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DEDICHE AL TAPPETO
Amico mio, perchè del futuro hai tanto affanno ed il vuoto pensar t'attrista il cuore ?
Vivi la tua stagione con felicità e spensieratezza,la guida del mondo, a te, non affidaron mai.
E molti Nodi sciolsi lungo la Strada; Ma non il Nodo dell'Umano Destino e della Morte.
Già, il primo Mattino della Creazione scrisse Ciò che l'Ultima Alba della Creazione leggerà.
Giacchè non dipende da noi il più ed il meno, e inutile preoccuparsi del tempo .
Giacchè non possiamo, e inutile cercare di plasmare, come si fa con la cera, il nostro destino.
Quando la fortuna fa fiorire i tuoi fiori perchè non afferri il calice del vino ?
Il tempo è un tremendo nemico, bevi, perchè è raro cogliere questi giorni.
O. Khayyam
DEDICHE AL TAPPETO
Sul telaio si imposta la mia struttura, come sulle vostre esperienze si imposta il vostro domani. Sul mio ordito scorre il nodo, come su di un filo scorre la vostra vita.
Le mie trame passano dopo ogni riga di nodi, come tante vostre trame passano tra tante righe il mio aspetto, come voi definite la vostra immagine attraverso una miriade di aspetti!
Il tempo è mutevole, i fiori appassiscono…. Come far si’ che lo splendore dell’erba e la delicatezza dei fiori resti immutata… Come calpestare un prato fiorito senza distruggerne la bellezza?
Come toccare l’azzurro del cielo, il colore cupo della notte e racchiuderli nella nostra casa…. Come far si’ che il canto di gloria del creato viva con noi come materia palpabile, deliziando i nostri occhi e rendendo lieve e gradito il nostro passo.
Tal quale lo sarebbe su un verde prato di primavera o sulle ali di un sogno?
Dall’oriente favoloso delle mille e una notte è giunta a noi attraverso i secoli l’espressione artistica di un culto sincero per la natura e le sue infinite bellezze, che dalla natura stessa trasse materia per una lode continua; creando con semplicità i simboli della vita quotidiana e unendo con amore a codesti simboli i sentimenti lieti e tristi che sempre li accompagnano.
Questo è il tappeto orientale, un manufatto, ricco di umanità, che si adagia ai nostri piedi con l’umiltà secolare consone a chi lo ha ideato… Ogni tappeto fatto a mano è unico; è opera individuale di un artista o di un artigiano, esso è la testimonianza dell’infinito amore, dell’entusiasmo, della maestria e del piacere che un artista spesso sconosciuto può aver provato in paesi lontani, in epoche e luoghi diversi, i cui valori estetici ed interiori possono essere ancora oggi apprezzati.
P.D.V.
IL TAPPETO COME SIMBOLO.
Nei villaggi e nelle cittadine la famiglia persiana vive in case di pietra ed in perenne affanno per la mancanza di acqua. Lunghissimi ed antichi canali, detti Kanat, la trasportano, spesso in modesta quantità, dalle montagne all'altipiano scorrendo sotto terra. Nelle case il mobilio è ridotto al minimo indispensabile secondo un'antica tradizione originatasi a causa della poca disponibilità del legno su gran parte del territorio.
" Dove è il mio tappeto, li è la mia casa " , cosi recita testualmente un detto della tribù di Kaskay, successivamente fatto proprio da tutti i gruppi tribali e da gran parte della popolazione contadina sedentarizzata.
E poichè la casa è il luogo dove si vivono le più belle o le più tristi vicende della vita, il tappeto segue il suo proprietario in tutte le ore del giorno e della notte, nei momenti di dolore e in quelli di gioia.
Nei giorni di festa su ogni tenda, su ogni povera finestra o su ogni ricco balcone si appende il più bello ed il più legato ai propri sentimenti. Generalmente si espone il più antico, magari corroso dagli anni, il più gelosamente custodito, come il più caro e simbolico dei beni di famiglia.
In esso rivivono le madri, le nonne e le donne che vissero ancor prima. Con esso prendono corpo le carestie del passato, le morti dimenticate, i giorni lieti dei matrimoni e le speranze attese e quasi sempre rimaste tali.
La testimonianza del passato attraverso il tappeto fornisce ancora oggi un elemento indispensabile

Ogni tappeto fatto a mano è unico; è opera individuale di un artista o di un artigiano, esso è la testimonianza dell’infinito amore, dell’entusiasmo, della maestria e del piacere che un artista spesso sconosciuto può aver provato in paesi lontani, in epoche e luoghi diversi, i cui valori estetici ed interiori possono essere ancora oggi apprezzati.
P.D.V.

Il tempo è mutevole, i fiori appassiscono…. Come far si’ che lo splendore dell’erba e la delicatezza dei fiori resti immutata…
Come calpestare un prato fiorito senza distruggerne la bellezza?
Come toccare l’azzurro del cielo, il colore cupo della notte e racchiuderli nella nostra casa….
Come far si’ che il canto di gloria del creato viva con noi come materia palpabile, deliziando i nostri occhi e rendendo lieve e gradito il nostro passo.
Tal quale lo sarebbe su un verde prato di primavera o sulle ali di un sogno?
Dall’oriente favoloso delle mille e una notte è giunta a noi attraverso i secoli l’espressione artistica di un culto sincero per la natura e le sue infinite bellezze,
che dalla natura stessa trasse materia per una lode continua; creando con semplicità i simboli della vita quotidiana e unendo con amore a codesti simboli i sentimenti lieti e tristi che sempre li accompagnano.
Questo è il tappeto orientale, un manufatto, ricco di umanità, che si adagia ai nostri piedi con l’umiltà secolare consone a chi lo ha ideato…
P.D.V.

Sul telaio si imposta la mia struttura, come sulle vostre esperienze si imposta il vostro domani.
Sul mio ordito scorre il nodo, come su di un filo scorre la vostra vita.
Le mie trame passano dopo ogni riga di nodi, come tante vostre trame passano tra tante righe…
Con la rasatura si definisce il mio aspetto, come voi definite la vostra immagine attraverso una miriade di aspetti!
P.D.V.