Emozioni a Scuola
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Le emozioni a scuola
Parlando di “emozioni a scuola” è importante fare un’introduzione che ci porti a comprendere diverse sfaccettature. È nel 1990 che fu introdotto un concetto fondamentale che è quello dell’ intelligenza emotiva .
A parlarne per primi furono Salovey e Jack Meyer, che la descrivevano come una componente essenziale delle capacità cognitive umane .
Prima di questa “svolta” le emozioni erano considerate un fenomeno mentale minore e nel peggiore dei casi un disturbo ai processi cognitivi che andava represso nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Niente di più sbagliato.
Soffocare le emozioni significa danneggiare la capacità di relazione e le capacità di apprendimento e a questa conclusione era arrivato già Aristotele : “ Educare la mente senza educare il cuore non è affatto educare ” . Dunque l’intelligenza emotiva, e quindi le emozioni, giocano un ruolo fondamentale nella vita di ognuno anche nei contesti più “razionali” , come possono essere quello della scuola e del lavoro.
È importante comprendere gli stati emotivi che si attraversano in diversi momenti, comprenderli, definirli, esprimerli, gestirli, comprenderne le cause ed esprimerli nel modo più appropriato nei diversi contesti al fine di raggiungere diversi obiettivi.
Intelligenza Emotiva
Non si può prescindere dalle emozioni. È un dato materiale e fisico che vede la zona prefrontale del cervello (sede del ragionamento) collegata con quella limbica (sede delle emozioni primarie).
Diversi fasci nervosi collegano queste due zone che continuamente scambiano informazioni e anche se si crede di essere delle persone fredde e razionali c’è sempre una guida emozionale che indica la strada da prendere.
Considerare tutto ciò nel contesto scolastico acquisisce un’importanza fondamentale, aiutare studenti ed insegnanti a riflettere sulle proprie emozioni ed imparare a gestirle può essere di grande aiuto.
Lo sviluppo dell’intelligenza non può prescindere da quello dell’affettività, che a sua volta è legata alla curiosità e alla passione, due molle indispensabili per qualsiasi attività si voglia svolgere al meglio .
Sviluppare emozioni positive a scuola migliora l’apprendimento, il clima di classe, i rapporti con gli insegnanti, i rapporti tra gli alunni e allo stesso tempo sostiene la loro crescita psicologica . Saper riconoscere, ascoltare, rispettare le emozioni altrui acquisisce all’interno del contesto scolastico un’importanza fondamentale poiché è lì che si sviluppano e da lì seguiranno l’individuo all’esterno e per tutta la vita.
Ovviamente gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale, quello di guidare l’alunno nella scoperta delle proprie e delle altrui emozioni, il ché è funzionale anche al processo di insegnamento-apprendimento.
Diversi studiosi hanno considerato l’argomento e hanno espresso diverse, concordanti, opinioni in merito:
John Gottman e Joan Declaire
INTELLIGENZA EMOTIVA PER UN FIGLIO
J.Castex (2000)
Intelligenza emotiva e scuola in www.janinecastex.com (scaricato il 15-6-2002)
Daniel Goleman
INTELLIGENZA EMOTIVA
M.J.Elias, L.Hunter e J.S.Kress (1997)
Emotional Intelligence and Education in “Emotional development and emotional intelligence
Ed.by P.Salovey and D.Sluyter, Basic Book
Dan Kindlon e Michael Thompson
INTELLIGENZA EMOTIVA PER UN BAMBINO CHE DIVENTERA' UOMO
Ovviamente imparare a gestire le emozioni è qualcosa di complesso che si sviluppa nel tempo e solo con un processo educativo mirato e gestito in tale direzione. Il processo di educazione “emotiva” parte con la nascita e continua tra i banchi di scuola, fino all’adolescenza.
È per questo che la scuola dovrebbe cominciare a cambiare rotta e dirigersi verso questo tipo di educazione che faciliterebbe di molto il compito degli insegnanti e renderebbe la vita degli alunni migliori.
Naturalmente comprendere l’intelligenza emotiva e il suo sviluppo non è la soluzione “a tutti i mali” , ma rappresenta un forte contributo per evitare disagi e problemi che potrebbero nascere dal non saper esprimere e gestire le proprie emozioni , dalla sfiducia in se stessi, dalla mancanza di autostima, dalla rigidità mentale, dal mancato sviluppo della capacità creativa che è “una marcia in più nel trovare strade alternative ed efficaci per risolvere i problemi” (da una Ricerca dell’Università dell’ Ohio – USA – pubblicato sul Creativity Research Journal).
In conclusione si deve aggiungere che lavorando sull’intelligenza emotiva si permette all’alunno di sviluppare la propria personalità, di credere maggiormente in se stesso, di capire se stesso e il proprio lato più intimo, di comprendere gli altri e di essere più intelligente, non poco per qualcosa che si credeva essere di troppo o banale.