni a giardino abbiano avuto origine nell’ispirazione dell’annodatore al giardino dell’Eden o semplicemente nella sua passione per i fiori sono considerazioni secondarie.
Quel che conta è se il disegno funziona come disegno, se l’intento espressivo del singolo annodatore si è realizzato, se il contenuto risponde a quel che la forma promette.
La caratteristica evidente che colpisce quasi tutti, di un dato tappeto è se esso contiene o no disegni costituiti da elementi rettilinei, o se contiene linee autenticamente curve ( semplicemente geometrico o floreale ).
Qual è l’essenza della loro diversità?
Tecnicamente, essa dipende da due fattori: la finezza dell’armatura ( struttura ) e le circostanze in cui il tappeto è stato prodotto. Culturalmente i due tipi riflettono spesso differenze razziali e religiose.
Più l’armatura è fine, più è facile produrre disegni curvilinei. In una caratteristica armatura grossolana, non vi sono nodi sufficienti a consentire la realizzazione di una curva. L’aspetto tipico della produzione di città è che il disegnatore e l’annodatore non sono la stessa persona, al contrario della produzione nomade e di villaggio, l’annodatore è anche il disegnatore, in pratica non c’è un disegno prestabilito, ma esso viene creato dall’annodatore stesso mentre lavora. In simili condizioni gli intricati disegni floreali generalmente non sono possibili e, anche se tecnicamente lo sono, non appartengono alla tradizione locale e quindi non vengono prodotti. Si può quindi dedurre che:
i tappeti tribali sono di solito geometrici e quelli di città hanno più possibilità di essere floreali.
Molti trovano che i manufatti di città siano ‘’freddi’’ , senza carattere, e rimangono aggrappati ai tipi tribali che considerano più schietti e genuini: i semplici e incontaminati disegni geometrici sono i simboli di una cultura tradizionale da cui la civiltà occidentale dominata da macchine si estraniata. Quest’opinione, tuttavia trascura il fatto che le massime vette dell’arte orientale sono sempre state considerate quelle che annoverano i raffinati tappeti prodotti d a squadre di disegnatori e di abili annodatori nelle manifatture di corte del xvi° secolo, i cui discendenti sono oggi gli artigiani di Tabriz, Isfahan, Khasan ecc..
Come per la musica popolare nessuno conosce l’origine dell’arte, ne i nomi dei compositori e dei disegnatori. E’ l’incarnazione collettiva dell’esperienza popolare che ci parla attraverso le sue opere.
Per i tappeti di città, la situazione è diversa:
essi corrispondono alla musica colta dei grandi compositori, poiché questi pezzi ‘’composti’’ rivelano la perizia del singolo disegnatore e annodatore, benchè non siano per questo meno tradizionali.
Con ciò voglio affermare che entrambe le opinioni ( cittadine-tribali ) sono sorrette da validi argomenti e che, nella scelta di un tappeto la decisione finale può dipendere solo dal gusto individuale del compratore.