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Pregiudizi Familiari

E' di oggi la notizia di una bimba vicentina di 11 anni, morta perchè il donatore compatibile, americano, si è rifiutato di donare il proprio midollo osseo ad una ragazzina non americana. Trovate la notizia all'indirizzo //www.affaritaliani.it/?refresh_ce .


Al di là delle implicazioni etiche e mediche della questione, che non sono qui in grado di discutere, ciò che mi colpisce è quella tendenza della mente, che tutti noi condividiamo, a categorizzare le persone e a selezionarle secondo caratteristiche molto nette: in qualche modo, le persone con cui interagisco, o fanno parte della mia famigla oppure no. Nel caso del donatore di midollo, il cerchio familaire si è allargato ai membri del proprio Paese, dimostrando di volerlo proteggere contro il resto del mondo. Essere all'interno di questo cerchio familiare oppure all'esterno implica quindi tutta una serrie di conseguenze sia pratiche che emotive, per cui il distacco fisico, l'essere 'al di fuori', significa anche indifferenza per la sorte di chiunque non ne sia all'interno.


Ora, questo signore americano ha sicuramente contravvenuto al più antico tabù della specie umana, e cioè la protezione dei cuccioli, quindi dei bambini, tuttavia tutti noi facciamo esperienza di questo tipo di indifferenza 'eterofamiliare' per esempio quando guardiamo in televisione programmi sulla situazione di povertà estrema di bambini che vivono in un continente diverso dal nostro (Africa, America latina, Oceania...). A volte riusciamo anche ad andare oltre l'indifferenza e a provare una sorta di pietà e dispiacere per quei bambini, ma in ogni caso nessuno di noi prepara la valigia e parte per andare a salvare dalla fame e dalla povertà proprio quel bambino, pur potendolo fare, perchè, onestamente, c'è veramente qualcosa che ce lo impedisce?


Si crea quindi un 'confine familiare' estremamente rigido, che si restringe al restringersi dell'ambito geografico che consideriamo. Questo fenomeno è particolarmente chiaro, in genere ai genitori adottivi , soprattutto di figli con diverso soma, cioè con caratteristiche visibili che sottolineano la mancanza di genoma comune. Spesso infatti le persone chiedono senza alcun pudore, al genitore, chi siano il padre e la madre di quel bambino nero che si trova insieme a loro; quando i bambini sono due le persone chiedono addirittura se sono fratelli, come a non considerare il fatto che quei bimbi hanno un solo padre ed ena sola madre, che estrambi portano lo stesso cognome; a volte chiedono se si sono adattati bene, come fossero animaletti domestici, oppure fanno complimenti ad alta voce così da dichiarare ed ostentare la propria mancanza di pregiudizi etnici, in questo modo sottolineandoli con più forza.


Tutto questo sembra spiegabile come una mancanza di flessibilità nel confine familiare : chi viene percepito parte della propria famiglia, sono i genitori bianchi, cui si attribuiscono le caratteristiche positive del coraggio e della bontà, ma non i bambini neri, o gialli, o viola o verdi, i quali sono inveceportatori di caratteristiche negative, quiali la povertà, la fame, il trauma, l'incapacità a civilizzarsi completamente nonostante gli sforzi dei genitori adottivi ( "Si sono adattati?" ). Oppure, al contrario, il percepire questi bambini come privi di famiglia, come se non avessero un padre ed una madre, o come se l'adozione fosse una specie di atto di solidarietà gratuita (una casa famiglia per bambini disagiati senza spese per lo stato), rende i bambini allo stesso tempo figli di tutti : chiunque per la strada può permettersi di invadere lo spazio familiare ed intimo dei bambini, con carezze ed intimità inopportune tra sconosciuti, senza nemmeno chiedere il permesso ai genitori. E' un pò come dire: " Se non è completamente figlio tuo allora è anche un pò mio! Ciò che non è di nessuno, è di tutti" . Tuttavia, passatemi l'ironia, è difficile perdersi un figlio per strada come fosse il foglietto su cui è annotata la lista della spesa, che se anche viene trovata da qualcun altro non importa niente a nessuno! In questo caso vige quindi il tabù della protezione dell'infanzia contemporaneamente alla rigidità dei confini familiari.


Cosa ne pensate? Credo che tutti i genitori adottivi abbiano avuto esperienze di questo tipo, e, al di là della casistica sicuramente ampia, mi paicerebbe sapere che spiegazione vi siete dati per comportamenti di questo tipo, che siate genitori adottivi oppure no.



A presto,


Dott.ssa Valentina Sbrescia